Rimasi
stregato, dalla serie “Taboo”, in
cui insieme danzavano loschi e pratici affari con un mondo esoterico,
personaggi borderline e un amore proibito, creando una sequenza lievemente raccapricciante e
invece panciuta di torbido mistero. Il tutto condito dalla forza primitiva,
animalesca nei suoi legami con le pratiche animistiche e cannibali dell’Africa,
che riempiva il protagonista.
A
proposito, la serie è ancora per poco su SKY, chi ne fosse incuriosito, si
affretti: ne vale la pena!!
Non
potevo, dunque, non lasciarmi tentare da
Freud
serie
Netflix di produzione austriaca.
Non
potevo perché Freud non è la semplice storia del noto padre della psicoanalisi.
La
serie è un thriller dalle tinte oscure che mescola il giallo investigativo, il
genere noir ( quel filone in cui fondamentale non è individuare il colpevole,
ma come farà il protagonista a destreggiarsi in situazioni pericolose),
l’esoterismo, l’ipnosi e le pratiche occulte; in un ambiente in cui convivono
degrado sottoproletario e sfarzo nobiliare; in una fase storica di grandi
tensioni politiche e rivoluzionarie ad opera di ex esiliati ungheresi; dentro
ad un mondo scientifico che mostra subito i suoi aspetti scientisti (ritiene un
unico sapere valido e rifiuta quindi ogni altra forma di sapere che non segua i
metodi propri di queste scienze) e avversi ad ogni innovazione; animato da
personaggi ambigui, distorti e violati nell’animo da pulsioni indicibili.
In
primo piano, Sigmund Freud.
Complice
l’assenza di riferimenti certi sulla sua vita giovanile, gli autori, mescolando
le poche informazioni disponibili con un loro personale disegno narrativo,
hanno dato vita ad un Freud cocainomane (attenzione, la sostanza non era
vietata in quegli anni. 1), che
procede a tentoni nelle sue sperimentazioni sull’ipnosi come possibile terapia,
fragile e contraddittorio, messo all’angolo dai baroni della medicina e
coinvolto, suo malgrado, nella soluzione di alcuni efferati delitti che
ammorbano Vienna.
Dunque,
inutile cercarvi i primi autentici passi nella creazione del suo impianto
terapeutico, il ruolo reale che ebbe l’ipnosi, poi abbandonata, nelle sue
pratiche. Solo qualche accenno, evidenziato nei titoli stessi di ogni singolo
episodio (Isteria; Trauma; Sonnambulismo; Totem e Tabù; Desiderio; Regressione;
Catarsi; Rimozione), che poi si perde in una trama volta a coinvolgere
emozionalmente lo spettatore nella catena di delitti tra scene oniriche, mitologia
ungherese, elementi soprannaturali e, non potrebbe mancare mai nelle produzioni
di questi anni, momenti di sesso vero o sognato.
In
questo mescolarsi di molta finzione e poca biografia, incerti sul crinale del
dubbio se ciò che vediamo è sintomo di una malattia mentale latente, pratiche
ipnotiche e inconsci disturbati o è invece magia nera, ci stanno la
collaborazione di Freud con il locale ispettore di polizia (che i successi
televisivi e filmici di uno spericolato Sherlock Holmes abbiano influito?) e la
presenza di Lou Salomé.
Costei,
scrittrice e psicanalista a sua volta, in realtà conobbe Freud solo nel 1911,
dunque molti anni dopo rispetto a quanto mostra la serie televisiva, con un
Freud già in età matura. Ebbe una vita decisamente vivace, sia sentimentalmente
(fu amante di Friedrich Nietzsche, filosofo, poeta, saggista, compositore e
filologo, e del poeta Rainer Maria Rilke), che culturalmente. Ma, pare, nulla a
che vedere con i tormenti e i “viaggi”
esoterici che arricchiscono la serie televisiva.
Godibile
anche nelle ambientazioni, in realtà la serie non è stata girata a Vienna, ma a
Praga.
Come
succede a molte pellicole (pensare ai forti e selvaggi panorami di molte
pellicole “western” e scoprire che sono state girate in Spagna o nella nostra
Sardegna!!), qui è stata scelta Praga perché, secondo gli autori, ha conservato quel fascino antico e gotico
che Vienna ha invece perduto.
Ed è
giusto così, in fondo, per una serie che, tolto il nome dato al protagonista ed
una serie di riferimenti generici al suo pensiero, non ha nulla di reale.
1. “Stai in guardia, principessa mia, quando io
arriverò. Vedrai chi è più forte: la ragazza carina che non mangia abbastanza
oppure l’omone selvaggio con la cocaina in corpo!”. Così, nel 1882,
scriveva, ed esattamente riporta la serie TV, Sigmund Freud alla fidanzata
Martha Bernays nell’attesa del loro incontro.
Nessun commento:
Posta un commento