“L’antitesi
Oriente-Occidente non ha più alcun senso, ma senso ha invece e soltanto la
nuova antitesi fra coloro che in ogni terra tornano a riconoscere il diritto di
una superiore visione spirituale come principio di civiltà e coloro che
tutt’ora appartengono al mondo crepuscolare, decomposto, barbarico, disanimato
dell’“età oscura”
(J. Evola)
Ma
cosa è, per la signora e chi la sostiene, l’educazione di genere ?
La
teoria del gender, distinguendo il genere dal sesso, afferma che il sesso sia interamente “natura” e il
genere interamente “cultura”.
Questo
di contro a chi, esistendo il genere femminile e quello maschile, sostiene che questi
in primis sono determinati soprattutto da una componente biologica che, in gran
parte, definisce le condotte, i comportamenti, l’approccio alla realtà e la
visione che si ha del mondo. Le differenze tra uomo e donna non sono originate
da fattori culturali, ma anzi spesso sono le convenzioni a essere direttamente
determinate dalle necessità dell’ambiente. E “queste necessità si manifestano in modo diverso nei due sessi” (E. Marino)
A
ribaltare quest’ordine immanente è
proprio la teoria del gender, che va di pari passo all’ambizione di affrancarsi
da qualsiasi tipo di limite e di predeterminazione in nome
dell’individualistica pretesa di libera disposizione di sé, ovunque e comunque.
La
Fedeli, e tutta la corrente di pensiero “politically correct” che imperversa
sui media, sui social network e nei salotti “buoni”, inneggia ad un
anti-naturalismo per cui non esiste una natura umana e questa non gioca nessun
ruolo nella costruzione dell’identità sessuale, pervasi dall’idea di stampo illuminista secondo cui
l’umanità sarà tanto più sviluppata e civile quanto più sarà in grado di
affrancarsi dal contesto biologico e naturale.
Questo
processo si attua mediante una retorica sui “diritti”, con cui si afferma che
la “decostruzione” dei ruoli sociali che attribuiamo a ciascuno dei sessi è fondamentale
per edificare una società di uguaglianza
reale.
La differenza di
genere è vissuta come una gerarchia imposta, l’uguaglianza vuole arrivare
all’indifferenziazione e creare un mondo in cui l’eterosessualità non sia più
normale.
La
nuova normativa introdotta con il DDL168 decide che l’istruzione in materia di famiglia
e sessualità sia data in appalto a enti
extrascolastici i quali intervengono sulle scelte inerenti materiali
didattici, corsi di formazione per docenti, alunni e genitori, modifiche dei
programmi scolastici stessi e
organizzazione di conferenze ad hoc.
by ptunink |
Questo
tipo di insegnamento, dunque, si fonda sulla
distinzione tra sesso e genere: il sesso è visto solo come un corredo genetico, un semplice insieme
di tratti biologici che nutrono la
distinzione maschio/femmina, il genere è invece quell’insieme di fattori
culturali e convenzionali che strutturano il bagaglio biologico, dando origine
alla diversità dei ruoli e degli status dell’uomo e della donna. Insomma, per
costoro, se il genere è un costrutto socioculturale, sono fattori non biologici
a condizionare il nostro crescere come uomini e donne e a incasellarci in
determinati ruoli (di genere) ritenuti consoni all’essere femminile e maschile.
Perciò
se si è maschi, ciò non significa che
sia naturale e dovuto comportarsi da uomini. Viene detto, di conseguenza,
“stereotipo di genere” il semplice fatto che un bambino giochi con dei
soldatini piuttosto che con delle bambole o che una donna porti una gonna
piuttosto che dei pantaloni.
Ovviamente,
la Fedeli e tutti queste pecorelle del gregge,
non ha mai sentito parlare dell’esperimento, condotto in un kibbuz
israeliano in anni non sospetti, in cui bambini e bambine vennero allevati /
educati dalla comunità senza distinzione alcuna né nei ruoli, né nei giochi.
Furono spontaneamente gli stessi bimbi, nel corso della fanciullezza, a
prendere orientamenti diversi, atteggiamenti diversi e giochi diversi: Natura
docet !!
Secondo
i sostenitori della supremazia del gender, l’identità di genere si forma lungo
la fanciullezza, grazie a fattori socio-culturali quali la famiglia e la
scuola, ed è perciò proprio in quell’arco di tempo che occorre intervenire per
superare i ruoli e gli stereotipi.
Un
simile approccio, si badi bene va oltre il riconoscimento della parità dei
sessi, ma interviene a manipolare le
identità dell’uomo e della donna. Poi, fino a che punto è legittimo non dare
dei riferimenti a un bambino? E soprattutto, eliminare ( sempre che sia
possibile !!) le differenze in nome di
un ibrido modello unisex, valido per entrambi i sessi, non sfocia in un
“cul de sac” in cui nessuno dei due
sessi troverà un compimento naturale?
Particolarmente
idiote mi suonano poi le parole con cui
la Fedeli bolla il maschile.
Avete
presente quell’orchestra monocorde che, da un decennio circa, suona la stessa
melodia della supremazia della donna in ogni campo del fare e del sapere umano
? Quella che passa attraverso convegni
scientifici (!?) quanto reiterate gags da avanspettacolo, dichiarazioni di
uomini pubblici quanto inchieste sui giornali “rosa”? Del tipo “Se la politica fosse in mano alle donne sì
che andremmo meglio”, ed io penso a Margaret Tachter, Condoleeza Rice,
Sarah Palin, o, in casa nostra, a Irene Pivetti, Maristella Gelmini, Alessandra
Mussolini, Marianna Madia, Mara Carfagna, Elsa Fornero, Renata Polverini, Rosa
Russo Iervolino, Dorina Bianchi, Maruska Piredda, Marylin Fusco, Eleonora
Cimbro, Michela Vittoria Brambilla, Sandra Lonardo. Devo continuare ?
by eugene - kukulka |
No,
signora Fedeli, noi maschi non abbiamo
bisogno di un “aiutino” per essere migliori e per “rispettare e accettare la libertà femminile”.
Ci
basta lottare contro le idee su sessualità e genere e la prepotenza subdola di
gente come lei. Contro la cacciata
dell’uomo dal suo habitat culturale maschile di riferimento: “sobrietà, ricerca del senso, addestramento
delle proprie forze, rapporto con la natura incontaminata, elevazione verso
l’alto” (C. Risè)
Quell’habitat
che proprio grazie a lei, rampante moglie del potente senatore Passoni, vero ?,
e a chi come lei vive ed esercita il potere godendo di una società di
consumismo sfrenato ed irresponsabilità dilagante foraggiati economicamente e intellettualmente
da potentati finanziari di ogni sordida risma, è oggi ridotto una sorta di discarica
di oggetti artificiali. Un habitat divenuto becero culto dell’immagine, sciocca
piazza virtuale per amicizie e valori di cartapesta, scarti d’idee mal consumate
atte all’arricchimento di promotori d’interessi economici in combutta con la
politica, amministrate da organizzazioni burocratiche e statali sempre più antidemocratiche
e lontane, addirittura ostili, alla gente.
Anche
contro di lei, onorevole (?!?) Fedeli, anche contro di lei, per ciò che lei
rappresenta e per come lei offende i valori di coraggio, autodeterminazione e
il senso profondo dell’identità maschile, la sua relazione con il femminile, il
significato simbolico del sesso biologico, l’importanza della presenza paterna
nell’educazione dei figli; il maschile come custode e leale donatore del sapere naturale e della
forza dell’istinto, mi onoro di battermi ogni giorno, in famiglia come al
lavoro,