Giorno
29
Semplicemente togliersi le
scarpe, i piedi a sprofondare nella sabbia, che è contatto diretto, immediato,
con la realtà, che è camminare lungo il bagnasciuga.
Autentica conoscenza fisicoemotiva, perché noi siamo ed
agiamo emos - azioni, perché il nostro sistema immunitario non è una difesa
dalla " guerra" contro il virus, ma parte integrante del nostro
essere, relazione con l'habitat che è benessere e bell'essere.
Due in uno, insomma: un pugno in pieno volto al virtuale, a
chi, vigliacco? disturbato? Si cala nella finzione, per non misurarsi col
reale, con l’autentico carnale, scappando nella simulazione.
Un pugno in pieno volto a chi ancora separi mente e corpo,
con ciò separandosi, alienandosi, dalla Natura e con ciò ritrovandosi, di
fatto, uomo morto.
Torre Mozza, Puglia, con Monica, Lupo e la cugina Emma, Kalì
sempre con noi, oggi è anche questo.
Giorno
30
Le ore del mattino, le onde del
mare.
Profonda respirazione Tao, a scoprire che l'innalzarsi del
respiro, e con lui del pavimento pelvico, ano a risucchiare e perineo a
contrarsi impedendo ad ogni energia potente di disperdersi, si alterna
all'espirazione che è caduta libera, contatto selvatico con madre Terra, lì a
cercare quasi un confortevole ritiro.
Yin e Yang secondo la saggezza taoista; espansione dal
centro del dorso schiena alla periferia delle articolazioni e ritorno dal
fronte torsale raccogliendosi dentro, secondo lo schema del sistema nervoso che
guida la medicina allopatica, anatomista.
Danza guerriera, danza solitaria, unica compagnia il suono
delle onde.
La famiglia continua l'abbuffata di sole e bagno in mare,
io pedalo sbuffando e imprecando, tanto nessuno mi sente.
Fisico e respiro a tratti si irrigidiscono: mica sono un
ciclista provetto!! Ma salire e salire ancora, lasciandosi alle spalle
l'indistinta folla della tintarella e dei riti di massa, mi porta in spazi
abitati da strani mostri, un mondo schizzato ed imperfetto.
Bloccati in forme spettrali, inchiodati loro malgrado su un
terreno aspro, mi avvicino con cautela, con compassione per la loro sofferenza
e timore per la malvagità che possono diffondere con gesti surreali.
Chissà se i nemici delirati di don Chisciotte, i nemici
giganti di cui abbisognava la rabbia di Cyrano, potrebbero identificarsi in
questo stuolo di mostri scuri e rattrappiti.
Scatto alcune foto e le invio a chi mi sta a cuore, in
questa assolata vacanza pugliese iniziata da poco.
In sella alla bici, vento forte a spazzarmi il petto, la
discesa è imprudente, scaricato " a palla" verso il pianoro, là dove
vige la condivisione forzata di ogni spazio, grande o piccolo che sia, dove in
un attimo sei tu lo scomparso, tu il perdente.
Giorno
31
La sera precedente siamo a
Cutrofiano: lì troviamo Anna, neo acquisto della locale squadra di Volley.
Serata piacevole, a chiacchiere con due sue compagne di
" gioco"; cena a base di pesce nel centro cittadino con mia scoperta
di un ottimo, veramente ottimo Palamà, un rosato robusto dal sapore intenso; i
soliti sguardi maschili a cui non sfugge la bellezza di Anna, 1,87 di altezza
su un fisico da modella scolpito da quindici anni di sport ormai professionistico
che lo scorrere del tempo ha risparmiato, lasciandolo intonso.
La meta della giornata è Punta della Suina, tra
scogli, rocce e qualche piccola spiaggia a far da capolino.
Luogo davvero incantevole, mare limpido ed invitante a cui,
complice il sorriso allegro di Monica, neppure io so rinunciare "
pucciandomi" più volte come farebbe ogni bagnante.
Chissà, senza la folla di vacanzieri, come sarebbe
coinvolgente!!
Monica ed Anna mi dicono che, ormai al finire di Agosto, invero
gente ce ne è poca, assai meno dell'affollamento tipicamente agostano. Mi fido, ma da buon estraneo alle
transumanze marine, mi risulta arduo apprezzare fino in fondo un luogo dagli
intensi tratti selvatici in cui però si accampano persone, coppie, famiglie,
gruppi la cui distanza si va riducendo man mano.
Giorno
1
Schizzi di luce rossastra a far risaltare il profilo di
un'anima che pura non lo è più, non lo è mai stata.
