Per chi lavori principalmente a corpo libero o con piccoli attrezzi, è meglio praticare al chiuso o all'aperto?
Vediamo, succintamente, pro e contro.
Al chiuso
- Pro. La tua performance non sarà mai influenzata dalle
condizioni atmosferiche. Godrai di un ambiente privilegiato in quanto a
confort, sicurezza, niente distrazioni ed esatta ripetibilità delle condizioni
standard che ospitano il tuo praticare.
- Contro. I contro stanno tutti nei pro di cui scriverò
nelle righe sotto, dedicate ai " pro" del praticare all'aperto e ai
quali ti rimando
All'aperto
- Contro. Ti mancheranno tutti i " pro" del
chiuso. Ma...
sei
sicuro che siano
davvero
dei " pro"?
Sì perché ecco i " pro" del praticare
all'aperto.
Il primo: Da alcuni anni,
finalmente, si vede chi svolge attività fisica all'aperto (anche se
principalmente in forma saltuaria), resta però presente la preoccupazione per
ciò che gli altri pensano di noi, e non mi riferisco solo al praticare attività
fisica all'aperto!! E' questa una tendenza sociale innata, foriera di ansia e
conformismo del pensiero e del comportamento quanto, all'opposto, di azioni
forzatamente stravaganti e inconsulte al solo scopo di distinguersi dalla massa
Superare questa forbice, trovando un personale ed
autonomo equilibrio, richiede esporsi allo sguardo altrui accogliendo il
non essere compresi / accettati, fino anche all'aperta disapprovazione.
Essere sotto l'occhio altrui, dunque in qualche modo
vulnerabili, è il passo che conduce all'essere autentici e responsabili. Tratti
fondamentali in ogni individuo che possa definirsi adulto autodiretto,
dunque tratti fondamentali per chi pratichi realmente la “Via” (Budo)
dell'artista marziale e non semplicemente ripeta tecniche e forme di
questa o quella Arte Marziale credendosene interprete.
L'esporsi volutamente allo sguardo altrui, ci pacificherà
con la preoccupazione di come gli altri ci vedono e del loro giudizio, tanto quanto
ci sarà di sprone ad impegnarci sempre al massimo.
Il secondo: Ogni ambiente e
situazione costante, che si ripeta immutata, nega il principio di continuo
mutamento e di imprevedibilità del vivere. Questo principio di continuo
mutamento, fonda la reale capacità combattente che è saper stare nello
scontro il quale, fisico o meno, è sempre caos e disordine.
Nessuna ripetizione di tecniche memorizzate e portate a
vuoto, nessuna ripetizione di tecniche memorizzate e ripetute sempre uguali
contro un avversario che ci attacchi quando e come pre -stabilito e sempre
nelle stesse identiche condizioni ambientali, sono la benché minima garanzia di
successo nella vita quotidiana.
La ripetizione continua e costante di poesie motorie
imparate a memoria e recitate sempre tra quattro mura, e magari sempre le
stesse quattro mura, perché mai dovrebbe portare ricchezza emotiva e capacità
interpretativa quando chi le “recita” vive, nell’arco di una giornata, la sua
personale vita vera in situazioni ambientali diverse, stati emotivi
diversi, relazioni sociali diverse?
Ecco
così che i " pro" di un locale chiuso,
si
rivelano macroscopici " contro",
soprattutto
per un marzialista.
So che i luminari dell'ignoranza, quelli che dissertano di memoria corporea, potranno dissentire. Ma davvero si può credere che avendo affrontato, in esercitazione, mille e mille volte la perfetta reazione ad una macchia d'olio mentre siamo al volante, la nostra reazione sarà la stessa, cioè perfetta, anche quando saremo sì al volante, ma su una strada sconosciuta, impegnati in un serrato dialogo con chi ci sta seduto accanto, con lo stomaco appesantito da un lauto pranzo?
Che, dopo aver provato mille e mille volte la perfetta
reazione ad una presa al collo, reagiremo altrettanto perfettamente quando la
presa ci verrà portata di sorpresa, mentre ci districhiamo tra le auto in sosta
selvaggia, reggendo in mano il cellulare, le gambe fasciate in pantaloni stretti
e l'urgente bisogno di svuotare la vescica?
Dunque, se creatività e intelligenza motoria, fisicoemotiva
(tratti fondanti una buona pratica come è qui allo Spirito Ribelle) li
esplicitiamo in uno spazio fisico incerto, mutevole e disordinato, portatore di
distrazioni del tutto imprevedibili, i risultati saranno ben migliori sotto
ogni aspetto di crescita personale e di efficacia ed efficienza. Non fosse
altro perché le condizioni all’aperto, nella loro incertezza e mutevolezza di
rumori, odori, colori, incontri, luci, ombre; nel loro essere irregolari nel
terreno d’appoggio e negli ostacoli circostanti; nell’ospitare caldo, freddo,
vento, afa, sono un’ottima riproduzione dell’incertezza e mutevolezza
quotidiana in cui ognuno di noi vive.
A questo punto, i " contro", smettono di
interessarmi e.... mi appresto a praticare e coinvolgere gli allievi qui, ai giardini
Marcello Candia o alla rotonda della Besana. in Milano.
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