Le ombre della sera, a spalmare di nero i contorni di una
veranda, di una tavolata, che spicca decisa e chiassosa.
Le mie gambe hanno percorso tanta strada, le mie mani
hanno toccato tanti volti, i miei occhi hanno incontrato tanti occhi e tutto
questo è rappresentato qui, in questa tavolata.
Perché il mondo Z.N.K.R. è dove ho visto tutti costoro e
quelli, a decine e decine, che ci sono passati prima.
Perché il mondo Z.N.K.R. è parte importante della mia vita,
che si è mischiata e mischiata ancora con la vita tua e di chi c’è stato prima.
Nastro lungo quasi quarant’anni che si fa beffe di ogni
logica, piantando in una metropoli dal gusto così “trendy & cool” un clan
dal sapore antico; dalle pratiche di lotta che attingono ad un medioevo lontano
nel tempo e nella geografia; dalle relazioni improntate ad una maschia e virile
sincerità che non disdegna lo scontro, il diverbio perché sa che la pace,
quella vera, nasce dal sapere gestire i conflitti, non nel negarli, dalle
diversità accettate anche quando queste significhino prendere la porta ed andar
via. Tanto la porta resterà sempre aperta.
Onda anomala, in un piatto stagno di mediocrità e
conformismo. Onda che solleva e trascina ed invade e non si ferma mai.
Luogo dove chi entra, nel farsi guerriero, sa che per
essere coerente con se stesso, avrà da rompere ogni schema mentale che lo rinchiuda
nell’ovvio e nello scontato; sa che agli occhi altrui apparirà incoerente e
folle perché non allineato al buon senso comune; sa che chi lo conosceva prima
stenterà a ri – conoscerlo, ad accettarne il cambiamento e questa sarà la prova
più dura, quella su cui molti sono caduti per non rialzarsi più, soprattutto
quando sei tu stesso a faticare a
ri-conoscerti.
Artisti capaci di stare in equilibrio sopra burroni
scoscesi di Ombre minacciose; di scorrere lungo l’intensità del contatto fisico
accogliendo a piene mani l’efflusso delle mozioni; creatori e dispensatori di
una fervida produzione immaginativa.
Se ci fosse un dio serpente a divorare le stelle, ad ingoiare la luna, avrebbe le fattezze di una bestia senza pancia né grida. Ma le stelle illuminano la notte, la luna resta appesa ad un filo invisibile. Perché nessun dio serpente c’è ad annientare quanto siamo e quanto siamo stati. Nessun oblio sarà così forte da sradicare memoria ed esperienza.
Qui, una ventina attorno ad un tavolo, ma decine e
centinaia sparsi ovunque a raccontare, ognuno a suo modo, chi poco e chi tanto,
cosa è, cosa è stato, vivere Z.N.K.R.
Che la festa continui !!
“Ogni
bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista una volta che si
cresca”
(Pablo
Picasso)
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