mercoledì 9 settembre 2020

Agosto Settembre 2020. Puglia L’anima e il serpente


                                        Giorno 29
Semplicemente togliersi le scarpe, i piedi a sprofondare nella sabbia, che è contatto diretto, immediato, con la realtà, che è camminare lungo il bagnasciuga.
Autentica conoscenza fisicoemotiva, perché noi siamo ed agiamo emos - azioni, perché il nostro sistema immunitario non è una difesa dalla " guerra" contro il virus, ma parte integrante del nostro essere, relazione con l'habitat che è benessere e bell'essere.
Due in uno, insomma: un pugno in pieno volto al virtuale, a chi, vigliacco? disturbato? Si cala nella finzione, per non misurarsi col reale, con l’autentico carnale, scappando nella simulazione.
Un pugno in pieno volto a chi ancora separi mente e corpo, con ciò separandosi, alienandosi, dalla Natura e con ciò ritrovandosi, di fatto, uomo morto.
Torre Mozza, Puglia, con Monica, Lupo e la cugina Emma, Kalì sempre con noi, oggi è anche questo.

Giorno 30
Le ore del mattino, le onde del mare.
Io corpo a snodarsi tra luci delicate ed ombre sfuggenti che giocano a nascondino.
Profonda respirazione Tao, a scoprire che l'innalzarsi del respiro, e con lui del pavimento pelvico, ano a risucchiare e perineo a contrarsi impedendo ad ogni energia potente di disperdersi, si alterna all'espirazione che è caduta libera, contatto selvatico con madre Terra, lì a cercare quasi un confortevole ritiro.
Yin e Yang secondo la saggezza taoista; espansione dal centro del dorso schiena alla periferia delle articolazioni e ritorno dal fronte torsale raccogliendosi dentro, secondo lo schema del sistema nervoso che guida la medicina allopatica, anatomista.
Danza guerriera, danza solitaria, unica compagnia il suono delle onde.

Pedalo e sudo, sudo e pedalo, inerpicandomi tornante dopo tornante.
La famiglia continua l'abbuffata di sole e bagno in mare, io pedalo sbuffando e imprecando, tanto nessuno mi sente.
Fisico e respiro a tratti si irrigidiscono: mica sono un ciclista provetto!! Ma salire e salire ancora, lasciandosi alle spalle l'indistinta folla della tintarella e dei riti di massa, mi porta in spazi abitati da strani mostri, un mondo schizzato ed imperfetto.
Bloccati in forme spettrali, inchiodati loro malgrado su un terreno aspro, mi avvicino con cautela, con compassione per la loro sofferenza e timore per la malvagità che possono diffondere con gesti surreali.
Chissà se i nemici delirati di don Chisciotte, i nemici giganti di cui abbisognava la rabbia di Cyrano, potrebbero identificarsi in questo stuolo di mostri scuri e rattrappiti.
Scatto alcune foto e le invio a chi mi sta a cuore, in questa assolata vacanza pugliese iniziata da poco.
In sella alla bici, vento forte a spazzarmi il petto, la discesa è imprudente, scaricato " a palla" verso il pianoro, là dove vige la condivisione forzata di ogni spazio, grande o piccolo che sia, dove in un attimo sei tu lo scomparso, tu il perdente.










Giorno 31
La sera precedente siamo a Cutrofiano: lì troviamo Anna, neo acquisto della locale squadra di Volley.
Serata piacevole, a chiacchiere con due sue compagne di " gioco"; cena a base di pesce nel centro cittadino con mia scoperta di un ottimo, veramente ottimo Palamà, un rosato robusto dal sapore intenso; i soliti sguardi maschili a cui non sfugge la bellezza di Anna, 1,87 di altezza su un fisico da modella scolpito da quindici anni di sport ormai professionistico che lo scorrere del tempo ha risparmiato, lasciandolo intonso.
La meta della giornata è Punta della Suina, tra scogli, rocce e qualche piccola spiaggia a far da capolino.
Luogo davvero incantevole, mare limpido ed invitante a cui, complice il sorriso allegro di Monica, neppure io so rinunciare " pucciandomi" più volte come farebbe ogni bagnante.
Chissà, senza la folla di vacanzieri, come sarebbe coinvolgente!!
Monica ed Anna mi dicono che, ormai al finire di Agosto, invero gente ce ne è poca, assai meno dell'affollamento tipicamente agostano.   Mi fido, ma da buon estraneo alle transumanze marine, mi risulta arduo apprezzare fino in fondo un luogo dagli intensi tratti selvatici in cui però si accampano persone, coppie, famiglie, gruppi la cui distanza si va riducendo man mano.















