Delle Arti Marziali asiatiche noi europei abbiamo importato anche la tenuta di allenamento, secondo le varie fogge giapponesi, cinesi, vietnamite ecc.
A volte, abbiamo creato varianti o inventato cose del tutto
nuove.
Come ci si veste praticando
un’arte marziale asiatica?
Fogge e colori hanno sempre un
riscontro nelle abitudini culturali e sociali da cui sono nate. Il nero, colore
che nasconde le macchie di sporco, richiama gli abiti da lavoro e sta ad
indicare che i primi praticanti di Wu Shu (da noi diffuso come Kung
Fu) furono proprio i lavoratori dei campi, ma, nel Ninjutsu (1),
serviva ad occultare l’adepto nel buio della notte. Il Karategi, la “divisa”
tipica del Karate (2), in origine era di un color bianco
opaco, bianco “sporco”, perché fatta in cotone non trattato; solo
successivamente, con la sua diffusione in tutto il mondo e la conseguente creazione
di fabbriche industriali di karategi, è divenuto bianco. Il judogi, la “divisa”
tipica del Judo (3), è divenuta blu nelle competizioni
sportive per meglio differenziare un atleta dall’altro. Chi pratica una qualche
Koryu (4), scuola di arti marziali tradizionali giapponesi, lo fa
indossando l’hakama, una specie di gonna - pantalone che era
parte dell’abbigliamento abituale dei samurai, anche se “la sua origine
risale almeno alla metà dell’ottavo secolo, ben prima che i samurai emergessero
distintamente come casta” (http://www.aikidoiaido.it/joomla/articoli/12-hakama#:~:text=Una%20delle%20spiegazioni%20del%20suo,un%20tipo%20di%20gonna%20%E2%80%93%20grembiule.)
Il passaggio dal Karate giapponese privo di contatto al Contact,
una sorta di Karate dinamico, altamente sportivizzato e a contatto, precursore
di quella che divenne Kick Boxing, ha portato a Karategi
variopinti, con i colori della bandiera USA, con logo e insegne di sponsor
commerciali.
Insomma, vale davvero tutto!!
Foggia
e colori della “divisa” Spirito Ribelle
Data la particolarità, di fatto
l’unicità, del nostro gruppo, in termini di cultura del gruppo stesso;
didattica ed andragogia dell’apprendimento; contenuti dell’apprendimento stesso,
ci siamo posizionati con una “divisa” che, nel mentre permettesse una pratica
comoda nella gestualità e resistente a sfregamenti e strappi, richiamasse nei
colori qualcosa del tradizionale mondo medioevale nipponico.
Sul versante “che colori adottiamo”, ecco la scelta che
richiama la Tradizione medioevale nipponica.
Colori freddi (ao), tra questi c’è il grigio.
Tradizionalmente il grigio è considerato sfondo incolore in rapporto al quale
risaltano i colori. Nel periodo Edo (1603 - 1868) (5),
l’intera gamma dei grigi era considerata colore raffinato (iiki).
Indossiamo una maglia grigio scuro.
Siamo artisti raffinati, dotati di potere temperato da
rettitudine.
Ah, nel più completo Spirito
Ribelle, spirito di libertà, io non vendo l’abbigliamento agli allievi:
Sono il Sensei non un commerciante!! Anche perché, nel mio solito
modo formativo maieutico, che imparino loro a crescere, dandosi da fare per
abbigliarsi a dovere quando e se si sentiranno pronti per essere davvero parte
del clan.
1. “I praticanti esperti che padroneggiavano completamente
il ninjutsu sono definiti ninja. Le origini di quest’arte marziale sono ancora
avvolte nel mistero, così come quelle della rappresentazione del ninja come
guerriero vestito di nero” (https://www.italiajapan.net/ninjutsu/)
2. Arte marziale di origini okinawensi, conosciuta nel mondo
nelle sue codificazioni giapponesi. Per saperne di più, restano sempre validi i
pur datati (1979) “Lo Zen e la via del Karate” di Kenji Tokitsu, esperto di
Arti Marziali, creatore di una sua propria arte e ricercatore di valore
assoluto e “The way of karate” (1963) di George E. Mattson, pioniere del Karate
Uechi-Ryū in USA e scrittore.
3. Il Judo, arte principalmente affidata alle proiezioni al
suolo ed alla lotta a terra, deve la sua origine al Maestro fondatore Jigoro
Kano (1860 – 1938). Per saperne di più sulle origini, “Judo” di Bindo A.
Serani, la cui prima edizione è datata 1953 ed “I Quaderni del Bu Sen” ad opera
del Maestro ed educatore Cesare Barioli, uno degli ultimi strenui difensori del
Judo Tradizionale contro i sostenitori del Judo ridotto a sport e competizione.
4. “In Giappone sono considerate Koryu le scuole (non solo
Marziali) che sono state fondate prima della restaurazione Meiji (quindi prima
del 1862), in contrapposizione ai Gendai Budo (Budo Moderni) fondati dopo
questa data” (https://www.doushindojo.it/2018/01/06/koryu-gendai-budo-e-false-tradizioni/)
5. Altrimenti detto epoca Tokugawa,1600 – 1868. (https://www.nihonjapangiappone.com/pages/geostoria/storia/sttokugawa.php)
Per saperne di più sui colori nella tradizione giapponese:
“I colori nel Giappone antico” G. Pasqualotto
(https://riviste.unimi.it/index.php/MdE/article/download/20674/18339)
“I colori giapponesi” F. Chiagano
(https://www.vadoingiappone.it/informazioni-cultura-giapponese/i-colori-giapponesi/)
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