L’Arte della Guerra, di Sun Tsu (circa VI secolo a.c.)
Brevi riletture nel terzo millennio che pongono domande, che sollecitano dubbi, che avanzano proposte
Cap. 5
Ordine celato, forza che danza
"Il successo in guerra deriva dall'abilità nell'uso delle forze ordinarie e straordinarie", così scrive il generale Sun Tsu al capitolo 5 del suo ‘L’Arte della Guerra’.
Ma cosa significa nel concreto di chi pratica Arti Marziali?
Da decenni, la pratica che prima fu ZNKR ed ora Spirito Ribelle mostra come il marzialista non si affida solo alla tecnica imparata, quanto alla capacità di trasformarla dentro uno straordinario processo alchemico. La forza ordinaria è il corpo Korper che esegue, la straordinaria è l’animo che ascolta e realizza, il corpo Leib come esperienza totale, come essere totalmente ed integralmente incarnato.
Non a caso l’insegnamento Tradizionale ammonisce di osservare i tre passi: Primo eseguire, secondo sistemare l’esecuzione, terzo entrare dentro, vivere l’esecuzione perché diventi parte integrante di te trasformandosi lei e trasformandoti tu.
Come ti muovi quando la forma non basta? Quando la situazione muta e ciò che hai imparato non basta più, non si applica più?
"Tutto appare caotico nell'andare della lotta, ma esiste un ordine che la dirige." Questo ordine non è scritto nei manuali, non si impara nell’imitazione di gesti codificati. È il ritmo che si svela solo agli occhi di chi sa vedere con kokoro, il cuore. È il sapere che non si irrigidisce, ma si rinnova. È il passo che si adatta, il gesto che si flette senza spezzarsi né perdere la sua autenticità. E’ sapere incarnato.
Il bravo mazialista non è colui che domina la forma, ma colui che la lascia andare ogni volta che serve. Che sa essere acqua divenendo all’occorrenza vapore, vento leggero divenendo tempesta, roccia divenendo acciaio. Che sa quando essere visibile e quando scomparire. Che interpreta correttamente il motto “ferro avvolto nel cotone”.
"Il disordine del nemico è un prodotto del tuo ordine nascosto." Nella vita di tutti i giorni, il nemico non è sempre (quasi mai?) un altro. A volte è la paura, l’orgoglio, la rabbia, l’abitudine. A volte è il pensiero che ci imprigiona, il pregiudizio che ci blocca. Ma se dentro di te coltivi il vuoto fertile, la consapevolezza, la disponibilità… allora anche il disordine più eclatante si piega e la confusione si dissolve.
Hai mai sentito il momento in cui tutto si muove attorno a te, ma tu sei fermo e stabile? Non come una statua, ma come un centro che respira, un equilibrio labile? Hai mai vissuto un giorno in cui la tua forza non stava nell'agire meccanico di conseguenza ad uno stimolo, ma nel non reagire e fluttuare tra le forze caotiche attorno a te?
Hai compreso, di corpo tutto e non solo di testa, la differenza tra un animale dominato dall’istinto che lo obbliga a reazioni fisse e immediate, sostanzialmente prevedibili, in determinate situazioni ed un guerriero (‘colui che sa stare nei conflitti’) capace di attingere all’intuito ed al Sapere Profondo per dare risposte non convenzionali, non prevedibili?
"La sua codardia nasce dal tuo coraggio; la sua debolezza dalla tua forza." Il mondo risponde alla tua capacità vibratoria. La pratica marziale non è solo difesa o attacco essa è relazione, è ascolto. È il modo in cui entri in una stanza, con rispetto ma senza timore; in cui guardi negli occhi fermo e deciso ma senza sfrontatezza; in cui scegli di non alzare la voce, semmai di abbassarla.
E tu, come fai della tua Arte Marziale pratica di ogni giorno? Nel modo in cui cammini, nel modo in cui parli, nel modo in cui ti lasci stupire senza scomporti. Nel modo in cui impari, ma non ti aggrappi al ‘cosa’ hai imparato. Nel modo in cui proponi, ma non imponi.
La vittoria autentica non è sopraffare qualcuno, essa sta dentro. È il momento in cui ti accorgi che oggi puoi essere diverso e un poco meglio di ieri. Che puoi danzare con la forma senza esserne prigioniero. Che puoi essere forte, ma non duro. Che puoi essere presente, ma non invadente. Perché “La forza interiore è la protezione più potente che hai. Non aver paura di assumerti la responsabilità della tua felicità” (Dalai Lama)
Allora, tu che mi stai leggendo, che tipo di forza stai coltivando oggi? È ordinaria o straordinaria? È visibile o nascosta? È tua… o è quella che il senso comune ti ha chiesto di indossare? Sei tu, a tuo modo, forte, o ti proteggi dietro le tecniche e le certezze che hai appreso imitando al meglio lo stile, l’Arte che vai studiando?
Applicheremo concretamente quanto qui sopra, relativo al cap. 5 de “L’Arte della Guerra”, in un prossimo nostro incontro del Martedì.
Ogni presenza, vecchia o nuova, sarà la benvenuta.




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