Per ovviare a questo si propongono le Arti Marziali in sede
di
Quand’anche le Arti Marziali siano proposte come “Via”,
nessuno è ma riuscito a spiegare come ripetere e ripetere tecniche, memorizzare
gesti, copiare pedissequamente un modello dato, possa condurre il praticante se
non all’Illuminazione almeno alla calma interiore, alla comprensione di sé.
Anzi!!
Assodata l’inutilità e
l’assurdità di praticare Arti Marziali? Non proprio.
Da lì, solo da lì, può (ma non è detto!!) originarsi il Budo,
la “Via”. (8)
Come condurre questo cammino?
Uccidendo da subito lo stile precostituito, il modello dato e cristallizzato, perché “panta rei” (tutto cambia) e cambia pure l’individuo che pratica, perché ogni individuo è unico nel suo stato emotivo, nelle esperienze di vita, nelle sue abilità fisiche ed egli stesso cambia. D’altronde, sin dall’antichità, il sapere umano, filosofico, si è sviluppato come metodo di ricerca e conoscenza che, da un certo luogo fisico, si allargava ed esportava, modificandosi, incrociandosi in un meticciato continuo con contesti culturali differenti; la stessa antropologia ci spiega che ogni modello dato ha valenza e potenza solo ed unicamente nel contesto storico e culturale in cui è nato, dunque riproporre “paro paro” il Karate del Giappone dei primi del ‘900 ora e in Italia agli italiani o il Krav Maga che i soldati israeliani usano per uccidere i nemici ad un pacioso impiegato di banca o ad una agghindata commessa di negozio …Uccidendo da subito il Maestro, quello che “ha la
maestria”, ha in mano il sapere. Perché nell’ottica descritta sopra, nessuno ha
il “sapere” di una materia che è in continuo mutamento e che necessita di
continue contaminazioni per sapersi adeguare e per saper comprendere l’allievo
che ha davanti, tanto più che, come in ogni relazione, il fare forma e
trasforma ambedue i componenti la relazione, docente e discente.
Uccidendo, di conseguenza, la pretesa che l’allievo sia un
inerte vaso vuoto da riempire, un foglio bianco su cui chi sa scrive il testo
esatto. Ma anche la pretesa, più subdola, di educare, di “condurre fuori” il discente
(10) dalla sua ignoranza.
In alternativa, cosa io
propongo nel mio percorso di pratica e accompagnamento “marziale”?
Questa pratica sempre mutevole necessita di un modo di
coinvolgimento che, scartando il dover essere in un certo modo dato, accompagna
il praticante a conoscere quanto ha già potenzialmente in sé, le sue personali
risorse, e a dar loro fiducia agendole apertamente, Una didattica maieutica (11),
libertaria, unica in grado di formare individui autonomi ed autodiretti (il
guerriero di contro al soldato), cioè tanto capaci di stare e fare da soli,
dotandosi di norme personali, quanto di vedere
nell’altro lo specchio relazionale che ci svela, una relazionalità che è
l’impronta del nostro stesso profilo.
A condurre questa pratica non un Maestro ma un Sensei (“colui che è nato prima”). Ossia uno che è già stato sotto una tempesta e invece di fuggirla o trovare un rifugio l’ha sostenuta. Un Sensei non è per forza una brava ed illuminata persona, anzi. Solitamente è uno che si è sporcato mani e cuore con la merda, uno che ha fatto del male e il male lo ha subito, che ha conosciuto la propria Ombra, che è sceso più e più volte nel buio della propria cantina, ma non lo nasconde, non pretende di illuminare là dove domina il buio, non ha la pretesa di tenere le mani sempre pulite e disinfettate. Uno che ha conosciuto violenza e dolore e ti può testimoniare che ci si può convivere, ti può accompagnare a conoscerti ed accettarti per quel che sei e vivere secondo quel che tu sei e non subendo imposizioni o espedienti esterni, fingendo con te stesso prima ancora che con gli altri.
1.
