Evidenza serale, ore melanconiche, fuori la luce trema coraggiosa nel suo discendere verso il tramonto.
Tendo e fletto le braccia che sfidano delicate l’avversione
dell’aria.
Nessuno a guardarmi, nemmeno io. Minuti fruscianti, mentre
danzo di Yuri.
Yuri, “percepire la forza”, è
l’estensione nello spazio di Ritsuzen e Hanzen. E’
unire il corpo con l’ambiente attraverso la sensazione e la percezione di tutte
le membra che l’aria oppone resistenza ai miei movimenti. Più essi sono
piccoli, migliore è la pratica.
Aderente a me un drago muscoloso agita squame e coda che
sono solamente sue e lungo le braccia mi scivola un’ombra pesante: Vacilla la
vivida sensazione che ciò che è appariscente sia più importante e potente di
ciò che non lo è. Vacilla fino a crollare: Invincibile resa.
Nessuna gestualità è
ferreamente codificata, immutabile nel tempo.
Solo, qui allo Spirito Ribelle, un gruppo scelto di
movimenti che poi ogni praticante interpreterà a suo modo, secondo il suo
personale stile di movimento, fino a costruirne di nuovi, di esclusivamente
suoi.
Melodie cinetiche… “Nel Taikiken non esistono forme
fisse” ed ancora “Il Taikiken mira a consentire a ciascun individuo di
utilizzare i movimenti del corpo che gli sono più adatti. Questo è sia il
pregio principale che una delle maggiori difficoltà del Taikiken. Una persona inizia
a sbocciare come vero praticante delle arti marziali della scuola interiore
solo quando è in grado di utilizzare i movimenti che sono intrinseci al proprio
corpo. È proprio perché il Taikiken permette alla persona di sviluppare le
proprie forme di movimento che a volte viene definito come privo di forme, ma
dotato di esse.” Così si esprimeva il Maestro Kenichi Sawai,
fondatore del Taiki Ken.
Melodie cinetiche attraverso la pratica di Yuri,
le delicate mani che uccidono.
“Io
sto condividendo la mia percezione, non la verità. La verità è nella tua
esperienza”
(B. Bainbridge Cohen)
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