giovedì 2 novembre 2023

Una Paola Cortellesi strapompata e per “anime belle”

Certo non è facile entusiasmarsi per una pellicola dopo aver visto, nel giro di poche settimane,

Felicità

scritto, diretto ed interpretato da Micaela Ramazzotti

Autentica e forte storia di forza e fragilità femminile, dove una magnifica Ramazzotti giganteggia nel degrado umano maschile e sociale.








The Palace

diretto da Roman Polański.

Favola realistica e grottesca di cui ho scritto qui nel blog

(https://tiziano-cinquepassineldestino.blogspot.com/2023/10/the-palace.html)







Dogman

scritto e diretto da Luc Besson

Capolavoro di forza e umanità, trasgressione e orgoglio. Film che ho visto da solo ed è stato bene così, perché ho potuto lasciar danzare dentro di me emozioni urlanti e strani rivoltamenti del “passeggero oscuro” che mi abita da sempre. Film che avrei potuto vedere solo avendo accanto quel mio caro amico che ben conosce il dramma ed il potere delle forze oscure e, con lui solo, avremmo scambiato parole di sangue, forza e vendetta, parole vere e crude. Un film imperdibile.






Per

C’è ancora domani

diretto ed interpretato da Paola Cortellesi


si sono entusiasmate, fino al parossismo totale, intere schiere di critici.

“Mai retorico, mai banale”. “Universale, necessario, commovente e battagliero”.” Necessario, provocatorio e attualissimo” sono solo alcune delle sperticate lodi che i critici cinematografici dedicano alla pellicola. Solo alcuni riservandosi, nel corpo dell’articolo, di accennare ad un certo atteggiamento “piacione” che strizza l’occhio al perbenismo ed al politicamente corretto ora in auge, ad una scrittura divulgativa fatta apposta per solleticare i gusti di un pubblico (femminile) alla costante ricerca di assicurazioni in stile Me Too, di consolazioni per una loro vita privata sentimentale e familiare probabilmente lontana dai sogni coltivati in gioventù e di cui incolpano i maschi ed il maschile sempre “brutto e cattivo”, di un femminismo di copertina (1).

Personalmente, ho trovato la pellicola gradevole, ben recitata da tutto il cast di attori. Gradevole e nulla di più.

Forse i critici che l’hanno osannata sono tutti under sessanta e non hanno mai visto né sentito parlare di “Il cappotto” (certo, qui ci si poggia sul libro di Nikolaj Gogol) o “Ladri di biciclette” e “Sciuscià”, in cui si sente la mano di Vittorio De Sica (Il De Sica bravo, non il figlio p…a), o “Miracolo a Milano” (l’indimenticabile Paolo Stoppa), vere testimonianze della società italiana del dopoguerra.

Forse il pubblico (femminile) che si entusiasma così tanto per la Cortellesi non ha mai visto l’Anna Magnani di “Roma città aperta”, o di “Assunta Spina (qui, alle spalle, ci sta il lavoro teatrale di Salvatore Di Giacomo).

Probabilmente ha ragione chi costantemente mi ammonisce che, in ogni palcoscenico dell’arte, accanto ai grandi, ai capaci, c’è posto anche per i meno grandi, e pure per i meno, molto meno grandi e capaci. Ed io ne convengo, ma mi riservo, come ho fatto anche in questi mesi, di andare ai concerti di Petra Magoni e Bob Dylan e Lakecia Benjamin, non certo di Ligabue, Mengoni e carrozzoni vari e di schifare, anche solo per ragioni musicali, X Factor e il festival di San Remo!!

So che qualsiasi film ha lo scopo di piacere e vendere, trarre profitto economico e di notorietà per gli autori, e, in questo, “C’è ancora domani” riesce pienamente.

In una società ormai assuefatta e piegata sul linguaggio ed i tempi televisivi ci sta apprezzare la pellicola, saltando a piè pari su belle fanciulle con le ascelle perfettamente depilate, cosa del tutto irrealistica in quegli anni, ma la cui visione avrebbe probabilmente disturbato le signore e signorine bene del pubblico rendendo loro difficile immedesimarsi nelle eroine, o lo stonato ed impossibile intervento “esplosivo” del soldato USA nella vicenda: Tra scrittori e sceneggiatori non c’era nessuno in grado di risolvere la questione in modo meno forzato e ridicolo? Vogliamo generosamente chiamarla “licenza poetica”?

Insomma, un film tutto sommato gradevole, con qualche bella intuizione (su tutte, la violenza manesca interpretata a ritmo di tango) figlio dei tempi consumistici e ruffiani di oggi. Quelli dove Tiziano Ferro raccoglie consensi ed applausi per il suo coming out ma continua a scrivere e cantare dedicando i suoi pezzi alle fanciulle: Si sa mai di perdere fans e soldi!! Quelli dove ognuno spara certezze e giudizi su tutto e tutti senza sapere nulla dell’argomento o solo quello orecchiato in qualche programma TV. Quelli dove nessuno legge più libri arrotolando la pigrizia mentale sui podcast.

Quelli dove una brava e bella Cortellesi: Sa cantare, sa recitare, sa essere spiritosa, ed è pure bella!! ha tutto il diritto di emergere, visto anche quanti e quante raccomandati calcano immeritatamente la via del successo.

 

1. Con i fiumi di inchiostro sparsi sul femminismo e le valanghe di pubblicazioni sul tema, come mai non esiste alcuna traduzione in lingua italiana dei libri di Camille Paglia, omosessuale e femminista storica? Sarà per le sue idee del tutto avverse al trito conformismo dilagante che certo non può tollerare affermazioni quali: “L'attivismo nero si è ispirato alle profonde tradizioni spirituali della chiesa a cui la retorica politica gay è stata ostile in maniera infantile. Stridulo, egoista e dottrinario, l'attivismo gay è completamente privo di prospettiva filosofica.“ “Nulla definisce meglio la decadenza dell'Occidente che la nostra tolleranza dell'omosessualità aperta e del transessualismo.“ “La natura esiste, piaccia o no; e nella natura, la procreazione è una sola, regola implacabile”. “Lasciare il sesso alle femministe è come andare in vacanza lasciando il tuo cane ad un impagliatore”. Che dire, poi, del femminismo radical chic italiano che fiancheggia attivamente le più ignobili campagne golpiste al servizio dell’imperialismo USA e della borghesia compradora latinoamericana? “NON UNA DI MENO” e “Se Non Ora Quando” che elogiano Maria Corina Machado, la golpista di estrema destra amica personale di George Bush. Movimenti femministi che si definiscono genericamente “Movimento delle Donne” abbandonando ogni visione rivoluzionaria del mondo per dedicarsi anima e corpo alla guerra agli uomini. Movimenti femministi che hanno abiurato il pensiero di donne rivoluzionarie come Clara Zetkin, Emma Goldman e Alexandra Kollontaj per riferirsi a “personaggi deteriori, grotteschi e auto-caricaturali come Donna Haraway, Naomi Wolf o Maria Galindo”. (in “Marx21” 28.11.2019)

 

 



 

 

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