lunedì 13 luglio 2015

La libertà di scegliere


Seminario Kenshindo
Agriturismo “Il Mondo Antico”
Rocca Susella (PV)
11 Luglio 2015

 

Falciata discendente obliqua. Arco di mezza luce che trancia l’aria calda, bollente. Luccichio improvviso, stella abbagliante, a stagliarsi sull’acciaio nudo.

La collinetta è tutto verde ed ancora verde. Si di un lato, ai bordi del laghetto, qualche pigro turista. Intorno, le viti e, più oltre, le colline del pavese.
Paesaggio mozzafiato per nove guerrieri dell’acciaio.

Il lavoro sul seigan, la guardia. Lo spazio tra il corpo indifeso ed il dorso dell’arma, istinto aggressivo, predatorio, lanciato oltre il tagliente, in un gioco armonioso e feroce tra yin e yang, di protezione ed assalto, che convivono nello spazio di un braccio.
Costruire seigan,la guardia, fase di transizione che comprende la forza stabile di un muro di ghiaccio e l’impeto dell’onda in piena.
Questo sì che è affacciarsi sul terreno di combattimento !!

Le sequenze di falciate discendenti ed ascendenti si succedono leste. Tranci di stuoia cadono flebili ai piedi del supporto.
Altre volte i tranci vengono brutalmente strappati dal fusto, cacciati a forza nella gola dell’arsura, sotto il sole cocente. Scaglie di una morte sofferta, priva dell’artistica lucidità assassina che l’acciaio sottile del katana impone. Mica siamo taglialegna, improvvisati boscaioli in hakama e obi, la cintura: tanto varrebbe usare l’accetta !!
Il taglio assassino, quello letale, chiede l’istante di un fermo immagine, mentre la lama cala oltre il bersaglio. E dopo, solo dopo quell’attimo breve e insieme lunghissimo, il trancio cadrà al suolo, esattamente sotto il trespolo.

Fa caldo. Sudiamo.
A volte la lama atterra goffa come una cicogna impacciata, gravata di chissà quale peso. L’acciaio morde la stuoia, financo la lacera, ma è lei a vincere, magari afflosciata, a volte  ancora retta e solo segnata in superficie, comunque ancora integra.
Ferita che sa di beffa per chi, di fronte a lei, ha calato la lama affilata per dare una morte, una separazione, certa e netta.

Ma è così.
Ognuno ad accettare il suo personale momento.
Il disvelarsi di chi si è in quel preciso momento. Terapia cruda e crudele di introspezione, di individuazione, di conoscenza di sé.

Il saluto finale, tra visi commossi, tesi e qualche riga di lacrime.
A tavola, alcool che scorre a volontà, le frasi, le esternazioni di cuore e di pancia di ognuno. Emozioni allo stato puro, emozioni condivise.
Monica e Manuela, gentili accompagnatrici del gruppo guerriero, ascoltano.
Il cibo, ancora il vino, buono e forte.
Per un clan di guerrieri che mi onoro di accompagnare lungo la “Via dello spirito della spada”, Kenshindo: la nostra, la mia, Via.

 “Contrariamente alla norma imposta dal modello culturale prevalente negli ultimi decenni in Occidente, la libertà non si esprime nel confondersi con le spinte pulsionali e collettive, ma con l’affermare distintamente il proprio nome, la propria identità, il proprio io e la vocazione espressa dal proprio sé”
(C. Risé).

 PS) Dato che per noi, come da Tradizione, il Tameshigiri è
“Tameshigiri è la simulazione dell'assassinio di un altro essere umano, e questo genera un grande potenziale di afflizione spirituale (…) Che siano antiche o recenti, le spade possono accogliere forze spirituali insondabili in grado di esercitare un incredibile potere (…)  enfatizzare eccessivamente questa pratica può generare un rischio spirituale quale quello di generare nei praticanti a vedere in questa pratica una sorta di gioco, un atteggiamento mentale che deve essere evitato poiché distorce la solenne natura di questa pratica “ Takamura Yukio
“Il Tameshigiri è solo uno degli aspetti della formazione nella pratica della spada e non dovrebbe essere visto come la sola opportunità nella pratica o fatto come un divertimento o uno sport. La pratica di tagliare materiale inappropriato come frutta, bottiglie d’acqua o altra “roba da circo” dovrebbe essere fortemente sconsigliata. Alla pratica della katana bisognerebbe  approcciarsi sempre con atteggiamento dignitoso  e sincero”. Obata Toshishiro 
raramente lo filmiamo e mai ne esponiamo in pubblico le immagini.
Questa volta, Monica ha ripreso il Tameshigiri per intero.

Chi, solo ed esclusivamente tra i praticanti Kenshindo presenti al Seminario, ne volesse una copia, la chieda direttamente a  Monica. Unico vincolo, farne solo ed esclusivamente un utilizzo privato.
Conto sulla vostra lealtà.
 



 

 

1 commento:

  1. la salita di Sisifo che non finiva mai per arrivare lassù..prima in auto,poi a piedi...ma eravamo una banda con dentro un Sisifo felice..i cuori colmi, ebbri di emozioni,affamati e letali quanto le nostre lama dei katana..la salita, un osare che ci ha fatto sentire vivi. Qualcuno ne è uscito sconfitto, una battaglia perduta ma non la guerra no!ancora ve ne saranno. E proprio lo stare uniti, senza chiacchere frivole, non disdegnando il cazzeggio certo, ma un fiume di emozioni che parla dalle viscere come l'alcool dentro le nostre gole..e buon cibo, buona compagnia di la vita è un gioco da grandi, senza prenderla troppo sul serio ma stando accorti alle piccole cose. Ognuno sà e nel suo cammino,sono certo ne farà tesoro. Buon viaggio guerrieri/e che ognuno scelga e quando non può farlo,scelga sempre cosa fare con quanto gli accade.

    Oss!!
    Gio

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