Con mio figlio Lupo alla Fondazione Prada per la mostra
“Useless
Bodies?”
Un percorso inquietante, tra rimandi
alle sculture classiche e raffigurazioni contemporanee che domandano di
immagini di corpo profondamente mutate nei secoli, dove lo stesso materiale
utilizzato spiega differenze di interpretazioni e sensazioni.
Non meno estraniante è la parte dedicata al corpo nel
lavoro, dove si percepisce immediatamente la spersonalizzazione dell’uomo –
lavoratore: ambiente da “polli da batteria” mi viene da scrivere.
L’area dedicata alla casa pone pesanti interrogativi sul
come abitiamo e viviamo l’ambiente domestico, su quanto di noi ci sia nella
nostra “tana” e quanto di ostentazione e di ossequio ai dettami del design.
Arriva poi la sezione che ci
porta dentro la capacità dell’industria del benessere di condizionare ed
indirizzare la personale concezione di sé, di sé corpo, di ognuno di noi. Una massificazione, un conformismo, che
dietro i colori, i gadget, gli ambienti lussuosi, cela la tristezza ed il
grigiore di corpi macchina, di pratiche omofone, i cui nomi sempre nuovi,
sempre diversi, in realtà conducono a gesti comunque meccanici e sovente
dannosi alla stessa “macchina” corpo e soprattutto sempre distanti dalla
riappropriazione del sé corpo, del corpo esperito, abitato perché quel
che conta rimane il corpo posseduto, il corpo esibito.
“Per
alcuni, approcci che vanno dal fitness allo yoga alla chirurgia estetica sono
soluzioni per migliorare l’aspetto del sé fisico: per modificarlo alla ricerca
della salute ottimale, dell’eterna giovinezza, o perfezionarlo secondo i canoni
estetici dominanti” (Elmgreen & Dragset)
C
hissà se qualcuno dei visitatori che, da Marzo ad Agosto, entreranno in questa esperienza artistica di denuncia e sconfessione di una società che va divorando l’essere corpo senziente ed agente per sostituirlo con un corpo asettico ed alienato (il trionfo di Cartesio e della sua separazione corpo – mente? L’elogio dello sfruttamento capitalistico e dell’asservimento? Quanta preveggenza nell’Orwell di 1984!! (2)) opererà un radicale muramento di rotta?Un radicale mutamento di rotta almeno a partire dalle pratiche corporee, scegliendo realmente le Arti Marziali come percorso di consapevolezza e forgiatura del carattere attraverso il confliggere, il combattere invece di affollare i soliti corsi di Karate, Judo, Krav Maga e quant’altro infarciti di tecniche e ripetizioni, di scazzottamenti furiosi, di corpi - macchina senza senso che si agitano, strepitano e si consumano. Se la smetteranno di pedalare forsennati su biciclette ferme, di ripetere figure – asana come fossero modellini, di stiracchiarsi malamente tra il vecchio stretching o il modaiolo Pilates, di correre storti e rattrappiti tra vialetti di cemento o trascinandosi e sobbalzando su un terreno accidentato che attenta, passo dopo passo, alle loro articolazioni, per abbracciare pratiche di consapevolezza motoria quali Feldenkrais e Body Mind Centering. (3)
Ne dubito: troppo forte la
pressione dell’industria del benessere (benessere?????) perfettamente asservita
a chi vuole annichilire ogni pulsione di vita, a chi vuole uno sterminato
esercito di servi, a chi vuole “un uomo unidimensionale, un uomo cioè che
pensa come tutti gli altri, agisce come tutti gli altri, gode come tutti gli
altri e riflette come tutti gli altri” (M. Onfrey “Teoria della
dittatura”).
Se lo chiedono anche Elmgreen & Dragset con la scritta
“What’s Left?” che compare sulla maglietta di una delle loro opere: un
funambolo emblematicamente sospeso tra il lasciarsi cadere al suolo o tentare
di risalire.
Tu che mi stai leggendo che
risposta ti dai? Ma magari non ti frega nulla nemmeno della domanda.
1. “Nel 19° secolo il corpo produceva i beni di consumo, mentre nel secolo successivo ha assunto prevalentemente il ruolo di consumatore. Nel primo ventennio del 21° secolo il corpo detiene lo status di prodotto i cui dati vengono raccolti e venduti dalle Big Tech”. Ed ancora ”Mentre le innovazioni tecnologiche rendono i nostri corpi sempre più inutili, i settori di wellness, tempo libero e salute, in continua espansione, offrono infinite nuove modalità per ‘risolvere il problema del corpo imperfetto’”.
2. 1984 di George Orwell. Perché
è sempre attuale? In https://www.zetatielle.com/1984-di-george-orwell-libro-film-colonna-sonora-eurythmics-societa/
I. D. "C’è sempre una
nuova app di fitness sul mercato, c’è sempre una nuova crema per tirare su la
faccia".
(https://www.internimagazine.it/agenda/elmgreen-dragset-intervista-fondazione-prada/)
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