venerdì 28 febbraio 2014

Del corpo, dell’essere sempre corpo

“La mia passione per il corpo in movimento si basa anche sull'analisi di relazione che il corpo stesso intesse con il circostante. Ciascuno di noi si muove all'interno di uno spazio che è il suo vissuto ma che contemporaneamente entra in relazione con lo spazio/vissuto di un'altra persona. Nei movimenti reciproci tutto questo si manifesta chiaramente. Chiamo questo spazio comune, spazio di relazione”
(C. Coldy)

by Xakriuth
Viviamo anni di attenzione spasmodica al corpo. Un corpo, però, inteso come oggetto, corpo alienato, corpo separato, in un’operazione impossibile, dal “tutto” che è ogni individuo.
Eppure, che siano l’antico sapere taoista o gli studi di neuroscienze o la psicologia, è alla portata di tutti comprendere che
Noi siamo corpo, impasto fisicoemotivo complesso ed inseparabile; ovvero mai possiamo non essere corpo, mai possiamo lasciarlo nell’armadio, come faremmo con una giacca: noi sempre, in ogni momento, viviamo corpo.
Ogni gesto che compiamo, tanto più se ripetuto nel tempo, influenza il nostro stato emotivo fino a modellare idee e valori del nostro vivere quotidiano. Ah, ovviamente, vale anche il percorso inverso !
Partendo da ciò, possiamo, come faccio da anni, sostenere che nella forma percettibile del corpo si parafrasa sia il come si è che il come si agisce. Questo perché l’insieme psicofisico connette le tre parti: vita psichica, vita vegetativa inconscia e vita tonico - motoria, cosciente e riflessa. Ciò che le mette in relazione è il moto, presente in ogni essere vivente, anche quando questi assuma una posizione statica. Quest’ultima, infatti, non impedisce né respirazione, battito cardiaco, ecc né i moti d’animo, la “imago – azione”.
Qui, voglio solo, come faccio spesso !, prendere le distanze da pratiche corporee usuali, di “tendenza” oggi, come la preparazione atletica, l’uso di macchinari per gonfiare e/o irrobustire i muscoli, che hanno alle spalle una concezione semplicistica e meccanica del corpo umano, appoggiandosi ad una concezione scientifica di stampo ottocentesco. Ovvero una concezione che nega la complessità, quando, da anni, biologia, sociologia, management, matematica, fisica, economia, filosofia, psichiatria e psicologia, solo per citare alcune branche del sapere umano, stanno adottando i princìpi della complessità, a volte anche affrontando cambiamenti di paradigma.
Cosa significa complessità, nel campo del movimento ?
by Loulou52
Significa inglobare, per ottenere una gestualità efficace ed efficiente, con lo studio dei muscoli e delle articolazioni, con l’introduzione del concetto di catene muscolari e miofasciali, la muscolatura profonda, quella deputata, ma guarda un po’ !?, all’equilibrio.
Essa agisce grazie alle funzioni più antiche del nostro cervello, quello che, forte di milioni di anni di vita, ha nel tempo costruito una coordinazione superlativa, tale da condurre la muscolatura profonda ad agire con una sinergia tale da farla sembra un unico muscolo.
La muscolatura profonda, poi, è correlata al sistema viscerale, agli organi. Questi ultimi sono in gran parte composti da tessuto connettivale, ovvero le qualità di ogni organo in quanto a densità, idratazione, ecc. dipendono dagli stessi principi del tessuto connettivo del resto del corpo.
E’ così che un buon lavoro sulla muscolatura profonda permette all’individuo di essere corpo il più naturalmente e semplicemente possibile. Sì, naturalmente e semplicemente: ho scritto di complesso non di complicato così come “complesso” prende le distanze dal “semplicistico”, dal riduttivo, dalla sommatoria di elementi, che, in linea retta, A poi B poi C…, porterebbero all’obiettivo. E come no ?!?!?
Avete presente, in fisica, il fatto sconcertante che, come in un frattale, ad ogni nuovo livello studiato i fisici incontrano realtà sempre nuove ? Le particelle precedentemente considerate “elementari”, una volta che si scenda di scala, mostrano tutta la loro complessità; come osserva l’astrofisico Laurent Nottale, non è mai stato scoperto un livello in cui gli oggetti fisici diventino davvero semplici.
Oppure in sociologia, l’”ideologia delle reti”: Tutti i modelli dei sistemi sociali sono stati ridisegnati sotto forma di reti, reti formali, reti informali, reti di servizi, reti di sostegno, ecc. e sotto forma di  multidimensionalità.
Tralascio qui i campi che mi sono propri: Educazione / formazione, psiche e … Arti Marziali.
Dunque, per tornare a noi, muoversi contando consapevolmente sulla muscolatura profonda, permette uno sviluppo integrato dell’individuo, ovvero carattere e … personalità.
Si tratta di prestare attenzione, di essere consapevole  di quella parte del corpo, di quella porzione di gesto; poi di lasciarsi andare, di mostrarsi vulnerabile, di accettare i segnali, il fisicoemotivo che ti sta parlando; infine… di permetterti di sprofondare nel piacere di respirare, agire, in una parola, il piacere di essere vivo.
Scopriamo così che il corpo (ovvero io-corpo) non è come generalmente lo si intende ed allora? Nel momento in cui  è possibile percepire in modo accurato la diversa organizzazione interna che il corpo prende in relazione alle diverse situazioni, quello con cui ci ritroviamo non è solo un corpo diverso, ma anche un raffinato mezzo di indagine e di penetrazione della realtà e della cultura. Un corpo matrice di segni.
Corpo-Mente-Spazio-Cultura sono infatti in continua relazione e la possibilità di sentire e capire un polo (il corpo) ci permette di capire tutti gli altri.” (J. Tolja)
by Deadstarlight
Certamente, ognuno faccia, “si alleni” come crede. Un ragazzo a cui preme il successo sportivo, vuoi per le caratteristiche date dall’età che non l’aiutano a stare nel “lento”, nell’ascolto, vuoi per i tempi assai ristretti che richiede il raggiungere una performance agonistica di livello, si getterà su preparazione atletica e pesi: alte prestazioni ottenute in un lasso breve di tempo. Un individuo che consideri il corpo alla stregua di un vestito, si getterà in palestra a farsi addominali a “tartaruga” e bicipiti gonfi. Tempo addietro, un ex allievo mi disse che praticare pesi costantemente avrebbe aiutato ad invecchiare meglio, a muoversi meglio pur nell’avanzare dell’età … potenza del marketing o pura imbecillità ?
Io, di par mio, che so di essere un tutt’uno fisicomoetivo, scelgo altro.
Guardo muoversi  Anna Halprin, over novanta, Ruthy Alon, over ottanta, Emilie Conrad, over settanta, e so che in quella direzione voglio andare, in quella direzione voglio accompagnare i miei allievi.
In questa direzione:


“Perché tutti i miei colleghi sprecano le pause pranzo correndo ( più che in ufficio ) per fare 35minuti di zumba o pilates, quando potrebbero viaggiare in Sud America, stando seduti comodamente sul cesso dell’ufficio ……?” (A. Ambrogio)







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