Una generosa spruzzata chimica a tenere lontane le zanzare e sono pronto, qui, ai giardini Marcello Candia, ore 07,15 di un già caldo mattino di Luglio.
Formazione in solitario, ma
questa volta evado da casa e mi offro al verde urbano della città.
Oscillazioni, quella incontrata in
un percorso Tai Chi Chuan ma davvero appresa, cioè ben spiegata,
durante il percorso Danzaterapia Espressivo Relazionale, e quella a
studiare la verticalità, l’onda verticale, caratteristica di quello che, nelle
sue diverse sfaccettature e interpretazioni, è chiamato “Movement Culture”
(1). Ovvero quell’area di ricerca su corpo e movimento che rifugge
protocolli ed esercizi standard, in quanto si fonda sull’esperienziale e non su
modelli di prestazione. Mi sovviene l’imperativo di Herns Duplan, creatore di
Expression Primitive (2), e le sue raccomandazioni ascoltate ad un
seminario intensivo a Roma: “Un minimo di struttura e molta esplorazione”.
Mi sovviene quel che facciamo qui, allo Spirito Ribelle!!
Alcuni minuti di tanren statici, quelli che lavorano
tendini e tessuto fasciale, quelli faticosi, insomma.
Nami, le onde, catene cinetiche a
susseguirsi, fluide e potenti, praticate in alcuni dei molti modi possibili.
Onore ai “giganti” che, nel passato, mi hanno fatto scoprire il movimento ad
onda, seminario dopo seminario, il compianto Maestro Erle Montaigue, Tai
Chi Chuan e Pa Kwa Chuan, ed i suoi rappresentanti qui in
Italia e poi il Maestro Hiroo Mochizuki col suo sinuoso Yoseikan Budo. Ormai da un ventennio ho proseguito pratica e
studio dell’onda arricchendola di nuove esperienze e nuovi modi di proporla ed eseguirla,
facendone il cardine del nostro modo di muoverci e colpire. (3)
Il sudore sgorga copioso, saluto a distanza conoscenti qui a spasso col cane mentre, legando alcune bande elastiche ad un albero, mi cimento in movimenti liberi esplorando elasticità e interconnettività tra le parti del corpo, sondando possibilità di movimento parzialmente costretto nelle e dalle bande per scoprire scenari di relazione e mutevolezza così come avviene nel vivere quotidiano. Presenza attenta a come respiro, alla fluidità dell’onda, al posizionamento del “timone”, là dove una volta stava la coda ed ora operano coccige e “coda equina”; curiosità e creatività agite nello spazio circostante, sovvertendo il limite imposto dalle bande per farne strumento di nuove ed inaspettate gestualità: La fantasia al potere dentro la scoperta fisicoemotiva, dentro il muoversi Ribelle principio orientativo che precede e domina qualsiasi specifica standardizzazione.
E’ la volta dell’ingresso nel
mondo Kenshindo, “La Via dello spirito della spada. Impugno il bokken.
Sono fendenti e falciate a sibilare nell’aria calda. Finalmente libero di
esprimermi che, da quando frantumai la lampada nella stanza di mio figlio Lupo,
ogni momento di mia formazione Kenshindo svolta a casa è sempre vissuta con una
certa apprensione.
Dai Kihon, i fondamentali, alle quattro
sequenze che costituiscono la base del Tameshigiri. Poi i
Rinto Kata, le forme a due di combattimento. Immagino l’avversario, lo
percepisco presente pur nel vuoto, tra alberi e fogliame, che mi circonda. Mi
godo in particolare il secondo e il quinto scambio, quelli più vicini al mio
modo di mettermi in gioco in un duello. In uno, l’attesa famelica dell’assalto
avversario per addentargli il cuore travolgendo il suo spazio vitale, la sua
chinesfera; nell’altro, quel piccolo e nascosto gioco di mano che mi consente
di proteggermi mentre già metto in atto il fendente letale, definitivo.
E’ tempo di avviarsi a chiudere.
