Poi arriva il tempo e l’occasione in cui ognuno non può
passare ad aspettare; quel momento, quell’occasione che non lascia un minuto in
più a tergiversare.
Anche qui, diverso per ognuno come diverso è il tocco per
conoscersi ed entrare: una birra in un localino a porta Romana, poderosa
motocicletta accanto e tanto da parlare: il riconcorrersi con la fatica di
trovarsi sul palco di un circolo ARCI in via Bellezza; le parole di un amico
che già ha annusato il percorso e l’impegno della caccia da attraversare.
Tra il mondo della terra, del
quotidiano, e quello del cielo dove rimbalzano i sogni e le passioni c’era e,
per certi versi c’è ancora, un posto dove ognuno può trovare il cuore e
l’anima, e pure il buio e lo sporco del proprio personale mistero da affrontare
come una cura.
Dove tutti gli anni che sono passati non hanno mai avuto
timore di cambiare idea, anche di sbagliare, anche di cadere, ma sempre poi per
rialzarsi che ogni sconfitta la vivi come un dono.
Quello che sarà per ognuno lo
sarà nel futuro, e nessuno ci assicura che tutti i sogni che abbiamo un giorno
diventeranno realtà e nemmeno che resteranno gli stessi.
In quel posto e poi in ogni posto che vai scegliendo passerai
le notti ed i giorni, le storie dettate dal tuo inconscio e gli accadimenti
voluti dal tuo Io. Ogni scontro, ogni battaglia da combattere, vedrà il sole
sorgere ogni volta e te, volto contro vento, ad affidarti al tuo intuito, al
tuo fiuto.
Su una riva lontana o sul portone accanto sembrerà che il
tempo si sia fermato, e starà ad ognuno di noi decidere se chiudere le braccia
al petto o lasciarle aperte a quel che sta accadendo.
Intanto, in questa afosa serata
di Luglio, noi siamo qui. Tavola imbandita, casa che odora di protezione ed
affetto, una ruvida riproduzione dalla mano di Gauguin a vegliare forte e
serena.
Grazie Giovanni ed Elise,
grazie per quel tempo e quell’occasione che anche stasera ci aspetta. Z.N.K.R.
prima, ora Spirito Ribelle, il clan c’è; c’è per chiunque voglia
condividere, sia che ancora pratichi di pugno e di coltello o che calpesti
altri sentieri. Basta volerlo davvero, basta decidere.
Non sta il poema
nelle tenebre oscure del linguaggio
ma in quelle della vita.
ma nelle emorragie della sua ferita.
Non sta là dove credevamo che ci fosse
né è immagine unica né fissa.
Sta là dove fugge quel che amiamo:
sta nella sua partenza.
E’ il nostro dire addio a noi stessi
E’ pagina che muove solo il tempo
con il suo inchiostro uguale ma diverso.
Il poema non sta, no, nel linguaggio
ma nell’alfabeto della vita.
(Jaime Siles)
Grazie a voi per averci regalato una serata indimenticabile da ricordare tra le mura della nostra nuova casetta, in cui sempre siete e sarete i benvenuti.
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