sabato 19 aprile 2025

Yuri, le delicate mani che uccidono

 


Evidenza serale, ore melanconiche, fuori la luce trema coraggiosa nel suo discendere verso il tramonto.

Tendo e fletto le braccia che sfidano delicate l’avversione dell’aria.

Nessuno a guardarmi, nemmeno io. Minuti fruscianti, mentre danzo di Yuri.

Yuri, “percepire la forza”, è l’estensione nello spazio di Ritsuzen e Hanzen. E’ unire il corpo con l’ambiente attraverso la sensazione e la percezione di tutte le membra che l’aria oppone resistenza ai miei movimenti. Più essi sono piccoli, migliore è la pratica.

Aderente a me un drago muscoloso agita squame e coda che sono solamente sue e lungo le braccia mi scivola un’ombra pesante: Vacilla la vivida sensazione che ciò che è appariscente sia più importante e potente di ciò che non lo è. Vacilla fino a crollare: Invincibile resa.

D’altronde questo è il mistero del Taiki Ken, delle Arti sottili che fanno di vulnerabilità, flessibilità e dolcezza arma tagliente e letale.

Nessuna gestualità è ferreamente codificata, immutabile nel tempo.

Solo, qui allo Spirito Ribelle, un gruppo scelto di movimenti che poi ogni praticante interpreterà a suo modo, secondo il suo personale stile di movimento, fino a costruirne di nuovi, di esclusivamente suoi.

Melodie cinetiche… “Nel Taikiken non esistono forme fisse” ed ancora “Il Taikiken mira a consentire a ciascun individuo di utilizzare i movimenti del corpo che gli sono più adatti. Questo è sia il pregio principale che una delle maggiori difficoltà del Taikiken. Una persona inizia a sbocciare come vero praticante delle arti marziali della scuola interiore solo quando è in grado di utilizzare i movimenti che sono intrinseci al proprio corpo. È proprio perché il Taikiken permette alla persona di sviluppare le proprie forme di movimento che a volte viene definito come privo di forme, ma dotato di esse.” Così si esprimeva il Maestro Kenichi Sawai, fondatore del Taiki Ken.

Melodie cinetiche attraverso la pratica di Yuri, le delicate mani che uccidono.

“Io sto condividendo la mia percezione, non la verità. La verità è nella tua esperienza”

(B. Bainbridge Cohen)

 

 



 

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