domenica 3 aprile 2022

Todome il colpo di grazia

Il katana nel fodero, acciaio pronto a sfidare l’impossibile. E’ Kenshindo, la “Via dello spirito della spada”; è Spirito Ribelle che si tinge di rosso sangue e danza tra i colori della morte e della vita; è il nostro praticare di spada, viatico puro e crudo per conoscere di sé, distante da ogni terapia e da ogni metodo di miglioramento logocentrico che, come tale, è solo sabbia dispersa nel vento.

Se non pratichi di corpo, se non fai consapevolmente esperienza di corpo, resti nel campo delle “seghe mentali”: sei un viandante sempre fermo in uno stesso luogo che nemmeno conosci; come in un corso di spinning ti ostini a pedalare, a soffiare nei polmoni, polpacci in fiamme, restando sempre fermo lì, dove in sella sei salito. Che parli a fare se nemmeno sai che pure la tua bocca, la lingua, la laringe sono corpo e come tali, come te corpo, vanno vissute, vanno esperite? Che pensi a fare se nemmeno sai che pure la mente è corpo e come tale, come te corpo, va vissuta, va esperita?

“Non è solo la separazione tra mente e cervello a essere mitica: probabilmente anche la separazione tra mente e corpo è altrettanto fittizia. La mente è incorporata, nel senso più pieno del termine, non soltanto intrisa nel cervello” (A. Damasio)

Sono qui a praticare da solo, in silenzio, a provare e riprovare in kikai, l’oceano del ki, dell’energia, che solo stati di coscienza espansa consentono al guerriero di entrare in contatto con la propria Ombra

“Non c’è luce senza ombre e non c’è pienezza psichica senza imperfezioni. La vita richiede per la sua realizzazione non la perfezione, ma la pienezza. Senza l’imperfezione non c’è né progresso né crescita.”

(C.G. Jung)

Ancora troppe volte il mio desiderio mi deruba e mi sorprende congelando l’attimo: Troppo tardi, non posso più scappare, posso solo combattere.

Sono forse diventato banale? Cosa c’è che non va? Non mi piace?

Non posso e non voglio negarlo, né voglio infilarmi nel mio buco nero, quello che canta di commiserazione, quello che canta di consolazione.

Mi affido al cambiamento ritmico, jo, ha, kyu: lentamente a crescere, ad accelerare fino a divenire rapido, rapido come rapida, letale, esce la lama dal fodero e sibila di morte, di vita difesa ad ogni costo.

Questo è lo sporco, piccolo, segreto di ogni spadaccino, di ogni guerriero. Le mani intrise di passione, sono un esperto di errori. Ogni kata, ogni duello, è un’affabulazione sotto la luce della stella polare, a contatto con il magnetismo terrestre.

Ognuno di noi, anche io, posso aver fallito alla prova del tempo, ed è troppo tardi per rimpiangere gli anni sprecati, posso aver fallito nei momenti migliori ma se io, se noi Spirito Ribelle, siamo qui a duellare di spada, allora c’è il tempo, ci sono le occasioni per cacciare la preda più brutta, quella più funesta che è sempre noi.

La bellezza del Budo che nasce dalla pratica Bujiutsu, sta nel praticarlo, errore dopo errore, inciampo dopo inciampo, ma col proposito di andare avanti, sempre, per scoprirsi a viverlo e per non vederlo morire perché l’umo, ogni uomo, morirebbe con lui.

“Ho spesso immaginato quale aspetto prenderebbe il mondo se riuscissimo a liberarlo dalla interminabile sequela di suicidi. Il silenzio assordante che si propaga dalla scena di un suicidio interrompe il tranquillo andamento dei fatti umani. E quanti sono suicidi senza saperlo!” (M° G. Filippini)

 

Benvenuto, se lo vorrai, nel mondo di Kenshindo, la “Via dello spirito della spada”, benvenuto alla scoperta di te: chi sei e come stai al mondo.

 

“La spada deve essere più di una semplice arma;

deve essere una risposta alle domande della vita”

(Miyamoto Musashi)

 






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