lunedì 10 maggio 2021

E tu sei corpo

 Ogni volta mi sembra di rivedere dettagli, dove il tempo aggiunge sempre incerti ricordi.

Mi muovo lentamente, danzando fluido le immagini che sono e sospendo il tempo che oscilla tra una pressione ed una trazione.

Mi scopro nella colonna vertebrale, curioso come solo un bambino sa fare, mi muovo dentro una relazione con lo spazio, fuggendo una intenzione che si restringa al corpo solo.

“Andare incontro a” e “Respingersi da”, ecco le due propulsioni fondamentali, quelle da vivere, da agire scoprendo un’organizzazione sequenziale dell’ossatura che vive tra allungamento ed addensamento.

Poi la colonna vertebrale sentita, agita, nella sua corposità, nella sua tridimensionalità, scoprendo così, nella faccia anteriore, i corpi delle vertebre e i dischi intervertebrali, quelli adatti a trasmettere la forza di gravità, mentre tocca ai processi spinosi laterali e dorsali, la faccia posteriore della colonna, spingere alla mobilità. Altri ed uguali modi di scoprire Yin e Yang.

In fondo è con le mani che facciamo un sacco di cose, ma quanto siamo corpo nella sua interezza, nella sua sequenzialità?

Fantasia di movimento, quando interrogo me corpo là dove si esprime in un linguaggio simbolico, recuperando il primitivo del rettile che striscia e la curiosità del bimbo che gattona; me corpo che si apre a quel sapere vivente che sempre ci suggerisce altri modi, altri come.

Si apre una percezione attenta all’architettura del pavimento pelvico e delle ossa del bacino lì coinvolte. Scopro che avevo una coda e che quella coda serviva e, a saperlo, serve tutt’ora.

Vallo a dire ai meccanici della ginnastica, del fitness, ai proprietari del corpo che non sanno invece di “essere corpo”, alla pletora di uomini e donne immersi, sprofondati, in una pratica irriflessa, alienata, massificata, a tutti quelli che non sanno ascoltare l’apertura dei sensi al mondo.

A volte mi sento solo come una goccia fuori dalla finestra, a volte trovo arduo riconoscere eros e thanatos, amore e morte, in questo me corpo che insieme desidera tempo e spazio.

Forse è questo il vivere appieno, vitalità ed erotismo, l’aspettare e il condividere, ascoltare il fluire e accompagnarlo dentro il corpo e fuori, nello spazio.

E non mi fermo mai ad osservarmi, che ho imparato ad osservarmi nel movimento, e non mi perdo mai nei miei respiri, semplicemente abito dentro Poteri Potenti.

 

 


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