mercoledì 19 luglio 2023

Luglio al Candia

Due allievi mi chiedono di continuare la stagione anche a Luglio. Va bene, così programmo due ulteriori incontri. E il giorno Martedì 18, con cinque praticanti accanto, davvero chiudo la stagione 2022 – 2023.

Sole e caldo e afa non ci impediscono di giostrare tra pratiche energetiche taoiste e divertenti giochi di motricità e relazione motoria, sciorinare percosse a corta e media distanza, pratiche respiratorie ed evitamenti di colpi portati da diverse angolazioni.

Mi soffermo di più su questi ultimi: palcoscenico futuro di quella che sarà la complessa e intrigante pratica del Pa Kwa (Ba Gua), altrimenti detto, e diversamente interpretato, Hakkeshou, “"8 palmi trigrammi", in Giappone.

Ti pareva che, come lo Yi Chuan venne reinterpretato quale Taiki Ken, anche il Pa Kwa non avesse una sua versione nipponica!!

Arte dell’evitamento e dell’inganno, della capacità di sfruttare vortici e spirali all’interno dell’onda shock per ridurre al massimo l’impatto con l’aggressore / gli aggressori restituendo rapide e devastanti percosse e dirompenti disarticolazioni, sfrutta poi la mappa dei punti vitali (Dim Mak, in giapponese Kyu Sho) perché poco, Wu Wei, possa ottenere molto.

Arte profondamente taoista, legata al sapere esoterico contenuto nello I Ching, il libro dei mutamenti; costruita su un corpo la cui fisiologia, come ogni arte “interna” (Neijia Kung Fu) realmente tale, poggia prima sulle competenze scheletriche, e poi, passo dopo passo, sugli organi interni, la rete di meridiani energetici e il continuo rapporto corpo / mondo, ambiente interno ed ambiente esterno.

“Questi segni sono curiosi perché i cinesi da questi riflettono le mutazioni che avvengono costantemente in tutti i piani dell’universo; inoltre affermano che essi sono concepiti per gettare luce sul mondo nascosto dietro le apparenze e agiscono come una guida ai misteri” (J. Bouvet,1656 – 1730, citato da E. Bernhard, pediatra e psicoterapeuta in “I Ching, una lettura psicologica dell’antico libro divinatorio cinese”)



Ho già scritto di come, personalmente e nella mia pratica corporea quale Sensei di Arti Marziali, e pure come body counselor, io attraversi e proponga un percorso sincretico tra sapere “occidentale” e sapere “orientale”, tale sia nelle espressioni culturali e filosofiche quanto nella gestualità corporea e di movimento. Il tutto, tarato sulla sensibilità del gruppo quanto rispettoso della sensibilità di ognuno nel gruppo.

Sicuramente, mi terrò lontano dai gesti eclatanti e vistosi, pirotecnici e abilmente ginnici, che caratterizzano altre Scuole, altre correnti: massimo mio rispetto ed ammirazione per alcune prestazioni funamboliche, per la bellezza estetica che appaga gli occhi, ma io sono e propongo altro.

In linea col pensiero combattente di alcuni Maestri, tra cui il compianto Erle Montaigue, baderò di più alla sostanza ed all’efficacia, anche se questo significa mortificare il bel gesto, quello appariscente. Preferisco una bellezza nata dalla semplicità e che si manifesti attraverso la fluidità.

Riprenderò gli “Otto vortici”; proporrò “La danza del the” richiamando la nostra “Danza delle spirali” con qualche divertente gioco di manipolazione; insisterò sul nostro fluido spostarsi sul terreno che da decenni ci caratterizza, indirizzandolo prima verso la camminata in cerchio (souken) e poi disegnando sul terreno il segno dell’infinito; di particolare interesse sarà "en no chuushin" , il portare l’attenzione sul centro del cerchio, mantenendo però quella “eagle vision” che consente di essere vigili e attenti lungo tutto il perimetro della camminata. L’esperienza di decenni di Ritsu Zen (Chan Chuan) ci servirà per comprendere in chiave propriocettiva il rapporto tra interno ed esterno, dentro e fuori dal corpo, per padroneggiare una membrana, un filtro sapiente ed elastico che, scartando i due estremi di egotismo ed introiezione, sia rapporto entusiasta e vitale con il sé e l’ambiente. Così già entrando nel succitato sincretismo tra fisiologia “occidentale”, sapere corporeo “meccanico”, e fisiologia e sapere corporeo “orientale”, dinamico ed energetico.

Ah, non potrà mancare, accedendo alla richiesta di Claudio, la pratica di una forma Pa Kwa / Hakkeshou

Questi due ultimi incontri nella calura di Luglio, sono stati in parte il ponte gettato verso un ulteriore passo di divertimento, passione e crescita che sarà, da Settembre, alimentato anche dal Pa Kwa /Hakkeshou.



Non poteva mancare la classica conclusione a tavola, tra ottimo vino e stuzzichini di qualità, e tante, tante chiacchiere.

Arrivederci a Settembre!!

 


Post illustrato con immagini

- dell’ultimo incontro di Luglio

- di alcune opere esposte alla Fabbrica del vapore in occasione della mostra “Cina – La Nuova Frontiera dell’Arte”

 

 






 

 

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