Pa Kwa / Hakkeshou nel
passo e nelle mani del Dragone, l’animale sovente richiamato nelle
pratiche taoiste per indicare un incedere flessuoso e libero. E’ associato
all’elemento Legno, ciò che si espande; è il trigramma CHIEN, fulmine e
tuono, in cui la base Yang infrange i trigrammi Yin che le stanno sopra; è
chiamato anche l’Eccitante e la sua energia è quella del risveglio della
primavera. E’ il figlio primogenito. Complessa visione taoista, profondo quanto
incerto procedere nello studio dell’I CHING e dell’eterno
muoversi che è l’anima, il cuore, di quest’arte tanto affascinante.
Non può mancare la forma di Tai
Chi Chuan, quella che allo Spirito Ribelle è la forma della “Vera
Sintesi” come da me imparata negli anni ‘80 dal Maestro Kenji Tokitsu e, nei
decenni, evolutasi con il mio procedere nella pratica dell’Arte. Scorre
flessuosa, di una forza calma e potente. Scorre tra gli alberi e dentro l’aria
calda che abita i giardini.
Qualche movimento a liberare eventuali tensioni, ad accarezzare spazi dolci e permeabili, ad aprirsi alla “Respirazione Testicolare”, Scuola Healing Tao del Maestro Mantak Chia come imparata dall’insegnante Angela Chirico. Fluire di respiro profondo ed energia Kundalini, energia potente.
Poi il raccoglimento, la chiusura.
E’ il momento per una breve rinfrescata alla fontanella e
recarmi poi alle delizie di una ricca e dolce colazione.
Un ciclista mi passa accanto
spendendo parole di elogio per il bokken nero. Lo ringrazio e penso alla
riconoscenza che devo al mondo, alla vita, se, all’età di settantadue anni,
sono ancora così in buona salute da muovermi a piacere e per il mio piacere. Un
misto di sorpresa, che vent’anni fa mai mi sarei immaginato di godere ancora
oggi di corpo e movimento, e di orgoglio per i piccoli ma sostanziosi progressi
che ho scoperto essermi cresciuti dentro. Non manca la consapevolezza che tanta
strada ancora mi attende in questo affascinante viaggio di movimento e Arti
Marziali, tanti ripensamenti e cadute mi aspettano. Ma è certo questo
l’autenticamente bello di praticare attraverso l’esperienza di essere corpo,
corpo che lascia fluire l’azione e si apre all’evoluzione. Che è Spirito
Ribelle.
1. Movimento internazionale, spontaneo, che esplora e propone
corpo, corporeità e gestualità con un approccio olistico, di consapevolezza
motoria, di processo androgico permanente. Se generalmente si individuano in Linda
Kapetanea e Jozef Frucek e nei primi anni 2000 l’avvio di questo movimento
internazionale, di cui forse il più famoso esponente è Ido Portal e di cui ora
abbiamo traccia anche a Milano, grazie al NATKED Movement Studios,
personalmente non posso però non ricordare chi, ancor prima di loro, avviò un
processo di totale ribaltamento della concezione della ginnastica e del
fitness. Personalmente mi indirizzarono in questa direzione la pratica continuativa
del Metodo Feldenkrais (Moshe Feldenkrais 1904 – 1984) e della Danza Sensibile
(creata da Claude Coldy); le saltuarie esperienze del metodo Trager (Milton
Trager 1908 – 1997) ed Expression Primitive (creata da Herns Duplan). Non posso
non citare gli stupefacenti filmati di Orlando Cani, il creatore della
“Bioginnastica”.
3. Onde esplosive che caratterizzano, tra gli altri, Maestri
di caratura quali Minoru Akuzawa, dell’Aunkai Bujutsu, ed Ellis Amdur, esperto
di Koryu tradizionali.
4. Con tutto il rispetto per posizioni impeccabili ed
impettite, gestualità ampie e pompose, guardate la differenza tra i duellanti
delle pellicole giapponesi come “I sette samurai” (1954) o Yojimbo (1962) e le
produzioni hollywodiane, animate da figure generosamente esposte agli attacchi
avversari palesando sicumera infantile e narcisistica.
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