sabato 6 agosto 2022

Il corpo che parla

Tanti, tantissimi, in palestra: fitness, pesi, snelli, muscolosi, mettersi in forma, tonificare, sono solo alcune delle parole che campeggiano nelle varie pubblicità.

Anche le Arti Marziali si sono adattate, si sono piegate a questi slogan 

e alla cultura del corpo che c’è dietro?

In una società dove, chi più chi meno, ha il sedere appiattito da ore ed ore in auto o seduto sui mezzi pubblici, le diottrie calanti dalle ore chini sul cellulare o sul computer, lo stipendio ogni fine mese, le vacanze sotto l’ombrellone, le serate in discoteca o davanti al televisore, le foto del cibo consumato al ristorante diffuse sui social; dove il massimo di aggressività è sfogata cercando di schiacciare una mosca o spintonando chi scavalca la fila all’ufficio postale, il massimo di avventura è il campeggio in tenda; dove la carne e la verdura è comperata al supermercato e si firma contro caccia e pesca; insomma, in questa società di massa, di vetrina e di consumismo, di leggi e tutele per ogni situazione, cosa sono per te e come le pratichi le Arti Marziali?

Le società antiche mettevano al centro il corpo sia come elemento di crescita personale che nel contesto delle relazioni collettive. Campeggiava una sorta di responsabilità etica di aver cura e di abitare il proprio corpo in relazione all’ambiente, anche nei modi e nei contenuti della sua trasformazione attraverso l’esercizio fisico. La palestra di Platone, per restare nella nostra area culturale, ne è un chiaro esempio (1).

Poiché è noto che sono i modelli sociali e culturali di ogni epoca ad influenzare il fare soggettivo, oggi, nel terzo millennio, come è cambiata la concezione del corpo e la pratica corporea? Come la post – modernità, trasformando il mondo, ha cambiato la concezione del corpo e la pratica corporea?

Possiamo affermare che oggi, nel terzo millennio, vige una separazione tra la cultura del corpo come principio biologico del fare umano e lo scomparire del fondarsi dentro la corporeità della prassi simbolica e di pensiero dell’individuo (2)?

Per dirla semplice: Negare il corpo abitato, vissuto, espressione lui stesso di segni e cultura (3) è quanto domina oggi nella concezione condivisa.

La dedizione al proprio corpo mi pare essere votata a contrastare e rallentare le immagini dell’invecchiamento, a modellarlo esclusivamente secondo canoni estetici, a migliorarne le prestazioni temporali utilizzando esercizi di pura meccanica (4) quando non attrezzature elettroniche (5) o biotecniche. Impossibile negare che questo terreno culturale fonda la soggettività odierna di massa.

Dunque, a fronte di discipline e tecniche ed esercizi corporei che sono espressioni di questo campo valoriale, che si manifestano secondo un senso consumista e narcisista, come stanno le Arti Marziali?

Se sono un puro “copia e incolla” di tecniche e valori nati e appartenuti a società e uomini di cui ora non resta alcuna traccia culturale e fisica, che senso ha praticarle?

Se sono un ammodernamento o una ri – creazione rimpolpata dalle moderne conoscenze fisiologiche, restano comunque nell’alveo di una cultura, quella di oggi, che non le riconosce: Le tecniche non sostenute da un impianto teorico, quanto valore, quanto spessore hanno? Come si riportano all’Arte Marziale in quanto lotta fisica, scontro fisicoemotivo per salvare la pelle eliminando un altro uomo (Bujutsu), per approdare a conoscenza e crescita dell’individuo, ossia al Budo?

 

1, “La palestra di Platone” di Simone Regazzoni

2. “Leib dal Körper: il primo è il corpo vivo, è la carne, esso si muove con l’essere umano ed è un corpo che sente e patisce; il secondo è il corpo cosale, che abita in un mondo fisico insieme a tutti gli altri corpi” (Costa, 2016). Per una spiegazione esaustiva: https://www.psicologiafenomenologica.it/articolo/leib-korper-ripensare-fondamenti-psicopatologia/

3. “corpo come essere vivente, stratificazione di memorie (filogenetiche e ontogenetiche), dispositivo emotonico, sinestesico, struttura bioenergetica, struttura omologica” “Il corpo matrice di segni” di Stefania Guerra Lisi.

4. La motricità, da un punto di vista puramente neurofisiologico (meccanico), è l'insieme d'integrità del meccanismo di funzionamento degli apparati e delle strutture centrali e periferiche dell'organismo umano. Di contro, esiste una motricità complessa e complessiva per cui: “Nella forma visibile del corpo si traduce sia il modo di essere che il modo di agire, poiché l’unità psicofisica collega le tre componenti: vita psichica, vita vegetativa inconscia e vita tonico – motoria, sia cosciente che riflessa. Il continuum che le collega è il movimento, poiché qualunque essere vivente, anche se apparentemente statico è in movimento: non solo la respirazione e la pulsazione cardiaca ma i moti d’animo, l’imago – azione, sia pure in stati alterati di coscienza fino al coma” “Il corpo matrice di segni” di Stefania Guerra Lisi.

5. I principali strumenti di monitoraggio che vengono utilizzati in Urban Fitness sono:

– BIOIMPEDENZIOMETRIA INBODY: una bilancia pratica ed essenziale che permette in soli 30 secondi di verificare la composizione corporea del soggetto. I parametri che vengono valutati principalmente sono: % massa magra, % massa grassa, idratazione, metabolismo basale e distribuzione delle masse (grassa e magra) per distretti corporei.

– SUPER OP: un bracciale a polso che grazie ai parametri di frequenza cardiaca, pressione arteriosa e un avanzato algoritmo permette di misurare la condizione temporanea organica del soggetto. Misura lo stato di super-compensazione e quindi il momento migliore per allenarsi ed esprimere il massimo potenziale durante un allenamento.

– D-WALL: si tratta di un muro digitale (Digital Wall). Una videocamera 3D riporta su un monitor in tempo reale i valori legati al baricentro, all’appoggio plantare e alla distribuzione del carico. Inoltre si possono verificare le calorie bruciate e la corretta esecuzione degli esercizi grazie all’analisi segmentale.

– BODYGEE: visualizza e monitora la trasformazione del tuo corpo in 3D.

(https://www.urbanfitness.it/metodo-ems-certificato/)

 

 



by G. Balla

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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