venerdì 19 agosto 2022

Ma te la godi?

Per me, praticare Arti Marziali è costruire un percorso di individui che si muovono dentro l'incertezza inebriante della conoscenza di sé e della conseguente possibilità di cambiare. Percorso dai tratti incoerenti, anche ribelli, ma certamente segnale della facoltà di incontrare vitalità ed erotismo: le caratteristiche di un uomo vivo.

È costruire un autentico senso di potere personale.

È investire nel gusto sano del corpo.

Ogni corpo vivente, ogni modo di stare in piedi e muoversi nello spazio, ogni prossemica e ogni stile di relazione con l’altro, si formano e modellano nel tempo sotto l’egemonia di specifici dettami culturali: praticare Arti Marziali è investire nel cambiamento di sé e del rapportarsi all’altro. Là dove ci sono espressioni timide, impacciate, autosvilenti quanto espressioni narcisiste e prepotenti, la pratica delle Arti Marziali invita a interagire con gli altri ed i loro stili di espressione costruendo nuove abilità motorie, nuove qualità espressive e nuove ed equilibrate connessioni nei corpi quanto nel corpo gruppale, nel “corpo” del gruppo.

Giochi di coppia quali push hands, chi sao, sujin te, richiedono che il praticante ascolti e sia consapevole di sé, di quel e come agisce, ma contemporaneamente di cosa e come agisce il compagno, unitamente all’intuire cosa il compagno abbia capito di lui. Così facendo scoprirà che solo la collaborazione, l’incontro delle reciproche scarsità e risorse, porterà soluzioni vantaggiose. E là dove questo sia realisticamente impossibile, saprà tranciare di netto, senza tentennamenti, annientando la fonte del problema.

Un approccio ludico profondo, di gioia nel faticare, nell’incontrarsi e scontrarsi, è quanto io propongo nella pratica delle Arti Marziali. Perché faticare sia una occasione di divertimento che conduca al sapere di sé e degli altri, perché solo sorridendo si impara, si impara veramente.

Credo sia chiaro, il gioco non esiste senza divertimento e senza il piacere che porta con sé. Il gioco è il modo più avvincente per imparare, purché siano giochi divertenti e sfidanti.

Già per Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista, giocare in maniera creativa permette al soggetto di esprimere l’intero potenziale della propria personalità. Sono Carl Rogers (counselor e psicologo), David Ausubel (psicologo) e Joseph D. Novak (biologo) a definire “apprendimento significativo” il tipo di apprendimento più efficace e duraturo che le persone possono sperimentare, ovvero quel processo attraverso il quale le nuove informazioni entrano in relazione con dei concetti preesistenti nella struttura cognitiva dell’individuo, la quale sceglie di avviare tale processo e attribuire un significato. Giocare è il modo più semplice e al contempo più profondo per farlo; giocare di corpo, con il corpo, è investire tutto di sé.

Allora, tu, mentre fatichi tra una schivata ed un pugno, una leva articolare e una proiezione al suolo, giochi e ti diverti? Tu te la godi nel praticare Arti Marziali?

 


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