lunedì 16 marzo 2020

Talento Ribelle




Aprire un libro e trovarsi subito immersi nella cucina di un ristorante non è che mi aggradi.
Non ne posso più di questi anni di sovraesposizione di chef e gare di cucina; di prepotenze e maleducazione che gli stessi elargiscono a piene mani su poveracci che, pur di guadagnarsi un posto di rilievo in un talent show, si lasciano umiliare e sbeffeggiare; di ambienti dove allignano quell’altezzoso personaggio che sentenzia di alta cucina ma, per qualche soldo in più, si fa imbonitore di una patatina in sacchetto, quell’altro con indimostrata capacità culinaria (quante stelle Michelin? Nesuna…) ma una famiglia “potente” (madre nota “attrice” di pellicole pecorecce e papà imprenditore) alle spalle, quello la cui fama è dovuta ben più alle capacità imprenditoriali, al business, che a quanto sappia fare in cucina.
Eppure, l’apertura di

Talento Ribelle
perché infrangere le regole paga (nel lavoro e nella vita)

è il succulento (restiamo in tema!!) inizio di una interessante cavalcata che Francesca Gino, scienziata comportamentale italo-americana, professore di economia aziendale della famiglia Tandon e capo unità dell'unità di negoziazione, organizzazioni e mercati presso la Harvard Business School, compie nel mondo imprenditoriale, in particolare quello U.S.A., testimoniando, dati alla mano, il successo che il “talento ribelle” ottiene in ogni branca del business.

E’ vero che  i ribelli hanno sempre goduto di una cattiva reputazione: portatori di caos, in disaccordo con il senso comune e refrattari alle regole.
Ma, scrive Francesca Gino, i ribelli possono essere  quelli che cambiano il mondo in meglio con le loro idee e le soluzioni non convenzionali, i portatori di innovazione e cambiamenti radicali.
E le aziende, quelle che volontariamente hanno osato cambiare e quelle che sono state costrette a cambiare per non morire,  si sono accorte di loro.
La Pixar, multinazionale casa di produzione cinematografica, la Ariel Investments, società di investimento specializzata in titoli a piccola e media capitalizzazione, la Valve Software, che si occupa di sviluppo e distribuzione di prodotti hardware e software, tra cui la piattaforma leader per la distribuzione di giochi per pc, la BBC, società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo nel Regno Unito, sono solo alcune delle aziende, citate nel libro, che grazie al “talento ribelle” sono riuscite ad uscire  da una crisi profonda o ad emergere sbaragliando la concorrenza.

Le esperienze riportate nel corposo libro mostrano che i ribelli efficaci sono persone che infrangono le regole in modi positivi e produttivi. Essere ribelli comporta avere il coraggio di usare cinque talenti (novità; curiosità; prospettiva; diversità; autenticità) e di farlo sia al lavoro che nella vita privata. Essere ribelle è combattere la tendenza, tipica della nostra natura umana, verso tutto ciò che è comodo, confortevole e familiare.
Una equilibrata dose di ribellione comporta l’avere, ognuno in dosi diverse, ciascuno di questi elementi chiave. È così che i ribelli possono cambiare in meglio le cose, senza restare imprigionati nell’arroganza sterile o nell’atteggiamento ripetitivo del “bastian contrario”.

Il rapporto fra innovazione ed esecuzione, scrive Francesca Gino, comporta sempre un grado di creatività determinata dal contesto e dall’autonomia di chi agisce. È oramai sempre più noto alle aziende che la qualità di una performance è legata a dinamiche "ribelli" di rule-changing creativity.
I dati riportati nel libro, spingono a ritenere che più “talento ribelle” sia presente e considerato in azienda, più la stessa viaggia con un clima interno di grande soddisfazione e con un alta percentuale di obiettivi raggiunti.
Infatti, la pressione per adattarsi alle regole, per conformarsi, ha un impatto negativo significativo sull'impegno, la produttività e l'innovazione dei lavoratori, siano essi dipendenti o manager.
Finalmente, le aziende all’avanguardia si sono accorte che i ribelli ispirano e insegnano attraverso l'azione e dunque hanno tutto da guadagnare favorendo il “talento ribelle”: Incoraggiare il giusto tipo di violazione delle regole è ciò che i leader di oggi devono fare per aiutare le loro organizzazioni ad adattarsi ai cambiamenti pena il restare indietro nella spietata concorrenza che pervade il mercato.

Senza sottovalutare quanto possa essere importante il “talento ribelle” nella vita privata. La Gino ci spiega come abbia iniziato a interessarsi a questo progetto con l’intenzione di capire che cosa comporti infrangere le regole nel lavoro, ma infrangere le regole ha scoperto che arricchisce ogni aspetto del vivere: Vivere una vita da ribelli è energizzante, è vitalità anche nella sfera personale.
Tutto questo, come già scritto, dati alla mano e ricerche documentate.

E che c’entrano le pagine iniziali dedicate alla cucina?
C’entrano e parlano di Massimo Bottura, proprietario e chef de “L’Osteria Francescana”, già due volte decretata miglior ristorante al mondo nella classifica dei World’s 50 Best Restaurant, tre stelle Michelin, non certo un volto noto della TV (!!), che ha infranto la tradizione rivoltando ricette italiane tramandate da secoli, mettendo in discussione le procedure di cottura e creando versioni innovative e sorprendenti dei piatti tradizionali.
Uno che afferma: “Non lasciate che la tradizione vi vincoli. Fate in modo che vi renda liberi”.

Un libro dal caratteristico stile yankee, ma preciso nei riferimenti, accurato nel sostenere la sua tesi sostenendola con ricerche ed indagini inconfutabili e pure un libro di scorrevole lettura.
Poi, quando si tratta di “Ribelle”, come posso non accostarmi con piacere ed empatia?!?!


Nessun commento:

Posta un commento