Con Paolo, ex allievo con cui è nata e si è mantenuta negli anni una amicizia forte e solida. Con Paolo in un campo di tiro, tra alberi e verde, è lui che affina il mio ancora maldestro modo di sparare.
Mi suggerisce l’uso del metronomo: Cadenza regolare nel
premere il grilletto, attenzione totale all’essenziale del breve gesto; quello
che nella pratica marziale è yoshi, ovvero cadenza e ritmo.
Passano i giorni e mi sovviene l’idea di usare il metronomo
anche nella mia pratica marziale e, una volta verificatane l’utilità, proporlo
anche al gruppo di allievi.
Il
Ritmo è linguaggio universale
Il ritmo è elemento trasversale
tra musica e movimento, come tale presente in tutte le culture sin dagli albori
dell’umanità.
Mi vengono alla mente studi e pratiche marziali che
sperimentai nei primi anni ’80 sollecitato dagli scambi con Attilio Zanchi,
giovane bassista del gruppo Yu Kung e con Tinin Mantegazza, artista,
scenografo, autore televisivo e fondatore della compagnia ‘Il Teatro del
Buratto’; la lettura di alcune riflessioni sul rapporto tra ritmo, musica e
gestualità che faceva il M° Plée, l’uomo a cui si deve l’ingresso in Europa e
la sua diffusione del Karate: Furono i miei primi tentativi di abbinare ritmo
percepito dall’orecchio e ritmo carnale, di corpo, inserendoli nella pratica
con gli allievi. Anni dopo, a Roma, la scoperta dell’Expression
Primitive, laddove questo binomio sostiene tutta la costruzione del
movimento nello spazio (1) e via via fino alla pratica odierna del Laban
Movement Analysis, probabilmente l’impianto teorico e la pratica più
completi in questa lettura ritmo / gestualità.
Il corpo che ascolta: Percezione e Neuroscienze
Il nostro cervello, sollecitato
dal ritmo musicale, lo trasforma in impulso motorio.
La ripercorriamo, scegliendo più o meno consapevolmente
come interpretarla, col crescere dell’età, quando camminare, mangiare,
saltellare ecc. si esprimono con un determinato ritmo e, a sua volta, questo
ritmo plasma il ‘come’ camminiamo, mangiamo, saltiamo.
Il nostro essere corpo ha ritmi e suoni propri che variano
con le emozioni che viviamo, variano con il ‘cosa’ e il ‘come’ agiamo,
influenzandosi a vicenda.
E’ ormai risaputo che i canti gregoriani sono volutamente costruiti
per risuonare con un cuore che abbia 60 btm, che è il ritmo di un cuore a
riposo, inducendo così rilassamento e disponibilità alla meditazione (https://www.tomatisfirenze.it/metodo-tomatis-canti-gregoriani/);
la techno music lavora sui 120 battiti al minuto, ovvero un cuore sotto sforzo.
Marce militari usano un tempo musicale che cavalca emozioni di potenza, mentre
l’uso di accordi minori in successione evoca stati di melanconia, non a caso il
blues, una musica che ha origini tristi e melanconiche perché nata dalla
sofferenza degli schiavi – lavoratori africani nei campi di cotone, usa una
scala minore, anche su accordi maggiori, per mostrare un suono più scuro e infelice.
Oggi sappiamo quel che le popolazioni antiche avevano già
intuito: La musica attiva il sistema limbico, responsabile dell’elaborazione
delle emozioni. Le variazioni di tempo e dinamica agiscono su aree come
l’amigdala e la corteccia prefrontale.
Da anni ho inserito la musica nei momenti di formazione, prima
ZNKR ora Spirito Ribelle. Musica sia prodotta da ‘macchine’ che suonata dal
vivo da noi praticanti, utilizzando strumenti come tamburello e tamburi vari,
ma anche gli strumenti messi a disposizione dallo spazio in cui siamo: il
pestare dei piedi sul terreno, il battere delle mani, fino all’uso del suono
vocale; tuttavia, quest’ultimo apre un altro enorme orizzonte di pratica e
sapere di cui scriverò in una prossima occasione.
Si suole dire "Il suono
esce da una cassa. Il corpo non pensa: Risponde." E risponde
accordandosi spontaneamente al ‘cosa’ gli arriva e soprattutto al ‘come’
interpreta quel che gli arriva. Potemmo spingerci ad affermare che la pelle (il
primo organo di udito nel grembo materno, ancor prima delle orecchie) funge da
partitura.
E qui entriamo in un terreno che è proprio della Danzaterapia.
Personalmente, ritengo la pratica marziale, quando fatta con capacità
formativa del docente ed autentico spirito di crescita (Budo) del gruppo,
una esperienza eccezionale di esplorazione e trasformazione personale e di
gruppo: Realistico percorso di individuazione quanto e sicuramente più di tante
terapie a prevalenza verbale come di terapie corporee frikkettone e modaiole. Ma
di questo ho già scritto più volte!!
In fin dei conti, come la luna ha il potere di alzare ed
abbassare il livello del mare, così il corpo che sappia lasciarsi andare,
cedere alle voci dell’ambiente, dialogherà incantato, cavalcando i flussi di
energia e potenza a seconda del ritmo.
Anche questa è autentica e potente pratica marziale!!
PS) Grazie Paolo!!
1. http://web.mclink.it/MC9889/pdf/express.pdf