Il veneto sa offrirti molto.
Non solo paesaggi incantevoli, laghi che paiono nascondere alla vista elfi e
fate, montagne ripide e severe, larghi fiumi il cui pigro scorrere mima il
lento oscillare della schiena di un drago enorme. Anche storia umana intensa,
dolorosa e violenta, là dove lo sterminio della guerra ha lasciato tracce di
trincee, scavi, gallerie. Poi, monumenti, case, interi paesi che sanno
raccontare dell’uomo e delle sue vicissitudini di secoli e secoli.
Allora, grazie all’intraprendenza del giovane Lupo, oggi
siamo a ville venete, a due delle tante antiche ville che trapuntano la regione.
Susy al volante, guida allegra
e con brio, raggiungiamo villa Foscari, nota anche come la Malcontenta. (https://www.lamalcontenta.com/index.php/it/)
Progettata dal Palladio (1) per Nicolò e Alvise
Foscari, al ritorno dal suo ultimo viaggio a Roma (1554), è l'unica dimora
progettata dal celebre architetto vicentino in provincia di Venezia.
Le forme sono ispirate a un tempio esastilo d’ordine ionico
(2). Il piano nobile della Villa è decorato da un ciclo di affreschi di
Gian Battista Zelotti (1526 - 1578) con temi tratti principalmente dalle
Metamorfosi di Ovidio, ovunque l’arredo rimanda a gusti e tendenze di un
passato che affascina.
Ottimamente tenuta dagli attuali proprietari, discendenti
alla lontana dai committenti stessi, chiede però un ingresso a 10,00 e vieta,
all’interno, di fotografare o filmare.
Il paragone con l’enorme e ben
più affasciante
villa Pisani,
di pubblica proprietà, con un biglietto
d’ingresso dai costi irrisori e nessun divieto d’immagine, è illuminante, come
sempre, sulla differenza tra pubblico e privato, quando il primo funziona a
dovere!!
Villa Pisani (https://www.villapisani.beniculturali.it/), non
a caso identificata come la “regina delle ville venete”, offre oltre 100 stanze
che, nel corso dei secoli, hanno ospitato dogi, re, imperatori e capi di stato.
Oggi è un museo nazionale che conserva arredi e opere d'arte del Settecento e
dell'Ottocento, ad opera di Gianbattista Tiepolo, Giambattista Crosato, Jacopo
Guarana, mobili antichi di straordinaria fattura e decine di statue.
Un parco enorme consente passeggiate all’ombra di alberi
secolari, in un contesto che, non a caso, se nei nostri anni ha ospitato le
riprese di “Porcile”, film di Pierpaolo Pasolini, e di diversi video musicali,
in anni lontani, oltreché dimora della famiglia Pisani, giunta a ricoprire le più alte cariche della
Repubblica di Venezia, ospitò, tra gli altri, Napoleone Bonaparte, il figliastro
Eugenio di Beauharnais, viceré d'Italia, l’imperatrice d'Austria Marianna
Carolina, il re di Spagna Carlo IV, lo zar di Russia Alessandro I, il re di
Grecia Ottone e l’incontro ufficiale tra Mussolini e Hitler.
Un forte odore di Storia, con la “S” maiuscola ma anche di
“storie”, storie di uomini e donne che hanno percorso il cammino d’Europa e
d’Italia indirizzandolo e lasciando sempre un segno della loro presenza.
“L’Osteria del Baccalà” è un tripudio di qualità,
non solo col baccalà sfornato in mille modi, ma anche con un ineguagliabile
fritto misto di pesce e diversi altri piatti mai banali, il tutto dandoci
dentro col vino, che Susy è perfetta compagna di bagordi.
Poi, il ritorno a Bassano.
Sono anche i giorni in cui
stendere un velo di melanconia, striato di dolore mai sopito, che come
l’incedere di un gatto è lieve, nemmeno lo senti, ma ti sorprendi a perdertici
dentro, a lasciarti andare.