Istrione, con quel fascino seducente e manipolatore che
corre insieme ad un bambino troppo indifeso per non incespicare e piangere su
ogni sasso spaccatogli in viso, su ogni dolore.
Lingue di acqua e schiuma a riportare in superficie il
serpente che credevo addormentato, ormai trapassato nella pelle del lupo, che
invece ora, qui, sento assente.
Assassino dai tratti delicati, il nero veleno a celare;
sfuggente, sinuoso quanto basta per entrare in ogni pertugio, il morso letale
sempre rivolto in avanti per lui che è animale che non sa arretrare.
Spirali disegnate a ricamare il cielo, invincibile resa a
un nemico che forse nemmeno c'è, nemmeno esiste. E quando lo incontrerò, quel
nemico che nemmeno esiste, quando lo avrò tra le mani, ne spezzerò ogni
resistenza, ogni squallida forma di vita, se la sua si può chiamare vita, che
le spire del serpente come le fauci del lupo, nel punire ogni inganno, ogni
furto, sono terrificanti forme educative, persino altruiste.
Giorno
2
Porto Selvaggio e mai
nome fu più azzeccato.
Se la minuscola spiaggia brulica di bagnanti, se il primo tratto
di pineta ospita comunque qualche gruppetto umano, bastano pochi minuti tra
sentieri e scogli per entrare nella natura selvatica, davvero deserta, priva di
frequentanti.
Monica, sempre attenta a che questi giorni siano di buona
vacanza anche per me che uomo di mare estivo non sono, mi invita a fare due
passi.
I pochi umani presenti sono semi nascosti dalla
vegetazione, da anfratti rocciosi duri e aggrovigliati e insistenti.
Più ci lasciamo lontana la" pazza folla", più
rocce squassate, terra rossa e cespugli contorti, ci avvolgono, ci abbracciano;
diventiamo parte di loro, unica grande zolla.
Nessun umano intorno.
L'orizzonte è una riga netta a tracciare ipotetici confini
per un mare grande. Rocce e vegetazione
a picco sull'acqua e distese accidentate di sassi.
Luogo di silenzio. Luogo di raccoglimento.
Due amanti, lì ad incontrarsi di anima e di corpo,
farebbero l'amore, ne sono sicuro. Ad incontrarsi.
Mi ritrovo a pensare, ad augurarmi, che, a volte, scalda il
cuore di entrambi gli amanti e ne suggella il profondo ed autentico legame
anche il solo sfiorarsi.
Giorno
3
Lecce, caos, traffico rumoroso a
tratti incattivito; gente, tanta, troppa gente.
Lecce, bellissima, scavi romani a ricordare che il sangue,
la violenza e il gusto amaro della brutalità sono stati pure loro il fondamento
di questa immane civiltà.
Case antiche, ridondanti, bellezza in decadenza che ancora
ama farsi guardare, desiderare; donna matura che aspetta uno sguardo
indiscreto, impertinente, una proposta indecente perché in giochi proibiti si
lasci accompagnare.
Una piazza a stagliarsi nel buio. Forme indistinte di
balconi e terrazze disegnano una scultura abitativa languida e imponente.
Sarà la repentina illuminazione a distorcercene in
accomodante e rassicurante bellezza il mistero, fattosi " cartolina".
Infatti, ora i turisti accorrono in massa, che solo nella luce artificiale
sanno coltivare ogni certezza.
Splendida Lecce.
Giorno
4
Sono i due adolescenti a
proporre un’alzata più che mattiniera per vedere l’alba, il sorgere del sole.
I giorni passano, sono passati, ma l’alba?
Sono io, quello anziano che di albe ne ha viste tante, a
ricordare “Ma, l’alba?!”
E sono sempre io, quello anziano, i due adolescenti a
dormire e così pure Monica, che, solo, aspetto l’alba, il sorgere del sole, sul
bagnasciuga prima, arrampicato poi su un modesto altopiano.
Sulla spiaggia, tra le onde.
Parole affilate che sanno ferire. Eppure da ogni ferita il
sangue che ne esce impara a curare, ad accudire, quasi a promettere un futuro
ancora insieme, ancora d’amore, per un percorso di sale e aceto che amore,
fiducia e comprensione sapranno addolcire.
Gallipoli è piccola, lanciata
sul mare, raccolta e vivace. Piccola perla di una Puglia ricca di sorprese.
Tra vicoli e chiese, piazze e scorci d’orizzonte, la
passeggiata è piacevole, allegra; ogni sguardo incontrato, ogni parola
scambiata, scorre semplice e cortese.
Preludio al ritorno a Milano.
Ciao ciao Puglia e grazie a te per questa vacanza, grazie
ai miei due grandi amori per questo tratto di vita insieme nel caldo agostano.
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