“…
la sfera cognitiva si sviluppa per astrazione dal sensomotorio ed è illusorio
pretendere di sviluppare le capacità mentali senza ancorarle solidamente al
vissuto corporeo”
(V.
Bellia)
Ho già più volte scritto criticando e sbugiardando
apertamente l’impostazione ginnica, sportiva, che intende il corpo come una
“macchina”; impostazione priva di ogni conoscenza e consapevolezza che, invece,
il gesto, l’agire, investono identità e
area fisicoemotiva di ciascuno.
Dunque, di questi “parvenu” che imperversano anche nel
mondo delle Arti Marziali e dintorni, non intendo più occuparmi.Qui voglio occuparmi di noi, del nostro fare ed agire corpo, scrivendo alcune righe su come noi intendiamo il corpo stesso.
by SparklingSlushie |
Il primo elemento che incontriamo, che è “noi” nel contatto
con noi stessi come con gli altri è la pelle.
Elemento fondamentale perché … senza il “confine” pelle non
avremmo forma, la quale lascia la propria traccia quale elemento distintivo di confine
di sé. Essa è il rapporto immediato tra il nostro dentro e ciò che vi è fuori.
Ci basti riflettere sul fatto che tutti i vissuti dall’origine lo sono sulla
pelle, che tutto accoglie senza cancellare, infatti la pelle in primis, noi
ancora nel ventre materno, era un insieme intersensoriale con pori che si
impregnavano di rumori chimico-emozionali e vibrazioni sonore: “memorie
autoplastiche” secondo il pensiero della Globalità dei Linguaggi,
vera e propria immersione sonoro vibrazionale che è stata il nostro primo
sistema di comunicazione. La pelle, proprio perché organo più ampio del corpo umano, entra in contatto ricevendo ed emanando sensazioni, dialogando tra accettazione e repulsione, così in essa si sedimentano tutte le emos-azioni vissute sin dalla vita intrauterina e per tutto il corso della nostra vita, in una danza senza sosta in cui ogni aderenza suscita memorie sinestetiche e sistemi simbolici.
Nella pratica marziale, fare i conti con la pelle è gradino fondante di ogni progresso, così come la capacità di stare nel contatto di pelle, che è contatto di emozioni, con l’altro.
Sotto la pelle, tra gli altri, troviamo il sistema muscolare, quello che alcuni
(V. Bellia) chiamano “l’io
posso”. Ovvero ciò che sostiene il manifestarsi, il protendersi verso o
contro qualcuno o qualcosa.
Qui, la nostra pratica, si affida alla muscolatura profonda, in particolare alle concatenazioni
mio-fasciali(Struyf, Mezìeres e Busquet), le quali connettono l’intero organismo.
Chi ne sa di più, ha poi strutturato una rete in cui precise tipologie trovano corrispondenza nell’edificarsi di un certo tono posturale e dunque sono manifestazioni della nostra storia personale, oltreché essere collegate a fondamentali schemi di movimento che sono anche modalità di presenza. Questo, fino a costruire un rapporto diretto tra le principali cinque catene e la teoria cinese dei cinque elementi: Ma tale livello di sapere e pratica è troppo avanti per le mie di conoscenze !!
Noi ci accontentiamo di lavorare a partire dalla muscolatura profonda, ossia centrale al corpo umano, considerando quella superficiale il momento finale di ogni azione. Ovvero, non ci importa, anzi, consideriamo controproducente, la sola attenzione al fare del braccio quanto l’ispessimento dei muscoli flessori ed estensori del braccio, perché sollevare quel braccio comprende cercare dei punti di ancoraggio nel corpo, stabilizzare il torace e il bacino, prendere forza dal pavimento, come efficacemente ha mostrato il Maestro Aleksandar Trickovic ad uno dei suoi seminari Tai Chi Chuan. O, per dirla con il neurofisiologo Charles Scott Sherrington, quella “melodia cinetica” che affonda su una specifica e costante disposizione tonica, che del gesto è la tessitura di fondo, perché ogni azione si regge sulla postura.
D’altronde, già cinquant’anni fa Moshe Feldenrkrais scriveva “Più un muscolo è vicino al centro, più grande è la massa spostata dalla sua azione” (“Judo per cinture nere”, introduzione).
Dunque massima attenzione e “formazione” al “motore” centrale, anche se non visibile, piuttosto che dedicarsi all’ipertrofia così ambita ed amata dai nostrani espositori di carne !! (*)
Prima di affrontare la postura, due cenni al sistema
articolare, a quello organico ed alle ossa.
