giovedì 6 giugno 2024

Il mio pensiero di GIUGNO

Con Monica, tre giorni a Lisbona, città splendida.

Splendida ma… anche io, nel mio piccolo, concorro alla distruzione della sua unicità, anche lei, come tutto, piegata dal mondialismo, dalla globalizzazione, dal pensiero neo-liberista che tutto e tutti appiattisce e conforma.

Esagerando potemmo dire che le caratteristiche piastrelle sui muri delle case testimoniano che non sono a Parigi; ovvero che, se guardandomi intorno vedessi la torre Eiffel, invece sarei a Parigi, se scorgessi la Sagrada Familia, sarei a Barcellona.

Esagerando, certo.

Però… una massa indistinta di turisti che camminano alternando passi e sguardi incerti a movenze frettolose e robotiche, comunque mai sazi del consumo di occhi e delle sventagliate di foto scattate su ogni cosa, in ogni dove.

Una piatta apparenza pare ricoprire la storica identità di questa città; botteghe presumibilmente artigiane soppiantate in toto da un continuo susseguirsi di locali e localini per bere e mangiare a tutte le ore, una lunga linea di “Milano”, scusate, “Lisbona da bere” in cui non stona affatto l’apparire di freddi ed anonimi negozi di souvenir, uno identico all’altro, sorta di “bar self service h24” di presunti prodotti tipici locali.

Mi informo e scopro che, sarà stata la presenza di Madonna, spesso a Lisbona per seguire il figlio promessa del Benfica, la locale squadra di calcio, o più verosimilmente le operazioni commerciali della finanza con una serie di facilitazioni economiche e tassazioni al ribasso, sta di fatto che da alcuni anni pullulano le start up, sono aumentati a dismisura i prezzi degli appartamenti, ovunque si trovano “bed and breakfast” ottimi per il turismo “mordi e fuggi”, e “Lisbona è stata eletta come la seconda migliore città al mondo per ‘turismo a cinque stelle’” (fonte: idealista/news 26.04.2022)

ll costo della vita in tutto il Portogallo è il più basso dell'Europa Occidentale? Ma anche il potere d'acquisto è il più basso, con stipendi netti mensili ben più modesti rispetto agli altri paesi dell'Europa Occidentale, con il potere d'acquisto di un cittadino che, a Lisbona, è inferiore a quello di un cittadino di Roma.

Dunque, dietro alla scintillante vetrina della “Lisbona da bere”, cosa si cela?

Il turismo di massa cosa porta con sé in una bellissima città che si è offerta all’evasione modaiola, vorace e superficiale, accettando una politica speculativa che ha tolto dalla vista e dalla vita l’edilizia popolare in cambio di ristrutturazioni frettolose di agiati “bed and breakfast”?

Lisbona come le mille e mille città dell’impero capitalista, dove si arriva e si riparte uguali nelle emozioni e nel sentire, solo ostentando le prove fotografiche e gli oggettini che testimoniano “Sono stato a Lisbona”. Rapidità superficiale in ogni contatto, che subito c’è qualcosa d’altro da vedere, da fissare sul cellulare.

Il secolo scorso, qualcuno ebbe a scrivere “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust). Più recentemente, Julia Kristeva scriveva “La gente si sposta sempre di più, ma non viaggia. Le frontiere restano dentro di noi”, fino ad “Allevamenti intensivi di turisti” di Barbara Balzerani.

Chiacchierando con Raffaella, dolce compagna di milanesi camminate mattutine, mi rimbrotta “Ora è possibile raggiungere località una volta solo appannaggio di pochi, di ricchi”. Vero. Ma a che prezzo? Prezzo di luoghi sventrati delle loro radici e vestiti “a festa” per il consumo di cavallette umane; prezzo di orde di umanità frivola, di sensibilità scadente e scaduta. Prezzo che, ancora Balzerani, descrive così: “Una gran massa di vacanzieri che attraversano luoghi e vite altrui come fossero attrazioni di un luna park, intruppati in riti preconfezionati che garantiscono l’immunità dal contagio della conoscenza e del coinvolgimento emotivo. A inscenare nuove forme di colonizzazione a prezzi stracciati”. (in “Respiro”).

Comunque, da tempo, a Lisbona non sono arrivati, come ovunque, solo i Mc Donald’s e le tante catene del cibo omologato e per tutti.  NO, in ogni localino, anche il più angusto, puoi fare aperitivo con l’aperol spritz, il tradizionale aperitivo di origini venete. Salute!!

Il mio pensiero va alle catene di gym, di palestre, dove figuranti del corpo e del movimento uccidono la loro intelligenza corporea tra esercizi per gli addominali, camminate e corse sul posto, sempre fermi lì su un tapis roulant, pesi sollevati e poi rimessi all’identico posto una, dieci, cento volte, scimmiottamento di gesti uguali per tutti comandati da un volenteroso sudato insegnante.

Che bello essere e praticare Spirito Ribelle. Tutta un’altra cosa!! Che bello scoprire che anche altri, pochi ma ci sono, in ambiti di movimento e corpo, pensano e praticano come noi: “Negli anni stanno crescendo realtà in cui la pratica fisica si ispira sempre di più ai movimenti connaturati nella storia evolutiva umana e nella sua morfologia anziché sposare necessariamente le regole e accettare i sacrifici di una singola specialità”. (Natkedmovement).

Che bello essere singolari viaggiatori del corpo, del sé fisicoemotivo e non superficiali turisti di massa a consumo di aquagym, spinning, calisthenics …

 

 

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