martedì 2 maggio 2017

Innamorarsi e innamorarsi ancora



“L’incertezza è la condizione perfetta per incitare l’uomo
a scoprire le proprie possibilità”
(E. Fromm)

 

Praticare Arti Marziali… e se fosse un cielo infinito, un cielo senza limiti, uno spazio immenso?
Come a dire che ogni momento di pratica sia solo un momento che va a comporre, va a perdersi, nell’immane sapere senza fine.
Come a dire che l’angoscia così umana, verso il non finito, verso il non certo, va a stemperarsi nella gioia umile di sapersi piccola parte di un tutto mai completamente, mai perfettamente, conoscibile.
Eccole le modeste ed umane paure di chi vuole imparare seguendo il “manuale delle istruzioni” a guisa di montaggio mobili IKEA; quelle di chi vuole le spiegazioni tecniche, i gesti giusti e perfetti.

E se fosse uno spazio in continuo mutamento?
Come a dire che, giorno dopo giorno, tanto io sono sempre diverso, mai uguale al giorno prima, quanto diverso, mai uguale, è quello e come lo faccio.
Se questo fosse l’intenso, profondo, autentico, significato di Tai Chi Chuan, il “pugilato della grande sommità”, il “pugilato dell’azione suprema”? Di Wing Chun, “eterna primavera”? Di Taiki ken, il “pugilato della grande realizzazione”?

E se il “manuale di istruzione per montare mobili IKEA”, e mi spiace per i tanti praticanti, alcuni anche ex Z.N.K.R., che ne sono spasmodicamente alla ricerca, sorta di pillola alla Matrix per imparare tutto subito, di metadone per sfuggire al mostro dell’insicurezza e dell’infantilismo, fosse invece l’immaginazione (1), fosse la reverie di cui scriveva Bachelard?
Certo, più che un “manuale” guida per il praticante spaventato e insicuro, immaginare è un lanciarsi nel vuoto, nello spazio …
E’, quando sei triste, sei un po’ giù, aprire la finestra e guardare il cielo, i suoi colori ed i suoi ritmi; è sorprendersi per il disegno folle di un crocchio di nuvole; è indicare, fanciullo stupito, la traiettoria che vi segnano le ali di un uccello lontano.

E’ aprire il “terzo occhio” come sorgente di audace sapere, di sensi dilatati ed espansi.
Perché … se il “terzo occhio” altro non fosse che specchiarsi nei propri sensi, in una capacità sensomotoria aperta e profonda, specchiarsi in sé?

 
Un grazie ai Maestri Alexandar Trickovic, Xia Chao Zhen, Tokitsu Kenji, per quanto mi stanno insegnando

 

“Ho risposte approssimative e possibili credenze e diversi gradi di certezza di cose diverse, ma io non sono assolutamente sicuro di nulla e ci sono molte cose di cui non so nulla. Non devo avere per forza una risposta. Non mi senso spaventato di non sapere le cose”
(R.P. Feynman)

 
1.“… prima viene l’immagin’azione e poi la visione dipendente da una vista che percepisce influenzata da immagini già acquisite, sia pure ancestralmente” (S. Guerra Lisi & G. Stefani).

 

Post illustrato con fotografie scattate da e dentro la casa dove abito.

 








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