Le articolazioni (nel
corpo umano se ne contano circa 360) sono
il legame tra le parti, l’inclusione di una parte in un insieme armonico. Nel
loro insieme, il compito delle articolazioni è di tenere uniti i vari segmenti
ossei, in modo tale che lo scheletro
possa espletare la sua funzione di sostegno, mobilità e protezione.
Il sistema organico
ha un rapporto funzionale prima di tutto con i bisogni di base - nutrirsi,
evacuare, recuperare - e subito dopo con qualità come la passionalità, la
consapevolezza dell’immediatezza, la sensualità in senso lato, la rotondità, il
volume, l'energia. Con esso siamo presenti all’apparato energetico, non governabile
anche se passibile di “formazione” (e non di ”allenamento” !!), fondamenta
della vita emozionale. Dunque, un sistema essenziale, fondante la vitalità di ogni agire, figuriamo una pratica di lotta
e scontro !!
Le ossa, sono
ciò che è solido, su cui ci si può sostenere, che indica le direzioni al corpo,
ovvero la sua spazializzazione, poi sono anche conduttori di vibrazioni, quindi
“il
supporto di una sensazione unificata di sé” (“Se la cura è una danza”
di V. Bellia).
L’intelaiatura
ossea è quella che consente l’incontro con il carapace
muscolare. Particolarmente utile, per gestire il muoversi nello spazio, mi fu
l’immagine suggerita dal Maestro Tokitsu, di “vedersi” scheletro agire.by D-k-S |
Sintetizzando al massimo, possiamo scrivere che postura è la posizione del corpo e
delle sue parti in rapporto alla gravità e all’ambiente.
La postura è un concetto dinamico che si esplica sui tre
assi dello spazio nei passaggi dalle varie stazioni: in piedi, seduta e
distesa.Varie sono le qualità che contribuiscono a formare una postura efficiente e funzionale: neurofisiologici, biomeccanici, psicologici, emotivi e relazionali. L’atteggiamento posturale che una persona prende non è un fatto semplicemente meccanico, ma è anche un significante espressivo delle sue motivazioni e del suo modo di porsi di fronte agli altri e nell’ambiente.
Le relazioni tra personalità e postura chiedono quindi un approccio globale, in grado di amalgamare la componente biomeccanica con quella neuromotoria e psicomotoria.
Semplificando, possiamo elencare tre fattori
interdipendenti che condizionano la postura:
- quello neuromuscolare: la struttura genetica,
l’uso del corpo nella vita quotidiana e nell’attività professionale,
l’efficienza muscolo-scheletrica, l’equilibrio;
- quello emotivo: il
grado di soddisfazione / insoddisfazione della propria vita personale;
- quello biochimico
e viscerale.
E qui, con la postura, si riapre un mondo, non fosse altro
perché, come scritto più volte,
ogni
individuo agisce secondo l’immagine che ha di sé.
Immagine corporea, ovvero contorni, rapporti spaziali tra
gli arti, senso cinestetico, ma anche immagine che comprenda sentimenti e
pensieri.
Un insieme
indivisibile che conferma la necessità di una “formazione” complessa e
complessiva. Non a caso, piccolo esempio nostrano, noi non insegniamo un
movimento (una tecnica), ovvero a sostituire un’azione con un’altra, quanto
miriamo a suscitare nel praticante (metodo maieutico) un efficace ed efficiente
modo d’agire, cioè “operiamo sulla
dinamica e sul processo dell’attività in generale” (“L’espressione
corporea” M. Feldenkrais).
“Abbiamo
bisogno di pensare con sensazioni nei nostri muscoli”
(Albert
Einstein)Chi, invece, magari più che incuriosito da questa mia ormai quasi ventennale battaglia contro la superficialità ginnica, volesse leggere qualcosa di più “profondo”, può orientarsi sui datati ma sempre ottimi
“Pensare col corpo” di Tolja e Speciani (ne è recentemente uscita una nuova edizione, arricchita ed ampliata)
“Anatomia esperienziale” di A. Olsen
“Il manuale del mezierista” vol. 1 e 2 di G.D. Struyf
O applicandosi alla lettura dei volumi di Moshe Feldenkrais.
Meglio ancora … praticare, cimentandosi col metodo Feldenkrais, la Danza Sensibile ecc ecc
Nessun commento:
Posta un commento