Muoversi impugnando acciaio, silenzio
e respiro come condizione di presenza densa e profonda. Immaginare. Stare
dentro un viaggio cinestetico per modellarti con empatia all’ambiente, a colui
che, minaccioso, ti sta difronte.
Muoversi impugnando acciaio come
esercizio critico della corporeità. Restare immobili che, come il silenzio, è totale
espressione sincera, sapere che prima di muoverti ed agire devi saperti
fermare.
Muoversi impugnando acciaio non è
solo una pratica ristretta ad uno specifico ambito marziale, in quanto alcuni
suoi aspetti investono ogni essere umano: Da quelli più lampanti quali
movimento, gesto, spazio, a quelli sottesi come tempo, ritmo e peso. Essi
stessi sono chiavi di lettura dell’esperienza del nostro modo di vivere la
vita, del nostro saper ricevere impressioni, confrontarci con l’ambiente
circostante, accettare e creare mutamenti. È la convinzione, personalmente
esperita in quasi cinquant’anni di pratica, dell’Arte del katana come pratica nient’affatto
specialistica. Essa, invece, ci mostra in modo potenziato e amplificato alcuni
aspetti del nostro essere corpo in movimento e in relazione.
“La
spada deve essere più di una semplice arma;
deve
essere una risposta alle domande della vita”
(Miyamoto
Musashi)
Kenshindo la “Via dello
spirito della spada”, che è
Suburi – Movimenti con
fendenti e falciate
Tachiuchi kata –
Giochi codificati in coppia
Tameshigiri –
Taglio su bersagli
Gekken – Scherma libera
“Prega
affinché l’altro non sfoderi,
ma
alla fine, se non è possibile evitarlo,
mettilo
a morte con un colpo solo
e
prega perché riposi in pace”.
NB: La pratica del katana, qui
allo Spirito Ribelle, è condotta con lame di acciaio, affilate, lame che
sanno essere letali. Qui, allo Spirito Ribelle, lasciamo agli altri il
fare i samurai agitando giocattoli di latta. Qui si pratica realisticamente per
divenire adulti autodiretti, coraggiosi e vitali.
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