Così scrive Michel Onfray nel suo stimolante e provocatorio
Teoria
della dittatura
Onfray è intellettuale tipicamente francese: critico,
controcorrente, caustico, già capace di smontare, dal suo punto di vista, la
figura e il pensiero di Freud, o di presentare un’immagine della Filosofia
esaltante l’edonismo.
Personalmente, trovo geniali le
intuizioni di chi scrisse i due romanzi nei primi anni ’40, quasi un secolo or
sono, intuizioni che Onfray riprende e ne mostra la somiglianza, addirittura la
sovrapposizione, con le storture e le falsità dei nostri anni.
Potete prendere un Principio a
caso, leggerne il corrispondente testo orwelliano, e vi troverete quanto oggi
sta accadendo. O fare viceversa, partendo dal romanzo di Orwell:
- “la Novalingua non mira ad altro che a ridurre la gamma dei
pensieri” (1984) ed ancora “Ogni anno sempre meno parole, e lo spazio della
coscienza sempre un po' più ristretto” (ibid) Vi ricorda nulla
dell’impoverimento della lingua italiana, degli errori di sintassi negli
elaborati degli studenti, anche universitari, nell’abitudine a togliere lettere
per velocizzare la scrittura su cellulare e computer, nell’uso sempre più
scarno e misero della gamma di aggettivi da parte di influencer, personaggi
televisivi, scrittori di largo consumo? Nella stessa invasione di parole e
gergo anglofono, che rimanda a ”L’inglese (…) serve alla comunicazione” (ibid),
e, come scrive Onfray: “Con una sola lingua, la prospettiva di un solo pensiero
diventa più facile da realizzare”. Ecco cosa scrive, in proposito, la Onlus
ERA: “Negli ultimi 90 anni però il colonialismo e le forme di asservimento si
sono fatte più sofisticate ed aggressive tanto da prefigurare una nuova forma
di genocidio, quello linguistico-culturale, nonché una nuova forma di
schiavismo: quella delle menti, che discrimina non sulla base di razza,
religione o sesso ma di lingua.”
- “Il passato veniva cancellato, la cancellazione veniva
dimenticata, la menzogna diventata verità” (ibid) e “Chi controlla il passato controlla
il futuro: chi controlla il presente controlla il passato” (ibid). Non vi
ricorda la “cancel culture”, i deliri che portano a chiedere la soppressione di
monumenti, la modifica di trame e finali di pellicole cinematografiche?
- “Il tipo fisico che il Partito aveva elevato ad ideale”
(ibid) Cosa vi dice di questo corpo estraniato ed elevato ad oggetto da
modellare e plasmare secondo i dettami della moda, stravolto da un narcisismo
esasperato? “marionetta disarticolata” (ibid) che imita gesti e movenze
guardando lo schermo di una televisione o di un computer dove l’addetto ti
ammaestra a “dare la zampa”, ah no, ad allungare la schiena o fare piegamenti
sulle braccia come si fa con gli animali da circo, ma senza alcuna
consapevolezza corporea e nemmeno la presenza reale, carnale?
Onfray, poi, va oltre,
picchiando duro con una serie di tesi che tracciano immagini terrificanti su
dove stiamo andando, su dove già siamo. Per esempio evidenzia come in
nome del progresso quelli che si definiscono “progressisti” marciano e ci
vogliono far marciare verso una società di cyborg, dove l’uomo domina
incontrastato sulla Natura, dove l’intelligenza superiore dell’uomo è unica a
decidere. Pensiamo a “La questione del sesso e del genere non si pone più in
termini di natura ma di cultura” (M. Onfray), e a kulo l’esistenza del sistema
endocrino, di testicoli ed ovaie le cui secrezioni dettano comportamenti;
oppure a questo ecologismo di moda e maniera che, dando la responsabilità del
riscaldamento globale unicamente all’uomo ed alle sue attività, ribadisce l’uomo
come proprietario del pianeta, centro della Natura. Eppure c’è chi scrive: “"Il
riscaldamento globale antropico è una congettura non dimostrata e dedotta solo
da alcuni modelli teorici climatici” (riportato nell’appello firmato da 145
scienziati italiani tra geologi, geofisici e studiosi del clima).
Libro dalla potenza devastante,
Teoria della dittatura mostra l’attualità delle intuizioni di George
Orwell, autore di due romanzi tanto avvincenti quanto sinistramente premonitori;
romanzi spesso declassati a letteratura per ragazzi, ma da leggere da adulti,
adulti pensanti.
Una potenza devastante, quella
di Teoria della dittatura, che fa tremare i polsi, che impone di
battersi contro questo fiume in piena totalizzante e violento, per provare ad
essere liberi.
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