Sono i giorni in cui le forze scatenanti dell’amore
declinano certezze e parole che però non possono esistere, e questo mi fa
piangere e sospirare.
Sono i giorni ovattati di ricordi che mi facevano sognare a
scontrarsi con oscenità e menzogne, ferite che mi hanno fatto sanguinare.
Sono i giorni in cui ricostruire è necessario per salvare.
Allora cerco uno sguardo, una mano, un odore che mi è
familiare.
Qualcuno ha scritto su un muretto “Grazie perché mi hai
portato in paradiso senza uccidermi mai”. Se sono ancora vivo, allora, un
senso c’è. Se sono ancora vivo è perché le oscenità e le menzogne che mi hanno
colpito, forse, non volevano uccidermi o non sono state capaci di farlo.
A questo mi aggrappo, ed io, contrariamente a quel che
cantava Vecchioni, non ho alcun bisogno di scuse per poter restare, per volere
restare, per amare chi, lo so, lo sento, a sua volta mi ama.
Poi, perdio, sarà quel che sarà.
Sono anche i giorni della spesa
al supermercato con Monica: la birra belga che a Milano costa quasi 5 euro, qui
è venduta a 3,99, le gallette là 3 euro qui 1,99.
A fare in culo la CGIL e tutta la compagnia partitocratica
sinistrorsa che ha deriso e osteggiato la proposta leghista delle " gabbie
salariali".
Non ho molta simpatia per la Lega, ma è proprio vero che
tutti, proprio tutti, una volta arrivati ai vertici, al potere, si dimenticano
delle condizioni economiche della gente modesta, a volte delle loro stesse
origini proletarie, per arraffare e dividere con amici e parenti, per obbedire
a corporazioni e banche, per perpetuare un sistema corrotto e avido.
Beh, se la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a
dirigere la commissione che si occuperà di ripristinare la sanità dopo la crisi
pandemica, chiama Monti, quel Monti che contribuì ad affossare la sanità
pubblica, che ha redatto uno studio tutto a favore della sanità privata, non
c'è da stupirsi di nulla. (A. Somma in Micromega 13 Agosto 2020).
- Sono i giorni dei 40 km. in bicicletta, tra piste ciclabili
ben protette e tratti stradali a traffico intenso, che comunque restano
indimenticabili tra risate, sudore, battute ironiche che celano la fatica
barattata con un divertimento immenso.
- Sono i giorni in cui nonno Alfredo si affida alla mia
competenza motoria perché lo aiuti a rallentare quelle inevitabili
"ingiurie del tempo", gli anni sono 85, che ne minano l'equilibrio e
la stabilità corporea.
Esercizi di andatura, di coordinazione, di giochi con una
pallina, e nonno Alfredo, mentre si diverte, mostra da subito insperati
progressi, andatura meno incerta ed umore sereno, come se fosse possibile degli
anni risalire la china.
Sono i giorni della pratica
marziale nel parco adiacente casa, alle 07.00 del mattino, una famigliola
cinese a salutare rispettosamente e poi guardare da vicino. Reminiscenze del
volteggiare Pa Kwa e dello sfondare Hsing’I si intrecciano con la “Forma 13”
praticata con la spiralizzazione dei tendini, la “Forma di sintesi” a scivolare
sull’erba verde, e poi Tanshu, flessibile e guardingo, gli affondi e le
falciate con il coltello, i vari giochi di equilibrio… beh, chi mi conosce lo
sa, io aborro gli esercizi ginnici!!
Sono i giorni agostani di una
Bassano assolata.
1. Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro della
Gondola, è stato un architetto, teorico dell'architettura e scenografo italiano
del Rinascimento.
2. Tempio con sei colonne che assorbe e rielabora motivi
orientali. Tradizionalmente è riferito al complesso delle tradizioni
artistico-culturali riconducibili alla popolazione degli Ioni, insediati sulle
coste dell'Asia Minore a contatto con le culture d'Oriente.
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