martedì 9 giugno 2020

I Giovedì dell’Ombra che danza




 Abbiamo lasciato alle spalle l’esperienza di Domenica scorsa, danzata tra il ripercorrere quei movimenti primigeni che, nei primi mesi di vita, hanno costruito il tracciato fondante la nostra motricità, consapevoli che una loro incompleta maturazione inficia e mutila la nostra adulta gestualità,
ora a cosa andiamo incontro?

Yi non è intenzione (1), ma spontaneità, 
o meglio ancora è impulso generativo

E’impulso generativo a meglio rendere l’immagine fisicoemotiva, corporea, di una spinta a fare, spinta intimamente e indissolubilmente legata all’organizzazione di quel fare medesimo.
L’impulso generativo origina da uno stimolo interno o esterno (2) e, collegando il sé corpo alle circostanze e all’ambiente, si traduce in azione efficace e non ridondante.
Agiamo investendo l’impulso in azioni di diversa complessità, funzioni tipiche della specie umana (alzarsi, avanzare, arretrare, chinarsi, saltare ecc.) comuni a tutti noi ma che ognuno di noi interpreta e compone in modo differente, del tutto personale (3).
Anche per questo diffido degli esercizi uguali per tutti (squat, piegamenti sulle braccia, crunch ecc.) e delle tecniche (diretto, calcio frontale, leva articolare al polso ecc.) imposte uguali per tutti, perché presumono soggetti uguali e identici tra di loro.

Dunque
“Al problem solver è indispensabile saper attribuire significati differenti da quelli che risultano da un esame della situazione condotto seguendo una logica convenzionale”
(M. Rampin)


Il sistema nervoso come incontro 
tra accoglienza ed azione

Come potremmo fare, agire, muoverci senza il sistema nervoso? Impossibile.
Esso accoglie informazioni dalle cellule del corpo e a tutte le cellule informazioni manda. Esso include gli stati vigili di presenza ed attenzione, gli svolgimenti cognitivi e l’accuratezza di un agire coordinato. E’ il fondamento percettivo su cui si basa il nostro modo di includere e di interagire con l’ambiente dentro e fuori di noi.

Nel tuo “allenamento” abituale cosa e come fai per “allenare”
questo splendido agente senza il quale nemmeno potresti esistere?
OK, lasciamo perdere!!
Io, noi Spirito Ribelle, invece non lasciamo perdere.
Perché l’esperire, il fare esperienza (4), accade in primis a livello cellulare.
Il sistema nervoso, che è il sistema di registrazione del corpo, registra le nostre esperienze e le struttura in schemi. Poi è capace di rievocare alla memoria le esperienze e di adattarle alle mutate situazioni da affrontare.
Una volta recepito un sapere, il sistema nervoso non solo diviene il principale fulcro di controllo dei processi psicofisici, ma, opportunamente stimolato, è capace di avviare un percorso di apprendimento di nuove esperienze che vedremo accadere.

Allora dedicheremo i due prossimi incontri a
Contattare e sondare il sistema nervoso.
Incontrare eventuali resistenze e tradurle in possibilità di azione.
Setacciare modi per compensare il sistema nervoso autonomo che funge da telaio dei movimenti volontari.
Armonizzare l’accoglienza, che precede l’atto, con l’atto stesso.

Ci serviremo di giochi e gesti quali la “Meditazione dell’orbita microcosmica”, “Nami”, l’onda nelle sue diverse espressioni e vibrazioni, gli “Ikigai Kiko”, ovvero la pratica energetica della spinta vitale.