“La psicoanalisi considera le situazioni
temute da una persona nel mondo esterno come espressioni delle situazioni di
pericolo che essa incontra nel proprio mondo interiore” (A. Oliverio Ferraris,
psicologa “Psicologia della paura”)
2.
“Per le rapine, il dato disponibile è
quello del 2020, che registra 20.000 rapine, in calo del 17,6% rispetto al
2019: sicuramente hanno influito lockdown e limitazioni alla circolazione,
anche se il trend in discesa si registra dal 2013, che aveva segnato un picco
di oltre 43.000 rapine”
(https://www.sicurezzamagazine.it/criminalita-diffusi-i-dati-relativi-ai-reati-in-italia-tra-2020-e-2021/)
4.
“Dobbiamo sforzarci senza sosta di
sviluppare tecniche di simulazione sempre più realistiche affinché nel suo
addestramento ogni guerriero possa interiorizzare un insieme di abilità che
potrà poi esprimere in situazioni reali”
(omissis)
“Ripetiamolo: tutto ciò che
viene impresso durante l’addestramento riemerge nelle situazioni reali.
L’auto-conservazione stessa può essere condizionata dall’addestramento. La
riluttanza ad uccidere (che sia innata o appresa), il senso della sacralità
della vita umana, le emozioni, il rimorso, la compassione: tutto può essere
superato e azzerato tramite l’addestramento” (ibidem)
5. . T. Santambrogio “Dove ci porterà lo sport” http://tiziano-cinquepassineldestino.blogspot.com/search?q=dove+ci+porter%C3%A0+lo+sport
6.
Mi riferisco alla distinzione di Edmund
Husserl: “distinguendo il Leib dal Körper: il primo è il corpo vivo, è la
carne, esso si muove con l’essere umano ed è un corpo che sente e patisce; il
secondo è il corpo cosale, che abita in un mondo fisico insieme a tutti gli
altri corpi (Costa, 2016)” in https://www.psicologiafenomenologica.it/articolo/leib-korper-ripensare-fondamenti-psicopatologia/; fino
a Jean Luc Nancy: “Non abbiamo un corpo ma siamo corpo” in “La chiave di
Sophia”. Giu – Sett 2020.
7. . “Il neuropsicologo russo Alexander Lurija, nel secolo scorso, definì melodie cinetiche proprio i movimenti più complessi e fluidi che percepiamo come belli. Non a caso, Howard Gardner, docente di Scienze dell’Educazione e Psicologia all’università di Harvard, ha teorizzato l’esistenza di vari tipi di intelligenza, tra cui l’intelligenza corporeo-cinestetica, che genera il piacere di muoversi e di guardare il movimento”
(https://stefanopaolillo.wordpress.com/2018/04/27/le-melodie-cinetiche/)
8.
“La Via del combattimento, termine
utilizzato nel XX secolo per designare le arti marziali con un fine
prevalentemente ‘pacifico’ che indicava, oltre a discipline fisiche e di
combattimento, anche dei concetti di natura etica, filosofica e morale” (L.
Frederic, storico dell'arte, scrittore, specialista nelle culture dell'Asia, in
particolare India e Giappone “Le Arti Marziali dalla A alla Z”)
9.
Per “fisicoemotivo” intendo “il Corpo
come, o in quanto: Essere vivente, Stratificazione di Memorie (cosmiche,
filogenetiche, ontogenetiche), Dispositivo Emotonico, Dispositivo Sinestetico,
Struttura Bioenergetica, Struttura Omologica” (S. Guerra Lisi, artista,
formatrice, esperta della riabilitazione di disabili sensoriali, motori e
psichici “Il corpo matrice di segni”)
11. . “La maieutica è orientata a sviluppare la capacità di acquisire apprendimenti che portano l’alunno a fare da solo e a essere in grado di costruire delle competenze permanenti, non estemporanee né basate su performance puramente ripetitive” (D. Novara, pedagogista “Il manifesto della scuola maieutica”)
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