Gianluca
Vialli, utilizzando spaccati di storie di sportivi, alcuni
famosi altri meno, sgrana una serie di brevi insegnamenti su come affrontare le
avversità che ognuno di noi incontra nella vita di tutti i giorni.
Utilizza un metodo semplice, ma estremamente efficace:
poche pagine a descrivere grandi trionfi o anche piccoli successi ottenuti
contro ogni avversità, ogni pregiudizio, ogni pronostico sfavorevole,
accompagnate da una frase lapidaria, motivazionale.
Non sono frasi mollicce in stile “Baci Perugina”, ma
parole anche dure che toccano immediatamente il cuore, le emozioni.
Finché
non cominciò a piovere, Noè sembrava un folle.
Continua
a costruire
Niente di originale in anni in cui, dagli U.S.A. e dalla
loro cultura di frontiera, teorie motivazionali, testi sulla resilienza, frasi
stesse scandite all’insegna della motivazione e del raggiungimento del successo,
sono sbarcate massicce sulla nostra tavola culturale. Ma queste, scelte da
Vialli, le ho trovate particolarmente significative. Significative di un modo
semplice ma non semplicistico, diretto ma mai saccente, per arrivare a
bersaglio: il lettore anonimo, che non è e probabilmente non sarà mai un Alex
Ferguson o una Serena Willams, un LeBron James o un Roger Federer, ma che di kazzi
amari da masticare, di avversità nella salute, nell’amore, nel lavoro,
ne fa, purtroppo, incetta ogni giorno.
E sarà anche per questo che, accanto ai nomi altisonanti
che occupano per anni le pagine di quotidiani e rotocalchi, le cui immagini e
parole ed imprese sono raccontate e raccontate ancora nelle televisioni di
tutto il mondo, compaiono oscuri carneadi, vincitori di un premio secondario,
vincitori di periferia, anonimi vincitori per una notte che la ribalta l’hanno
solo sfiorata o vincitori il cui nome, le cui imprese, per un motivo o per
l’altro, il grande pubblico non l’hanno toccato, il successo l’hanno occupato per
pochi attimi o, addirittura, ha portato loro più danni che benefici.
Se ci è facile pensare al pugno nero di Smith e Carlos ed alla loro silenziosa contestazione a favore
del Black Power nelle Olimpiadi del 1968, non so (io di certo no) quanti conoscano
la storia di Ghada Shousa, in una Siria tormentata e maschilista, di James
Hunt, il pilota pazzerello che vince un mondiale, uno solo, grazie alla sua
avventatezza in una giornata di grande fortuna
ma è ricordato dai più perché sulla tuta aveva fatto scrivere ”Il sesso è la prima colazione dei campioni”;
dell’impacciato e modesto Mark Edmondson, uomo troppo semplice per non
combinare un pasticcio anche quando, finalmente, lui tennista n° 212 al mondo,
un trofeo lo vince.
Senza
il tuo consenso,
nessuno può farti sentire inferiore
D’altronde lo sport, il suo mondo, non è che una micro
rappresentazione del più grande mondo tutto.
In esso ci puoi leggere e persino anticipare le leggi
dell’economia, i costumi sociali, i comportamenti individuali e di gruppo che
regolano la società tutta. E’ una particolare lente di ingrandimento capace di mostrare
i fenomeni della società umana, indagando i loro effetti e le loro cause, in
rapporto con l'individuo e il gruppo sociale e in riferimento ad altri avvenimenti.
Non
è il carico che ti fa cadere a terra.
E’
il modo in cui lo porti
Libro di scorrevole lettura ma, questa è la mia
impressione, di ardua trasmissione nella nostra vita quotidiana perché la vita,
a volte per alcuni e per altri spesso, sa essere avversario tremendo e
implacabile.
Però, senza per questo offrirla come scusa ai miei
tentennamenti, tengo e terrò sempre davanti agli occhi la seconda frase del
libro “Sii gentile con te stesso”.
E, se qualcuno dei mie lettori si sta chiedendo quale sia
la prima frase… eccola
“Le citazioni funzionano solo se tu funzioni”.
Perfido, questo Vialli!!
Gettami
in pasto ai lupi e tornerò indietro
alla
guida del branco
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