Aprire un libro e trovarsi subito immersi nella cucina di
un ristorante non è che mi aggradi.
Non ne posso più di questi anni di sovraesposizione di
chef e gare di cucina; di prepotenze e maleducazione che gli stessi elargiscono
a piene mani su poveracci che, pur di guadagnarsi un posto di rilievo in un
talent show, si lasciano umiliare e sbeffeggiare; di ambienti dove allignano
quell’altezzoso personaggio che sentenzia di alta cucina ma, per qualche soldo
in più, si fa imbonitore di una patatina in sacchetto, quell’altro con
indimostrata capacità culinaria (quante stelle Michelin? Nesuna…) ma una famiglia
“potente” (madre nota “attrice” di pellicole pecorecce e papà imprenditore)
alle spalle, quello la cui fama è dovuta ben più alle capacità imprenditoriali,
al business, che a quanto sappia fare in cucina.
Eppure, l’apertura di
Talento
Ribelle
perché
infrangere le regole paga (nel lavoro e nella vita)
è il succulento (restiamo in tema!!) inizio di una
interessante cavalcata che Francesca
Gino, scienziata comportamentale italo-americana, professore di
economia aziendale della famiglia Tandon e capo unità dell'unità di
negoziazione, organizzazioni e mercati presso la Harvard Business School,
compie nel mondo imprenditoriale, in particolare quello U.S.A., testimoniando,
dati alla mano, il successo che il “talento ribelle” ottiene in ogni branca del
business.
E’ vero che i ribelli
hanno sempre goduto di una cattiva reputazione: portatori di caos, in
disaccordo con il senso comune e refrattari alle regole.
Ma, scrive Francesca Gino, i ribelli possono essere quelli che cambiano il mondo in meglio con le
loro idee e le soluzioni non convenzionali, i portatori di innovazione e cambiamenti
radicali.
E le aziende, quelle che volontariamente hanno osato
cambiare e quelle che sono state costrette a cambiare per non morire, si sono accorte di loro.
La Pixar,
multinazionale
casa di produzione cinematografica, la Ariel
Investments, società di investimento specializzata in titoli a piccola e
media capitalizzazione, la Valve
Software, che si occupa di sviluppo e distribuzione di prodotti hardware e
software, tra cui la piattaforma leader per la distribuzione di giochi per pc,
la BBC, società
concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo nel Regno
Unito, sono solo alcune delle aziende, citate nel libro, che grazie al “talento
ribelle” sono riuscite ad uscire da una
crisi profonda o ad emergere sbaragliando la concorrenza.
Le esperienze riportate nel corposo libro mostrano che i
ribelli efficaci sono persone che infrangono le regole in modi positivi e
produttivi. Essere ribelli comporta avere il coraggio di usare cinque talenti
(novità; curiosità; prospettiva; diversità; autenticità) e di farlo sia al
lavoro che nella vita privata. Essere ribelle è combattere la tendenza, tipica
della nostra natura umana, verso tutto ciò che è comodo, confortevole e
familiare.
Una equilibrata dose di ribellione comporta l’avere, ognuno
in dosi diverse, ciascuno di questi elementi chiave. È così che i ribelli
possono cambiare in meglio le cose, senza restare imprigionati nell’arroganza
sterile o nell’atteggiamento ripetitivo del “bastian contrario”.
Il rapporto fra innovazione ed esecuzione, scrive
Francesca Gino, comporta sempre un grado di creatività determinata dal contesto
e dall’autonomia di chi agisce. È oramai sempre più noto alle aziende che la
qualità di una performance è legata a dinamiche "ribelli" di
rule-changing creativity.
I dati riportati nel libro, spingono a ritenere che più “talento
ribelle” sia presente e considerato in azienda, più la stessa viaggia con un
clima interno di grande soddisfazione e con un alta percentuale di obiettivi
raggiunti.
Infatti, la pressione per adattarsi alle regole, per
conformarsi, ha un impatto negativo significativo sull'impegno, la produttività
e l'innovazione dei lavoratori, siano essi dipendenti o manager.
Finalmente, le aziende all’avanguardia si sono accorte
che i ribelli ispirano e insegnano attraverso l'azione e dunque hanno tutto da
guadagnare favorendo il “talento ribelle”: Incoraggiare il giusto tipo di
violazione delle regole è ciò che i leader di oggi devono fare per aiutare le loro
organizzazioni ad adattarsi ai cambiamenti pena il restare indietro nella
spietata concorrenza che pervade il mercato.
Senza sottovalutare quanto possa essere importante il “talento
ribelle” nella vita privata. La Gino ci spiega come abbia iniziato a
interessarsi a questo progetto con l’intenzione di capire che cosa comporti infrangere
le regole nel lavoro, ma infrangere le regole ha scoperto che arricchisce ogni
aspetto del vivere: Vivere una vita da ribelli è energizzante, è vitalità anche
nella sfera personale.
Tutto questo, come già scritto, dati alla mano e ricerche
documentate.
E che c’entrano le pagine iniziali dedicate alla cucina?
C’entrano e parlano di Massimo Bottura, proprietario e
chef de “L’Osteria Francescana”, già due volte decretata miglior ristorante al
mondo nella classifica dei World’s 50 Best Restaurant, tre stelle Michelin, non
certo un volto noto della TV (!!), che ha infranto la tradizione rivoltando
ricette italiane tramandate da secoli, mettendo in discussione le procedure di
cottura e creando versioni innovative e sorprendenti dei piatti tradizionali.
Uno che afferma: “Non
lasciate che la tradizione vi vincoli. Fate in modo che vi renda liberi”.
Un libro dal caratteristico stile yankee, ma preciso nei
riferimenti, accurato nel sostenere la sua tesi sostenendola con ricerche ed
indagini inconfutabili e pure un libro di scorrevole lettura.
Poi, quando si tratta di “Ribelle”, come posso non
accostarmi con piacere ed empatia?!?!
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