venerdì 13 settembre 2024

Cosa sono Push Hands, Sui Shou, Sujin Te e simili

 


Sono “giochi” in coppia, codificati e poi semiliberi e liberi, presenti in molte, forse tutte, le Arti Marziali.

Con nomi diversi, li troviamo nel Tai Chi Chua, Pa Kwa, Wing Chun, Taiki Ken, diversi stili di Karate di Okinawa, Kalì filippino, Yi Quan, ecc.

Non entro nel merito del " a cosa servono", perché so di pareri diversi quando non divergenti. E di questo scrissi in post precedenti.

Come si praticano?

Anche qui le opinioni divergono. Noi Spirito Ribelle abbiamo sempre messo in risalto già in post precedenti l'importanza del confronto come ascolto di sè, ascolto dell'altro e ascolto di cosa INSIEME si viene a creare.

Là dove non vi è spiegazione,

ci si avvicina con l’intuizione

Niente forzatura o prevaricazione di un praticante sull'altro, ma anche niente meccanica ripetizione di tecniche, del genere "se tu fai così, allora io rispondo così". Invece, una danza, uno scambio armonico di sensazioni in cui indirizzare il compagno là dove vogliamo: che sia un cul de sac senza via d'uscita, uno sradicamento e squilibrio, una pressione che immobilizzi, una resa a colpi dolorosi.

A volte, anzi, spesso, vediamo questi giochi di mano esprimersi in modo sgraziato, a strappi, affidato esclusivamente all’uso della forza muscolare o attingendo a qualche " trucco", dunque privi di quella sottile quanto velenosa armonia che, sotto traccia, prima o poi porterà uno dei due praticanti a ridurre all'impotenza l'altro.

L’armonia non è quiete, è l’arte nobile

del trarre forza dall’altro

Questa grossolanità, questo praticare rozzo, è dovuto alla mancanza di una o di tutte le tre componenti fondamentali che sostanziano una buona pratica, pratica che sia di autentica relazione: So cosa sto facendo, so cosa sta facendo l'altro, intuisco (cerco di intuire) cosa l'altro sa di quel che io sto facendo.

Alla base ci sta poi l'esposizione personale, la disponibilità a mostrarsi per quel che si è lasciando davvero spazio all'esperienza in atto, esperienza di relazione con un altro essere umano.

Senza questa esposizione, questa accettazione della propria vulnerabilità, i "giochi di coppia" resteranno aride pratiche formali, insipidi accumuli di tecniche praticate da individui incapaci di guardare dentro di sé, costantemente protetti da maschere di narcisismo, aggressività repressa, vittimismo, tendenza alla proiezione...insomma, nascosti dietro un ruolo, dietro quegli evitamenti, (gli stessi messi in atto nel  vivere di ogni giorno) che impediscono  di essere adulti autentici e sereni.

Solo ed esclusivamente praticando in forma di dialogo di coppia, e non di scontro, di gara a "chi ce l'ha più lungo" (!!), si diviene capaci di cogliere il potere profondo che si crea perché si è dentro una relazione, rispetto al circolo vizioso di quelle " seghe mentali" (cit. Sandro Giacobbe, psicoterapeuta) che condizionano il nostro stare al mondo, dello strabordare dell'ego, di tutte le manovre che agiamo per...non agire. Ovvero fiaccare e smantellare il potere dei pensieri sulle nostre percezioni, sul nostro agire e su come ci comportiamo abitualmente.

Contatto è saper apprezzare le differenze.

Hai voglia a dire che le Arti Marziali sono un percorso di crescita interiore. Non lo saranno MAI se non le pratichi con lo spirito e il sincero atteggiamento di cui scrivo qui sopra.

Spirito ed atteggiamento che trovi allo Spirito Ribelle e che fanno del nostro clan una comunità unica, uguale a nessuno.

 

 


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