giovedì 1 giugno 2023

E si va a concludere la stagione

Pratico da quasi cinquant’anni, propongo il mio percorso da oltre quaranta e mi emoziono sempre. Mi pare che le emozioni più intense mi facciano intuire un legame particolare col mondo esteriore, mi inducano a sbirciare un centro appartato, nascosto, mi portino a galla delle immagini antiche arroccate dentro un certo abisso nella memoria umana.

Iconosfera che tutto avvolge, ad evidenziare il massimo effetto che possiamo estrarre dall’imprecisione di un’espressione, di un gesto accennato, di un colpo che manca di poco il bersaglio, di una lama che scivola debole sulla pelle.

Se fossero solo pugni e calci, leve articolari e bastonate, strangolamenti e coltellate, sarebbero ben poca cosa: passatempo per adulti con qualche paura di troppo o un’Ombra in cantina con cui temono confrontarsi, rifugio di certezze formali e diplomi stilati in lingue a loro incomprensibili.

Dentro a questa mia visione, visione Spirito Ribelle, che coniuga azione coraggiosa e creativa, combattente e flessibile, con l’evocare quelle pulsioni sotterranee ed inibite dalla società, dalla morale che censura Eros e Thanatos, il percorso che propongo ai compagni di viaggio non appare più solo nelle sue corrispondenze nascoste ma nella possibilità di metamorfosi: mondo in continua trasformazione, trans-forma che scivola dentro forme incompiute ed inesplorate.

Come raccontano i testi dello Yi Chuan, l’arte distruttiva da cui prende le mosse la versione giapponese, il Taiki Ken, che è nostra principale fonte di ispirazione, i processi psichici agiscono per immagini e poiché compito di ogni arte è produrre immagini, sono proprio le immagini lo strumento perfetto per portare in primo piano i contenuti del profondo. Artista marziale, del combattimento, la cui arte è disegnare immagini di traiettorie nello spazio a stamparsi sul corpo, sul volto, del contendente. Immagini che dalla Natura, dall’ambiente, mutano in immagini pescate dal profondo personale, dal sé fisicoemotivo, dal personale sapere motorio di ognuno, E’ questo il percorso che arricchisce l’artista combattente, là dove le immagini ora sono solo sue e non più passate da altri, imposte da altri.

E’ così: “Si attacca o ci si ritira seguendo l’istinto” (Tokitsu Kenji in Yi Chuan), che l’arte marziale, l’arte della distruzione, rifiuta d’essere semplice tecnica, semplice strumento di rappresentazione, consentendo all’inconscio di smarginare dai limiti dettati dalla coscienza, dal controllore interno, per esprimersi apertamente nello spazio, nella relazione conflittuale duale e di gruppo.

Corpo e mondo, questa è la nostra arte Kenpo Taiki Ken

Chi si unisce alla nostra ricerca?

 

 


 

 

 

 

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