by maxdesenhista |
La forza nel gomito deve essere grande, allora non temerai alcun
attacco
Jahng Dai Lick Yiu Hoang But Pa Yum Yan Goang
Jahng Dai Lick Yiu Hoang But Pa Yum Yan Goang
una
breve clip dimostrativa del nostro Wing
Chun Boxing.
In
particolare, alcuni aspetti del cuneo (lungo e corto).
Come
ogni Arte Marziale Tradizionale, ovvero votata all’efficacia ed efficienza in
combattimento, il Wing Chun si ispira all’area istintiva ed istintuale, a ciò
che immediatamente scatta in chi subisca un’aggressione. Per come intendiamo
noi l’Arte ( e con tutto il rispetto, ma
anche i distinguo, da chi la interpreti diversamente) si tratta di lavorare sui
sintomi del malessere e sulle tentate soluzioni ( lo spavento di fronte ad un
aggressore ,l’alzare le spalle, il fermare il respiro, il distendere
rigidamente gli arti superiori o il fletterli in una posizione fetale,
ecc.) per superarlo. Ovvero, lo scopo
del praticare è consentire di riavere
accesso alle proprie risorse inconsce. Questo presuppone che nell’inconscio
degli individui esista la capacità di far fronte ai problemi che essi hanno e
che il compito del ”conduttore”, attraverso la pratica marziale, sia riportare
alla luce queste risorse.
Tutto
ciò, come scritto da me più volte, in un’ottica in cui lo scontro fisicoemotivo
sia solo un’area di formazione per imparare ad affrontare gli scontri / le
conflittualità quotidiane nelle relazioni con i figli, con il / la partner, al
lavoro, con gli amici e … con se stesso ! Dunque il “fare a pugni” come
metafora e metonimia di quel che viviamo fuori dal Dojo.
Non
credo assolutamente a questa isterica propaganda per cui ad ogni angolo ci
sarebbe un bruto pronto ad assalirci.
Non credo che le paure di ognuno si
possano affrontare e risolvere “insegnando” a menare le mani.
Il
praticare AM, per me, è terapia per affrontare
le proprie zone buie, le parti Ombra; per conoscere e gestire le
pulsioni più profonde; per divenire adulto consapevole ed autodiretto in ogni
ambito del proprio vivere, per scrollarsi di dosso copioni imposti, ruoli
imposti.
Percorso
arduo, doloroso, ma vero percorso guerriero ( colui che sa stare nei
conflitti), di conoscenza.
Ad
altri, il praticare AM o simili
- come sfogatoio,
dunque come fuga, come allontanamento da sé e da quel che di sé non si vuole
ammettere o riconoscere: mi sfogo, tra sudate e cazzotti, poi … ritorno al mio
spiacevole e modesto ( altrimenti non
avrei bisogno di sfogarmi), tran tran quotidiano.
- come ginnastica, per
farsi un fisico simil modello gay di Dolce & Gabbana ( lubrico estetico) o
simil forzuto pompato ( una “corazza” che impressioni l’altro, scoraggiandolo
dall’aggredirmi e, nel contempo, una “corazza” per coprire le mie debolezze ?)
- come memorizzazione
di tecniche e sequenze, per ciò stesso convinto di diventare saggi e semi
invincibili.
Come
ogni Arte Marziale Tradizionale, il Wing Chun ha influenzato ed è stato
influenzato, da altre Arti votate al combattere: ogni individuo, giapponese,
cinese, filippino, italiano, ha due gambe e due braccia !!
Dunque,
personalmente credo che il cuneo, in tutti suoi aspetti, sia presente,
variamente interpretato, in diverse Arti Marziali. Come già detto, prendete un
praticante di kenjutsu, toglietegli il katana, e … avrete la stessa
impostazione “classica” di braccia di un Wing Chun man.
In
particolare, per quanto concerne il cuneo corto, parente stretto è il Silat.
Secondo alcuni, anzi, fu il Silat, data l’anzianità a lui attribuita, ad avere
per primo “codificato” il lavoro di “cuneo corto”.
Proprio
perché il “cuneo corto” nasce da un gesto istintivo di protezione ( su cui
intervenire perché si trasformi da
reazione di paura / difesa in azione, ovvero porti il praticante da una
situazione down ad una up), esso è variamente interpretato in molte pratiche
contemporanee di difesa personale / scontro fisico.
Urban
combatives,
la creatura di Lee Morrison. Morrison è stato praticante di diverse Arti,
compreso arti del sud est dell’Asia e deve molto del suo background a Geoff
Thompson, un esperto di scontri da strada ( ex buttafuori di locali notturni,
nonché, 6° dan di Karate)
Boxe
de rue,
la creatura di Robert Paturel. Questi è un ex praticante di Savate ( 103
combattimenti all’attivo), la boxe diffusasi tra i porti ed i quartieri
malfamati della Francia, agli inizi dell’800, lì importata da marinai che
avevano conosciuto le Arti Marziali d’Oriente.
Keysi, la creatura di
Justo Dieguez ed Andy Norman. Entrambi
allievi del mitico Dan Inosanto ( già allievo di Bruce Lee, esperto di diverse
arti del sud est asiatico e, tra queste ,proprio il silat), ed istruttori da
lui certificati, hanno dato vita a questa espressione di combattimento da
strada.
Ah,
ovviamente, esso è presente in diverse espressioni del Wing Chun e delle su
evoluzioni.
Per
es. qui, dove assume i connotati di un tan sao alto
by Misa - Chan |
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