venerdì 22 luglio 2016

Cena sociale Luglio 2016


Le ombre della sera, a spalmare di nero i contorni di una veranda, di una tavolata, che spicca decisa e chiassosa.
Le mie gambe hanno percorso tanta strada, le mie mani hanno toccato tanti volti, i miei occhi hanno incontrato tanti occhi e tutto questo è rappresentato qui, in questa tavolata.

Perché il mondo Z.N.K.R. è dove ho visto tutti costoro e quelli, a decine e decine, che ci sono passati prima.
Perché il mondo Z.N.K.R. è parte importante della mia vita, che si è mischiata e mischiata ancora con la vita tua e di chi c’è stato prima.

Nastro lungo quasi quarant’anni che si fa beffe di ogni logica, piantando in una metropoli dal gusto così “trendy & cool” un clan dal sapore antico; dalle pratiche di lotta che attingono ad un medioevo lontano nel tempo e nella geografia; dalle relazioni improntate ad una maschia e virile sincerità che non disdegna lo scontro, il diverbio perché sa che la pace, quella vera, nasce dal sapere gestire i conflitti, non nel negarli, dalle diversità accettate anche quando queste significhino prendere la porta ed andar via. Tanto la porta resterà sempre aperta.  

Onda anomala, in un piatto stagno di mediocrità e conformismo. Onda che solleva e trascina ed invade e non si ferma mai.

Luogo dove chi entra, nel farsi guerriero, sa che per essere coerente con se stesso, avrà da rompere ogni schema mentale che lo rinchiuda nell’ovvio e nello scontato; sa che agli occhi altrui apparirà incoerente e folle perché non allineato al buon senso comune; sa che chi lo conosceva prima stenterà a ri – conoscerlo, ad accettarne il cambiamento e questa sarà la prova più dura, quella su cui molti sono caduti per non rialzarsi più, soprattutto quando sei tu stesso  a faticare a ri-conoscerti.

Artisti capaci di stare in equilibrio sopra burroni scoscesi di Ombre minacciose; di scorrere lungo l’intensità del contatto fisico accogliendo a piene mani l’efflusso delle mozioni; creatori e dispensatori di una fervida produzione immaginativa.

E le voci, in questa serata di festa, si sovrappongono, il buon vino scorre.
Se ci fosse un dio serpente a divorare le stelle, ad ingoiare la luna, avrebbe le fattezze di una bestia senza pancia né grida. Ma le stelle illuminano la notte, la luna resta appesa ad un filo invisibile. Perché nessun dio serpente c’è ad annientare quanto siamo e quanto siamo stati. Nessun oblio sarà così forte da sradicare memoria ed esperienza.

Qui, una ventina attorno ad un tavolo, ma decine e centinaia sparsi ovunque a raccontare, ognuno a suo modo, chi poco e chi tanto, cosa è, cosa è stato, vivere Z.N.K.R.
Che la festa continui !!

 

“Ogni bambino è un artista. Il problema è come rimanere un artista una volta che si cresca”
(Pablo Picasso)




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