Ampio l’ingresso al castello di Voghera, la luce di una
giornata che odora d’estate ad attenderci.
Con Monica, dopo una passeggiata tra le bancarelle del
mercato e la piazza del centro, siamo a curiosare dentro l’obiettivo per cui
siamo a Voghera:
la
mostra fotografica
“Tra luoghi e persone”.
C’è il tempo di dare un’occhiata al castello visconteo, tra la parte ben restaurata e quel che resta
dell’antico carcere.
Incontriamo Luca
Cortese, uno degli espositori, che bene ci spiega il senso della mostra e
il contesto, cittadina e castello, che la ospita.
Ennesimo pezzo di una bellissima Italia, tra colline
verdi e quello che fu un manicomio in cui operò Cesare Lombroso, le sale del
castello affrescate dal Bramantino e il neoclassico palazzo Gounela, una immane
cattedrale rinascimentale e il tempio sacrario della cavalleria italiana,
strattonata tra l’indifferenza pubblica e gli sforzi entusiastici per salvarla
di pochi volontari.
La mostra, promossa dal gruppo “Spazio 53” con il patrocinio dell’assessorato alla cultura del
comune, proprio per essere una collettiva, ci permette una piccola carrellata
su diversi “occhi” fotografici.
Se, almeno pe me, la buona Arte è quella che sa
emozionarmi, alcuni di questi “occhi” mi hanno colpito.
Penso a
Francesco
Cito,
i cui bianco e nero su scorci di matrimoni napoletani sanno giocare
squilibrando ironicamente “figura e sfondo”, per dirla col linguaggio della
Gestalt.
Pio Tarantini, le
cui immagini sono certo belle ma … la luce, la luce di quelle fotografie, non
so spiegare perché, mi ha catturato, quasi incantato e fatto stare bene, tanto
che me ne sono staccato a fatica.
Luca
Cortese, i cui paesaggi chioggiotti sanno confondersi e
confondere, come ad aprirsi su uno spazio altro, infinito, in cui è facile
perdersi per chissà cosa e chissà dove ri – trovarsi.
Altri “occhi” mi sono risultati indifferenti, persino
noiosi.
E, come sempre faccio in questi casi di distanza, di
noia, da interpreti e loro interpretazioni, mi riservo, una volta a casa, di
interrogarmi su cosa, di profondamente nascosto, mi lega, mi tiene dentro
queste sensazioni, su cosa ci sia di me, forse, che non voglio vedere.
Per chi volesse, la mostra resta aperta, ingresso libero,
fino al 7 Ottobre.
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