Dunque
“Le informazioni sono potere, in senso letterale: più sappiamo, più possiamo”
(E. Bencivenga)


Ti aspetto Giovedì 11 e 18
ai giardini I. Montanelli a p.ta Venezia. Milano.
In caso di maltempo, saremo ai giardini della Rotonda della Besana

1. Ho già speso più volte tempo ed energia a spiegare quanto sopra, forte della traduzione di alcuni eminenti sinologi e dell’interpretazione che ne danno Maestri marzialisti d’oltralpe.
Qui mi limiterò a ricordare che “intenzione”, nella nostra lingua è “Orientamento della coscienza verso il compimento di un’azione, direzione della volontà verso un determinato fine; può indicare semplicemente il proposito e il desiderio di raggiungere il fine, senza una volontà chiaramente determinata e senza la corrispondente deliberazione di operare per conseguirlo” (http://www.treccani.it/vocabolario/intenzione/) che invece, definisce “impulso”: “spinta che permette di avviare un'attività”.
Continuare a chiamare Yi Quan o Taiki Ken “il pugilato dell’intenzione”, continuare a parlare di “intenzione” riferendosi all’agire immediato nello spazio e verso l’avversario è, ancor più che riduttivo, una castroneria enorme.

2. L’uomo, checché ne dicano presunti maestri ed esperti di Arti Marziali e di combattimento, ha perso completamento o quasi gli istinti.
Ce lo dicono, dal pensiero greco, il mito di Epimeteo (colui che pensa dopo) e Prometeo (colui che pensa prima), ovvero l’animale che reagisce immediatamente per istinto e l’uomo che pensa prima di agire (http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaP/pplatone8k3kls.htm); ce lo dicono fior di pensatori moderni osservando che il toro si avventa sulla mucca per copulare e, contrariamente all’uomo, certo non si attarda né si bea delle belle labbra, del colore del manto, del pelo!!
Anche per queste considerazioni ho chiamato il mio metodo “Movimento Intuitivo”, laddove “intuito” è: “la capacità di avvertire, comprendere e valutare con immediatezza un fatto, una situazione” (http://www.treccani.it/vocabolario/intuito/). E anche: “L’intuizione (dal latino intueri = osservare, contemplare) è, a mio modo di vedere, una funzione psicologica fondamentale. L’intuizione è quella funzione psicologica che trasmette le percezioni per via inconscia. Tutto può essere oggetto di questa forma di percezione. Tanto oggetti esterni e interni quanto le loro connessioni.” (C.G. Jung)

3. Oltre trenta anni or sono, conversando col Maestro Hiroo Mochizuki, mi colpì favorevolmente la sua affermazione “Tutti gli uomini flettono l’avambraccio sul braccio”. MI aiutò a smettere di cercare l’arte del combattimento completa e per ciò più efficace, per indirizzarmi verso una pratica motoria che, facendo dell’individuo, del praticante, il soggetto, l’attore protagonista, di consegeunza fosse lei completa e per ciò efficace.
Ci vollero una decina d’anni ancora per comprendere i limiti di questa sua osservazione. Perché è vero che tutti gli uomini “flettono l’avambraccio sul braccio”, ovvero verso il bicipite brachiale e nessuno è in grado di fare l’opposto, ovvero fletterlo verso il tricipite brachiale. Ma è altresì vero che tale flettersi è diverso da individuo ad individuo: diverso nella fluidità del gesto, diverso nel raggio d’azione del gesto, ma, soprattutto, diverso nei contenuti emotivi del gesto. Contenuti emotivi che ne influenzano la resa, la performance, rendendola più rapida o meno, più “forte” o meno, connessa o meno all’azione corporea tutta.
Così, tra i diversi motivi per cui, per esempio, ritengo inutile / dannoso allenarsi agli squat, ci sta che il piegarsi sulle gambe sarà concretamente, fisicamente, un gesto ben diverso se mi accingo a sedermi sul water o se ho ricevuto una spinta atta a farmi cadere o se mi sto accucciando per nascondermi alla vista di un creditore!! Infatti, la sfera sensomotoria si attiva insieme ai processi cognitivi ed affettivi.

4. Che non è ripetere e ripetere e ripetere ancora gesti o tecniche: questo lo lasciamo a chi sia afflitto da disturbi ossessivo compulsivi!! Esperire è provare, sperimentare, conoscere attraverso il provare.



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