martedì 30 luglio 2019

In musica!!




Non poteva mancare la musica tra le arti con cui “giocare” in questa afosa estate milanese.

E’ Lucio, amico e compagno di pratica nel Tai Chi Chuan by Sifu Mizner, a suggerirmi la serata con Delvon Lamarr. https://www.youtube.com/watch?v=wx0BipbRJTU qui in una vecchi registrazione.
Così ci ritroviamo, con Monica che accetta entusiasta, nel cortile di uno stabile che la via Bergognone, come ha fatto con altri stabili, ha trasformato in uno dei luoghi cult della metropoli.
Ottimo ritmo che miscela jazz e soul e vivaci sonorità “nere”, tastierista, Delvon Lamarr, e chitarrista, Jimmy James,  di pregio, e un  batterista (che Lucio mi dice da poco subentrato a quello storico) di ordinaria amministrazione, impreziosiscono di potenti assoli la serata.

Questa sera non ho voglia di affrontare la mia ricerca corpo / movimento e manifestazioni artistiche.
Sì perché questa mia ricerca si può estendere ad ogni manifestazione d’arte, dunque alla musica, oltreché, ma questo lo faccio ormai da decenni, ad ogni aspetto della vita quotidiana.
Come, mutando le ampiezze di una musica, queste entrano in relazione con i volumi di me corpo? Come i repentini cambi di ritmo si identificano nei cambi del ritmo del mio respirare? Come posso rapportare il ritmo dato dal pedale sulla grancassa col variare dei battiti del mio cuore?
No, questa è serata di birra, confidenze con l’amico Lucio (finalmente, è da Settembre che gli propongo una serata di alcool e chiacchiere!!) e sguardi teneri con la donna con cui vivo da vent’anni.


La possibilità di sperimentarmi in questa nuova avventura ci sarà pochi giorni dopo.
Nell’incantevole cornice notturna del Castello Sforzesco mi attende il jazz.
E’ “West Side Story – Una voce e 10 strumenti” ad interpretare  l’opera di Leonard Bernstein.
Gruppo solido che miscela musicisti affermati (1) e nuove leve con l’accompagnamento vocale di Paola Folli, a me totalmente sconosciuta ma che il grande pubblico (!?) ha apprezzato in TV come vocal coach nella trasmissione “X Factor”.
Gli arrangiamenti sono davvero notevoli, come l’insieme dell’esecuzione e gli assoli. Solo la cantante ha sì una voce vellutata quando parla (a parte che l’incespicarsi l’accompagna ad ogni intervento!!) ma timbro anonimo come anonima, scolastica, l’interpretazione quando canta, non mi piacciono affatto (2).

Accanto a me Monica e tra i piedi la piccola Kalì, mi riservo comunque di sperimentare un poco della mia corporeità. Lo faccio complice un cielo profondo in cui sono fiondate alcune piccole stelle luminose; lo faccio lasciandomi assorbire da mura e cortile che emanano storie di uomini e battaglie, di sangue ed amori, di nobili e poveri sconosciuti; lo faccio ascoltando come il ritmo entri nella terra e lo rimandi sul mio corpo sdraiato al suolo; lo faccio ascoltando i piccoli movimenti degli ischi ogni volta che cambio il mio modo di sedere, ascoltando il respiro stare con la sezione ritmica o involarsi con gli assoli di sassofono o tromba.

Poi, la musica finisce, tra gli applausi convinti del pubblico.
Usciamo in una Milano notturna che non finirà mai di affascinare ed ammaliare.

1. Tra di loro, al contrabbasso, Attilio Zanchi, mia frequentazione giovanile ai tempi dell’ARCI e degli Yu Kung, gruppo storico milanese di “protesta” in cui, per un certo tempo, militò anche Francesca Oppici, che i più anziani tra gli allievi ricordano praticare con noi per diversi anni. Devo a Zanchi le prime ispirazioni, erano i tempi del Karate, che, con le letture del Maestro Plée, mi portarono a sperimentare l’attività multipla e simultanea, la diacronia gestuale, nell’esecuzione dei kata.

2. D’altronde, da una trasmissione che ha visto e vede giudici, tra gli altri, dei figuri come Fedez, Arita, Manuel Agnelli, Morgan, Levante e dei “vincitori” come Marco Mengoni, Michele Bravi, Lorenzo Fragola … che mi posso aspettare?!?!











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