venerdì 14 agosto 2020

Agosto 2020 -giorno 14









Solo sulle rive del Brenta, qualche coppietta ed un paio di famigliole a prendere il sole sui sassi lambiti dal fiume. Solo davanti ad un buon gelato e poi ad un bicchierino di grappa, il mio pranzo. Solo, su una panchina ai giardini Parolini, un paio di ragazze a chiacchiere ed un anziano che cammina parlando tra sé e sè. Solo al riparo sotto i portici, mentre la pioggia prende a scendere sempre più fitta. Solo, e bagnato
fradicio, mentre mi avvio per le strade che portano alla casa della zia, piacevole ospitalità.

Ho freddo sotto la pelle, mastico saliva per l’estraniamento. Sono su passi svelti che rotolano come sassi portati dalla corrente, è un altro momento che fugge mentre tento di capirlo, di intrecciarne i nessi.
Perché ancora in bilico? Perché tra i segni da incidenti e ferite lasciati sul corpo sempre gli stessi fano male, suono cupo e sordo?

Da giovane, anni lontani, quanti sono i giorni, le vacanze, passate da solo!!
Ricordo con piacere il mese in cui, unico ospite del piccolo albergo nel varesotto, il proprietario fu costretto, da ragioni di famiglia, a tornare a casa, nell’amalfitano. Fui lasciato solo, unico cliente, con un cuoco olandese, nessuna conoscenza della lingua italiana, a venire a prepararmi i due pasti giornalieri ed una ragazza nordafricana, anche lei nessuna conoscenza della lingua italiana, a pulire la camera e rifarmi il letto ogni mattina, nemmeno fossero carcerieri.
Furono trenta giorni circa di assoluto silenzio, solo formazione marziale, letture, passeggiate e qualche gita in auto nei dintorni, mai una parola come fossi in una stanza unico cencio.
Al trentesimo giorno, l’ultimo, diedi un passaggio ad una autostoppista e allora lì ci furono le prime e poche parole.

Non credo sia così bello, certo è così strano. Guardo i pezzi del puzzle e non so quanta voglia io abbia di provarci ancora a comporlo, anzi, ricomporlo. Non ho voglia di perdermi in un labirinto.
Da anni non credo più alla forza di volontà, liquido che evapora presto in un collo di bottiglia. Credo più alla passione, all’entusiasmo, se si può avere passione ed entusiasmo quando le cicatrici di un cuore anziano più volte ferito faticano a saper danzare tra le stelle, corpo pericolosamente adiatermano.

Mi manchi, tanto, e desidero il tuo toccarmi.
Non credo sia la tristezza del peccatore, di chi sa di avere violato e fatto del male.
Poi, perdio, cosa ho ancora da pagare per quanto di male feci in gioventù?
Sono anziano, sono sempre più prossimo ai settanta, finché la salute regge avrò pure anche io diritto alla fonte del piacere, della serenità, nell’età che avanza?

Sto sempre a lottare, che la vita è uno snodarsi di conflitti, ma siamo insieme anche quando lontani, e pure stare insieme quando insieme siamo potrebbe essere bello, vivi ed umani, o no?!
Ho vissuto, ho viaggiato su percorsi accidentali tra uomini, donne e cose, tra luoghi ed accadimenti, tra passioni intense e freddezze glaciali. Così perso, a volte incattivito altre indifeso, ad imbattermi in strade disperatamente cercate e vigliaccamente allontanate, e ho preso troppo tempo, o forse il tempo ha preso me
soffocando vanità incontrate e felicità abbracciate.

Se fossi un uomo di “vetrina”, arrapato ed arrembante, sfrontato ladro di cose e sentimenti, tanto sicuro di farla sempre franca in questa società di lenoni, bugiardi e cacasotto, tutto sarebbe più semplice, che a pagare nel cuore e nel corpo sarebbe sempre un altro, che alle conseguenze delle mie parole, delle mie azioni, non dedicherei una briciola della mia attenzione, del mio rispetto, cavandomela ogni volta con un menzogne e capriole.
Invece sono uno Spirito Ribelle, bimbo ed insieme lupo in mezzo a iene ed amebe, forte della mia vulnerabilità, e prendo le decisioni una alla volta mai pretendendo di possedere la ragione unica, certo però che quando sto da solo vedrai la forma più autentica  di maschio, di uomo adulto, che traspare in me, perché questa è la mia danza, questa è la mia musica.








 Scritte fotografate sui muri di piazzetta Guadagnin, 
Bassano del Grappa (VI)


Nessun commento:

Posta un commento