martedì 8 novembre 2011

Wing Chun Boxing, il Seminario

Presso DAO, San Benedetto d. Tronto
29 e 30 Ottobre
 
Mi pare fosse Gaston Bachelard ad auspicare che Narciso passasse da “mi amo così come sono” a “sono così che mi amo”.
In questa piccola frase è racchiuso molto del “Seminario Wing Chun Boxing”.
·         Con l’apertura delle anche:  triangolo inguinale accogliente, aperto.
·         Con la postura aperta, che chiunque è capace, spontaneamente, di chiudersi in difesa sotto l’improvvisa minaccia di un assalto, ma solo un artista del combattere sa stare aperto, sa sostare ( so – stare, oh, oh, che bel gioco di parole !!) nel clima bollente, devastante, di uno scontro. Condizione, questa, indispensabile per non subire, per non reagire  quanto piuttosto per agire: prendere l’iniziativa e ribaltare la situazione.
·         Con la semplicità di un muoversi che già sappiamo fare; già tutti, di fatto, “maestri di Wing Chun”, ma di cui ci manca l’essere consapevoli.
Al saluto finale, il M° Valerio, come sempre ottimo “padrone di casa”, dice così: “Oggi non abbiamo fatto Wing Chun. Queste cose non le trovate sui siti, su youtube. Oggi abbiamo fatto fantascienza”.
A tavola, cucina prelibata, notevole, di papà Cicchi (cuoco di punta della regione Marche con eccellenti apparizioni televisive), Eleonora spende parole vive, emozionate ed emozionanti per chi l’ascolta, a descrivere il Seminario e quanto questo la tocchi nella vita quotidiana, nelle relazioni di tutti i giorni.
Questo, tutto questo, è il nostro Wing Chun Boxing. Semplicemente stupendo. Semplicemente … Wing Chun.




4 commenti:

  1. Come dissi al seminario la cosa curiosa e affascinante è che ogni volta non imparo, ma disimparo e come mi hai giustamente risposto Tiziano, è la via più rapida e migliore per imparare. Abbandonare lo standard, abbandonare qualcosa che ho fatto mio per comodità, per imparare a conoscermi e a conoscere il mio corpo.

    Oss.

    Andrès

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  2. Quanto ci complichiamo le cose aggiungendo al movimento passaggi in più che non servono, quante scuse si inventa la nostra mente per non arrivare dritti alla semplicità di un movimento. Quanta chiusura!
    E invece è solo togliere e aprire...
    E quanta vita mia si riflette nel mio corpo. Il dojo come palestra di vita, dove ci si scopre per come mai ci siamo immaginati di essere.
    Grazie Tizi per le belle parole, riferirò anche a papà Cicchi!

    OSS!!

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  3. L'apertura trovando la chiusura mi ha lasciato perplessa e il sostare, impossibile.

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  4. che bello il commento di andress ^_^
    e che voglia di esser stato tra voi e di esserl ole volte prossime....e che casino frustrante e incazzoso che è spesso(il piu delle volte in verità9 il disimparare, il non restare aggrappati a cio che si pensa di sapere, lo spogliarsi e l'aprirsi...

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