“Più di una volta nell'Aikido, o nel Nihon Tai Jitsu, mi
sono trovato a eseguire una tecnica troppo velocemente, troppo forte, senza
rispettare i criteri più basilari. Semplicemente perché nel vivo dell'azione,
ciò che contava era applicare la tecnica al mio partner. Il fine giustifica i
mezzi... è probabilmente vero nel breve termine, ma limita anche la
progressione nel lungo termine” (M° Minoru Akuzawa in “Dragon Special
Aikido” Ottobre 2015)
Nell’ambito dell’apprendimento
di una qualsiasi disciplina fisica, Tanren non è riferito allo
sviluppo di un’abilità tecnica specifica, quanto alla necessaria preparazione
di base, fondamentale (hon), al forgiare il corpo inteso come consapevolezza
corporea, ovvero essere consapevole di come faccio ciò che faccio,
qualsiasi cosa io faccia. Chi pensa a faticosi esercizi ginnici, all’uso di
pesi, all’irrobustimento muscolare, è completamente fuori strada. Per me, è
fuori da:
- Movimento consapevole,
quello che io ho chiamato Movimento Intuitivo. Quello teso a realizzare
il muoversi bene, muoversi meglio per muoversi a lungo. Un modo di muoversi e
agire nello spazio che sostanzia ed orienta il nostro personale evolversi di
vita in un processo androgico continuo; che privilegia sensazione ed azione.
- Arti Marziali, intese sia,
astutamente, come “Mezzo per raggiungere l’armonia con un’altra persona in
modo tale che tu possa farle fare ciò che desideri” (attribuita a Morihei
Ueshiba, creatore dell’Aikido), sia come mezzo per comprendere e migliorare se
stessi (Budo), il che, in entrambi i casi, è capacità di sapere
stare in ogni situazione conflittuale.
Allo Spirito Ribelle, in Tanren sono
racchiuse diverse “forme” corporee, tutte originate da onde e spirali. (1)
Nel mentre che il praticante sperimenta queste diverse possibilità espressive
impadronendosi del moto ondulatorio, avrà modo di coniugarle liberamente tra di
loro secondo il suo unico e personale “corpo espressivo”, costruendo il
suo personale stile di movimento e, così, di combattimento.
Si tratta, sostanzialmente, di un lavoro di ricognizione. I
movimenti in solitaria permettono di prendere consapevolezza del nostro corpo,
di riorganizzarne la struttura, di impostare le sue linee di forza (2) e
di utilizzare queste linee di forza per avviare il movimento. Questa
riorganizzazione del corpo ci condurrà ad applicazioni dove i principi del
movimento corporeo potranno essere utilizzati liberamente adattandoli alle diverse
situazioni.
1. 1, Il mio
percorso di pratica e divulgazione, deve molto ai “giganti” che mi hanno
preceduto, ai loro metodi che ho praticato e pratico tutt’ora o che ho
semplicemente osservato, siano esse discipline marziali oppure di movimento ed
espressione corporea apparentemente distanti dal mondo del combattimento. A
loro devo la mia intuizione e poi costruzione di un modo di praticare e
divulgare per cui, da decenni, ho smesso di insegnare esercizi fisici e
tecniche marziali per passare invece a proporre esperienze di movimento; ho
smesso la pretesa di insegnare un sapere prefissato a chi non sa e perciò è
subalterno, per accogliere il sapere personale di ogni allievo accompagnandolo
in un cammino di formazione attraverso il movimento consapevole, e questo
grazie ad una didattica libertaria e maieutica. Per questo noi Spirito
Ribelli siamo unici, uguali a nessuno.
2. 2. Nel
corpo umano, le forze ascendenti e discendenti creano delle linee parallele e
non, definendo fulcri e perni attorno ai quali e possibile definire la
funzionalità sia del movimento che della statica e dei passaggi posturali
dall’uno all’altra e viceversa. E’ importante cogliere le differenze fisiche e
psicologiche del movimento della colonna vertebrale a seconda che questo
avvenga attraverso la muscolatura esterna o attraverso la muscolatura profonda,
il tessuto connettivo, come è invece negli animali. Questo secondo modo porta
il praticante a confrontarsi con le sue pulsioni e i residui istintuali, tratto
caratteristico del Taiki Ken.
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