Giorno 1
Pratico al tramontar del sole.
Schizzi di luce rossastra a far risaltare il profilo di un'anima che pura non lo è più, non lo è mai stata.
Istrione, con quel fascino seducente e manipolatore che corre insieme ad un bambino troppo indifeso per non incespicare e piangere su ogni sasso spaccatogli in viso, su ogni dolore.
Lingue di acqua e schiuma a riportare in superficie il serpente che credevo addormentato, ormai trapassato nella pelle del lupo, che invece ora, qui, sento assente.
Assassino dai tratti delicati, il nero veleno a celare; sfuggente, sinuoso quanto basta per entrare in ogni pertugio, il morso letale sempre rivolto in avanti per lui che è animale che non sa arretrare.
Spirali disegnate a ricamare il cielo, invincibile resa a un nemico che forse nemmeno c'è, nemmeno esiste. E quando lo incontrerò, quel nemico che nemmeno esiste, quando lo avrò tra le mani, ne spezzerò ogni resistenza, ogni squallida forma di vita, se la sua si può chiamare vita, che le spire del serpente come le fauci del lupo, nel punire ogni inganno, ogni furto, sono terrificanti forme educative, persino altruiste.




Giorno 2
Porto Selvaggio e mai nome fu più azzeccato.
Se la minuscola spiaggia brulica di bagnanti, se il primo tratto di pineta ospita comunque qualche gruppetto umano, bastano pochi minuti tra sentieri e scogli per entrare nella natura selvatica, davvero deserta, priva di frequentanti.
Monica, sempre attenta a che questi giorni siano di buona vacanza anche per me che uomo di mare estivo non sono, mi invita a fare due passi.
I pochi umani presenti sono semi nascosti dalla vegetazione, da anfratti rocciosi duri e aggrovigliati e insistenti.
Più ci lasciamo lontana la" pazza folla", più rocce squassate, terra rossa e cespugli contorti, ci avvolgono, ci abbracciano; diventiamo parte di loro, unica grande zolla.
Nessun umano intorno.
L'orizzonte è una riga netta a tracciare ipotetici confini per un mare grande.  Rocce e vegetazione a picco sull'acqua e distese accidentate di sassi.
Luogo di silenzio. Luogo di raccoglimento.
Due amanti, lì ad incontrarsi di anima e di corpo, farebbero l'amore, ne sono sicuro. Ad incontrarsi.
Mi ritrovo a pensare, ad augurarmi, che, a volte, scalda il cuore di entrambi gli amanti e ne suggella il profondo ed autentico legame anche il solo sfiorarsi.


























Giorno 3
Lecce, caos, traffico rumoroso a tratti incattivito; gente, tanta, troppa gente.
Lecce, bellissima, scavi romani a ricordare che il sangue, la violenza e il gusto amaro della brutalità sono stati pure loro il fondamento di questa immane civiltà.
Case antiche, ridondanti, bellezza in decadenza che ancora ama farsi guardare, desiderare; donna matura che aspetta uno sguardo indiscreto, impertinente, una proposta indecente perché in giochi proibiti si lasci accompagnare.
Una piazza a stagliarsi nel buio. Forme indistinte di balconi e terrazze disegnano una scultura abitativa languida e imponente.
Sarà la repentina illuminazione a distorcercene in accomodante e rassicurante bellezza il mistero, fattosi " cartolina". Infatti, ora i turisti accorrono in massa, che solo nella luce artificiale sanno coltivare ogni certezza.
Splendida Lecce.

Giorno 4
Sono i due adolescenti a proporre un’alzata più che mattiniera per vedere l’alba, il sorgere del sole.
I giorni passano, sono passati, ma l’alba?
Sono io, quello anziano che di albe ne ha viste tante, a ricordare “Ma, l’alba?!”
E sono sempre io, quello anziano, i due adolescenti a dormire e così pure Monica, che, solo, aspetto l’alba, il sorgere del sole, sul bagnasciuga prima, arrampicato poi su un modesto altopiano.
 

























Sulla spiaggia, tra le onde.
Parole affilate che sanno ferire. Eppure da ogni ferita il sangue che ne esce impara a curare, ad accudire, quasi a promettere un futuro ancora insieme, ancora d’amore, per un percorso di sale e aceto che amore, fiducia e comprensione sapranno addolcire.

Gallipoli è piccola, lanciata sul mare, raccolta e vivace. Piccola perla di una Puglia ricca di sorprese.
Tra vicoli e chiese, piazze e scorci d’orizzonte, la passeggiata è piacevole, allegra; ogni sguardo incontrato, ogni parola scambiata, scorre semplice e cortese.
Preludio al ritorno a Milano.
Ciao ciao Puglia e grazie a te per questa vacanza, grazie ai miei due grandi amori per questo tratto di vita insieme nel caldo agostano.

 


























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