Che sia per un breve e solitario girare a zonzo, che siano
oltre 20 km. al seguito di nonno Alfredo, lui con la bici elettrica, privilegio
dell’età, e con Monica anche lei con me ad arrancare sotto il sole, che siano i
sentieri lungo il Brenta, c’è tanta gioia e voglia di libertà, in questo mio
pedalare.
E neppure tanta fatica, che darci dentro con i femori rende
il pedalare agile e rapido, che il quotidiano lavoro di Chi Kung ha comunque
reso forti e resistenti tendini e muscoli.
Poi, lontano dai tentacoli del traffico milanese, qui
pedalare è una goduria, accolti da un rispetto da parte degli automobilisti che
già scoprii anni addietro e che mi fa girare tranquillo, mentre il verde mi
scivola accanto.
Allora, questi e i prossimi saranno anche i giorni della
bicicletta.
Non manca una visita a Portobuffolè,
borgo sconosciuto ai più (chi, tra coloro che mi stanno leggendo, lo ha anche
solo sentito nominare?), scoperto da Lupo, sempre più adolescente sveglio e
capace di interessarsi alla storia ed all’arte di cui l’Italia abbonda.
- Il viaggio in auto mi vede messo alle strette sul caso dei
“furbetti dell’INPS”, laddove Monica e Lupo sono alleati nel ritenere
probabilmente fuori luogo la richiesta di bonus della consigliera comunale
Anita Pirovano, giustificandola però nella sostanza e rimarcandone la
differenza con i grandi profittatori dei banchi dei deputati.
Io non la penso certo così, non fosse altro che per la mia
travagliata storia personale e politica sin dai tempi dell’adolescenza, ma
quando la mia situazione, ed io stesso, viene equiparata a quella della
Pirovano, la bella signora che mendica il bonus perché ha un muto da pagare e
le vacanze da fare (!!), cedo ogni voglia di dialogo: avrò da riflettere su
quel che ho fatto e quel che sono diventato se vengo identificato con una
simile personcina e compari di merenda da 1700 euro al mese (fonte CdS del
giorno 11 Agosto).
Mi consolerò leggendo le dichiarazioni, nello stesso
articolo, dalla sua collega pentastellata Patrizia Bedori: “Io non li ho
presi. Non ho chiesto allo Stato che per me non è una mucca da mungere e mi
indigno per chi li ha presi non avendone bisogno: l’etica e la morale per me
non hanno prezzo”.
Per la bella signora Pirovano, che ha un muto da pagare
(beta lei, io casa non ho mai avuto i soldi per acquistarla) e le vacanze da
fare (di nuovo beta lei, io per anni le vacanze le ho passate ospite dai
suoceri perché non potevo permettermi altro) e chi è con lei d’accordo, le
cose, etica e morale, non stanno così.
Ah, da buon “precisino” e perché mi piace informarmi su ciò
intorno a cui discerno, sono andato a leggere quanto dichiara di imponibile la
bella signora Pirovano: 28.545 euro l’anno. Sti cazzi!! Io non dichiaravo tanto
alla sua età, 38 anni, e nemmeno ora che di anni ne ho 68. Sono proprio un
morto di fame, io.
La bella signora Pirovano no, lei ha saputo farsi strada,
tra lavoro privato e politica, di fatto come mestiere checché ne dica la bella
signora, a meno che 1700 euro non siano considerati un volontariato!!
Intanto, la retribuzione di una Cassiera di un Supermercato
varia da uno stipendio minimo di 750 € netti al mese, al massimo di 1.550 €
netti, quello di un Postino è di 1.250 € netti al mese.
Ci
avrà mai pensato la bella, e dichiaratasi di sinistra, signora Pirovano, col
suo incarico di presidente nella
Sottocommissione
Carceri Pene e Restrizioni? Domanda retorica la mia.
Per
chi ne volesse sapere di più, ecco la sua commovente presentazione:
https://www.comune.milano.it/comune/palazzo-marino/i-gruppi-consiliari/milano-progressista/anita-pirovano
- Portobuffolè, indicato come “borgo più bello d’Italia” e
“bandiera arancione” (riconoscimento di qualità turistico-ambientale conferito
dal Touring Club Italiano ai piccoli comuni dell'entroterra italiano che si
distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità) è un
piccolo e stupendo gioiello.
Entriamo nel centro storico immersi in un silenzio che
tutto ovatta ed abbraccia. D’altronde “Venite ad ascoltare il silenzio”
è la scritta che campeggia sulla brochure del Comune. Basterebbe questo, le
strade minute e le antiche case, la pulizia ovunque, a farne un passaggio in un
mondo migliore.
Ma c’è anche la giovane guida del posto (ottimo lavoro di
preparazione alla visita da parte di Lupo) ad introdurci alla casa che ospitò Gaia
Da Camino, antesignana, nel XIII secolo, delle femministe, lei così versatile
tra poesia provenzale e mediazioni politiche; la torre civica, già orrendo
luogo di detenzione; la chiesa di san Rocco.
Ci sarebbero pure un ex ospedale e, soprattutto, un ampio
parco con edifici ricchi di affreschi. Ma il primo sta morendo aspettando
ancora le sovvenzioni giuste, mentre il secondo è di proprietà di privati che
lo tengono chiuso ed inutilizzato.
Portobuffolè è il tipico caso di gioiello sconosciuto di
cui l’Italia è piena; di gioiello che potrebbe splendere ancora di più se
governanti e potenti si rendessero conto che, a parte l’immane valore culturale
ed educativo di simili testimonianze, con un investimento adatto sarebbe traino
economico di rilievo per tutto il territorio limitrofo. Fallo capire a tutti i
“Lor signori”, quelli che si sono succeduti nei decenni negli scranni di potere
nazionale e regionale, che il turismo non è un gioco ma una sicura fonte di
reddito!!
Tante le cose, piccole e grandi, che veniamo a sapere.
Di un primo e lontanissimo stanziamento umano di genti
provenienti dall’Asia Minore a cui succedette, nel 201 a.c. un insediamento
romano; di come per lungo tempo fu in uso coprire gli affreschi per non pagarne
la tassa; di come per salvare dalla brutalità napoleonica l’immagine del leone
di san Marco gli vennero modificate le scritte lì incise… ma quanti riferimenti
ai tempi nostri!!
Ce ne andiamo in silenzio, troppo partecipi dell’ambiente
per sfregiarlo con parole.
Ringrazio Lupo per la bella, bellissima scoperta. E
risaliamo in auto.
Vino ottimo, a partire dallo Scaia bianco (in dialetto
veneto la parola “scaia” significa scaglia di pietra, gesso, calcare: è un
omaggio al nord-est di Verona, dove viene prodotta questa linea di vini) e
proseguendo con un millesimato più che piacevole al palato; cibi autentiche
leccornie per una “cuoca” che so provetta, e grandi discussioni, capaci di
spaziare dall’educazione del figlio all’organizzazione di una gita tra le ville
venete, dalla situazione lavorativa di Susy, tanto difficile quanto, ahimè,
comune a chi operi nella sanità pubblica, al senso del fare vacanza in
quest’Italia accasciata e indebolita.
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