Sabato 16 Luglio
Concerto d’arpa e non solo, con tema la prevenzione del suicidio
A volte ho ancora paura del cammino. So che voglio vedere, voglio
conoscere gli angoli più oscuri di me stesso. E forse tutto andrà bene là, dove
il vento freddo mi porterà. Oppure no.
Ancora a una volta, e i ricordi di un cammino che non fu in
solitario si fanno sempre più sbiaditi, lontani come sono nel tempo, sono solo,
passo dopo passo.Il mio sguardo vulnerabile va alla luna, pallida e distante, a cui mi rivolgo ogni notte che il peso della ricerca, del cammino, della voce fuori dal coro, diventa pietra sulle mie spalle. Notte del mio scontento, tu sei una faccia di purezza bianca che si staglia tremula sul contorno altrimenti nero dei palazzi e dell’imbroglio delle strade dove uomini e donne trattengono a stento la loro dignità, tentati dal barattarla per un piacere, un vizio, una punta di potere o di effimera notorietà.
Niente può fermare il tempo e la traiettoria del viaggio, che sia di corsa o di passo stanco.
Se anche avessero deciso di farti il vuoto attorno, di allontanarti dal consesso sociale, forse per le parole forti, forse per quelle pratiche che denunciano il dolore, quello vero, forse per le acide correnti notturne che ti agitano nel sonno, costoro non vedono oltre la tua presunta fragilità, non sanno scorgere la tua dolce forza.
... sono nato con un cuore d'acciaio |
E’ questo che penso, che sento dentro.
Che ogni ricercatore, ogni eretico, ogni guerriero di pace,
famoso o no che sia, è un solitario.
Saranno le note, a volte lamentose a volte violente,
dell’arpa, sguardo di donna dalle forme suadenti sul pubblico, in questa
“Lonely Nights”: notte di musica e riflessione scavata dentro il dramma dei
suicidi.
Saranno questi suoni antichi, a volte piegati al ritmo
moderno del rock metallico.Saranno loro, a portare l’odore acre di questi anni morti, a incontrare una moltitudine di destini che, se poi uno sparisce, si perde, chi se ne accorge?
Non è per niente facile condividere, con la musica, queste “Lonely Nights”, notte e note nere dedicate alla prevenzione del suicidio. Sempre che un suicidio si possa davvero prevenire.
... devi alzarti, trasformare i tuoi errori in oro |
Chissà cosa ha spinto questo pubblico eterogeneo a venire
qui. Soprattutto, chissà come sta, cosa prova questo pubblico eterogeneo
affacciato sull’anfiteatro della “Casa della Musica”, in Cesano Boscone.
Chissà se qualcuno di loro ha incrociato gli uomini e le donne
consumati e scavati e condotti via, senza ritorno, da una storia personale di
fragilità e dissenso; quante illusioni schiantate contro le fauci di una vita
cannibale e le scelte errate non fatte ma da cui si è stati fatti.
C’è ancora speranza, ci deve essere speranza, dicono con
sufficienza gli intellettuali che si addormentano nelle loro case perfette
senza essersi mai nemmeno sbucciati la pelle nella follia della lotta.
Io, invece, note dolci e violente di arpa tutt’intorno,
affermo che c’è la determinazione, l’istinto dello scontro e dell’acciaio, la
bellezza tenera di ogni sentimento romantico, di ogni emozione fragile che
nella fragilità si celano radici di sensibilità e di dignità, di intuizione
dell’indicibile e dell’invisibile che sono nella vita, unici a consentirci di comprendere
e condividere gli stati d’animo e i modi di essere esistenziali degli altri da
noi.Forza, acciaio e tenera fragilità, profonda vulnerabilità. Questi sono per me gli ingredienti della pozione magica in grado di sostenere il mal di vivere, quel veleno corrosivo che ti entra dentro e lentamente ti fa perdere e scomparire fino a varcare la soglia ultima del suicidio; gli ingredienti che, pur nella solitudine, ti fanno comunque sentire che c’è un mondo da vivere attorno.
Certo, alla conoscenza della propria forza e della propria
fragilità, indissolubile mistura che, come nel vortice del TAO, sempre gira, si
mischia, caffè e latte che, una volta cappuccino, niente e nessuno potrà mai
separare, rimandare all’origine, non si giunge se non camminando sui sentieri
che portano alla nostra interiorità. Sentieri, un percorso, che costa fatica
seguire, perché ci sbattono in faccia le nostre emozioni e le nostre
sensibilità e quelle angosce dalle quali sarebbe più comodo fuggire ignorandole
e vivendo come se non fossero in noi.
Invece ci sono e sono noi.
Allungo la mano dentro la mano di Monica, che ha accettato
di accompagnarmi in questa insolita notte.
A volte, la solitudine pesa meno se hai qualcuno accanto. A
volte, è più facile non perdersi se hai qualcuno accanto, anche solo per uno
dei mille minuti del tuo vivere.
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