Bighellonando
per la suntuosa “Libreria Roberti, alcuni mesi or sono, mi sono imbattuto in un
piccolo libro:
“Il filosofo pigro”
di Stefano Scrima.
Sarà
che decenni di studi su movimento e corpo, psicoterapia ed aiuto, mi avevano
saturato; sarà stato un ritorno della giovanile passione per la filosofia,
alimentata tanto, al liceo, da un professore “spretato” che mi coinvolse in accese discussioni,
quanto da una passione politica che mi spingeva a divorare con Marx, pure
Lukacs, Gramsci, Volpe, Althusser e tanti altri interpreti del pensiero e della
prassi marxista; sarà stata una piccola curiosità per un libro dal titolo così
irriverente per un argomento così … serioso. Sarà stato tutto questo o altro
non so, ma l’ho preso, pagato e messo in cima alla lista dei “pronti per la
lettura” che custodisco dietro la porta di un tempio indiano. Essa, ad aprirsi
su un armadio di fattura moderna, dopo
l’amore per la politica i cui testimoni cartacei donai ad una biblioteca
pubblica liberando spazi indispensabili, nasconde, ammonticchiati, pigiati e pronti ad esplodere
al minimo cedimento, i libri del Tiziano artista/esploratore delle arti
marziali, del movimento, di psicoterapia e counseling.
Apro
il libro, pronto a divertirmi tra percorsi, alcuni immediatamente sensati,
altri (gioco del calcio; sesso; sigaretta; per non parlare delle pagine che, sotto il
titolo “filosofare in cucina” promettono di parlarmi, in chiave filosofica, di
birra, coca cola, panettone …) del tutto improvvisi per un testo che, per
quanto allegramente e con leggerezza, vuole dirmi di filosofia.
Scrima,
abile “venditore”, sa subito come tentarmi là dove, alla voce “Amore”, promette
di insegnare una tattica di seduzione irresistibile, non essendo certo comune “dichiarare
il proprio amore citando il mito dell’uomo palla di Platone ovvero
dell’androgino”.(1)
Se
il tema centrale del libro pare la tesi di Aristotele che, ad un allievo che
gli chiedeva a cosa servisse la filosofia, rispondeva: «A nulla, perché non è serva di nessuno!», in realtà Scrima usa, con
disincanto e micidiale strategia offensiva, l’arma del filosofeggiare, a volte
menando pesanti fendenti ma più spesso tirando con la leggerezza che impone
l’impugnare un fioretto (2).
Le
sue stoccate feriscono e colpiscono al cuore la pesantezza dell’utilitarismo e
della legge non scritta per cui un individuo è realmente riconosciuto tale solo
nel suo ruolo di lavoratore, di produttore di ricchezza; del protervo senso del dovere che regna nella
logica capitalistica come nel dogma di una Chiesa infastidita al “pensiero che qualcuno usi il proprio corpo
per soddisfare semplici piaceri”; chiariscono anche ai più ingenui che “se in Grecia poté nascere la filosofia è
proprio grazie alla schiavitù. Soltanto chi era libero dal dover sgobbare aveva
accesso all’ozio necessario per la riflessione” e come non vederci il
riflesso della padronanza marziale che poterono i monaci Shaolin, tutto il
giorno ad oziare tra preghiere, piccoli lavori manuali e tempo a iosa per il
loro Wushu; dell’ossessione del tempo occupato dal fare, tra obblighi di lavoro
e obblighi di divertimento inteso come fuga dalla noia, come contenitore da
riempire sempre e comunque, affermando, iconoclasta e ribelle: “ho capito ancor più fortemente quanto sia
importante lo spirito critico e la libertà di pensiero per un’esistenza
autentica”.
Come
non leggervi pensieri e parole che animano la nostra Scuola, “Spirito Ribelle Z.N.K.R.”, la nostra
giocosa ed impegnata passione per botte, confliggere e crescere e trasformarci||
Così,
dissertando con Socrate e Cioran, Nietzsche e Platone, Schopenhauer e
Aristotele, eccomi, guidato dall’ottimo Scrima, a cavalcare le infinite onde della
filosofia e del filosofeggiare.
1- Davvero
esistono fanciulle, ventenni / trentenni ma, pure, cinquantenni
/ sessantenni, ovvero le mie coetanee, che, al nome di Platone o alla parola
“androgino” non associno un reale di casa Windsor o un tronista, un concorrente
di X Factor o una nuova app, oppure che non girino svogliate la testa altrove
in cerca di una pubblicità di vacanza a Ibiza o del cellulare su cui digitare l’evasione
“facebook”.?
2 - Arma,
agile e leggera, non più di mezzo chilogrammo, caratterizzata da una lama
quadrangolare che può colpire solo con la punta.
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