Il Tai Chi Chuan è arte fluida e introspettiva che amalgama equilibrio, energia interna e consapevolezza.
Tra le
sue fondamenta si trova la sequenza Peng Lu Ji Han, quattro
principi essenziali che incarnano la logica Neijia / Naido
(interna) e combattente del Tai Chi Chuan.
Peng, che
è espansione, apertura. Potremmo
assimilarla ad un airbag che si gonfia, alla capacità di un pallone di
assorbire e rinviare gli urti; potremmo riferirci ad una superficie colpita da
un chiodo: Più la superficie è elasticamente densa ed estesa, minore
penetrazione avrà il chiodo. Il principio della fisica che spiega come una
superficie più ampia riduca la penetrazione di un corpo estraneo è il principio
di pressione. Questi spiega che la pressione è direttamente proporzionale
alla forza applicata su una superficie e inversamente proporzionale alla
superficie stessa: Più la superficie è ampia, minore sarà la pressione
esercitata per ogni unità di area e quindi minore sarà la tendenza del corpo
estraneo a penetrare.
Dunque non sono solo e tanto
le braccia ad aprirsi formando un cerchio, è il corpo tutto che si espande:
torace, braccia, gambe ecc. si ampliano ed addensano. Ad alcuni parrà
improbabile, ma si può fare.
Peng come concetto di espansione è
in stretta relazione con Song / Sung o rilasciare (1), che
permette di essere reattivi esprimendo una tensione adeguata a mantenere la
nostra struttura fisica quando il nostro corpo viene premuto o spinto. Peng
si espande verso l'esterno e muove la nostra energia aderendo a quella dell’opponente,
è come una tensostruttura la cui elasticità tanto la sostiene quanto le
permette di reggere gli urti che vengano dall’esterno.
Lu, che è tanto arretrare quanto
tirare a sé l’opponente. Qui è necessario un movimento fondamentale nel Taiki
Ken ed in alcune “vecchie” Scuole di Tai Chi Chuan e Pa
Kwa, completamente perso invece, nella stragrande maggioranza dei Kwoon
/ Dojo. SI tratta ci creare un movimento di opposizione, di direzioni
opposte e contrarie tra il bacino e le braccia: Il bacino arretra lanciando le
braccia avanti, per poi avanzare nel mentre che tira a sé le braccia. Senza
questa “opposizione”, le movenze perdono di efficacia ed efficienza. E’ anche
possibile interpretare Lu come l’intercettare un attacco diretto contro
il nostro centro e noi vi aderiamo deviandolo contemporaneamente da un lato e
quindi nel vuoto, sorta di Mukaete. (2)
Ji, che è premere o anche colpire. Possiamo immaginare di usare uno scudo per sfondare la difesa dell’opponente, oppure di colpirlo indirizzando la penetrazione in una piccola zona, sì da aumentare la forza di penetrazione. Il movimento sarà composto da un’onda cinetica dall’alto al basso indirizzata a comprimere, a schiacciare.
Han, che
è deflettere, proteggersi e poi sbattere a suolo l’opponente. Se, a mio sapere,
tutte le Scuole convergono sull’essere Han un movimento in cui la
forza diretta in arrivo viene prima assorbita e poi diretta per sollevare e
allontanare l'opponente, non ho ancora trovato chi la pratichi al meglio.
Mi spiego: Usano una spinta verso il basso.
Guardiamo bene. L’ideogramma contiene
un individuo in ginocchio e come si fa a squilibrare un opponente, a portarlo a
terra? Si può provare a spingerlo in avanti e verso il basso, ma facilmente
questi porterà una gamba indietro a recuperare l’equilibrio. Ecco perché un Han
efficace ed efficiente DEVE assolutamente esprimersi con un movimento,
per noi Spirito Ribelle l’onda, a salire, a togliergli il sostegno
della base, dei piedi, ovvero un gesto del tutto opposto a Ji.
Chiunque abbia un mino di esperienza, non di combattimento reale, di strada
(sarebbe pretendere troppo da tanti nomi di fama come sconosciuti del mondo Tai
Chi Chuan) ma anche solo di “combattimento” da palestra o, quantomeno,
di Push Hands, deve aver
sperimentato per forza la situazione di pressione e spinta su un compagno che
riesce a ridurre il danno portando una gamba indietro. A meno che la pressione
e spinta sia portata in direzione obliqua costringendo il partner ad un
“intreccio” di gambe per lui davvero problematico, ma non è questa la direzione
in cui si esprime Han.
Dunque Han si
concretizza al meglio attraverso un’onda cinetica dal basso verso l’alto.
Tra l’altro, il movimento in questa direzione mette subito sotto attacco i
piedi dell’opponente, quei piedi che, in una lettura fisicoemotiva, richiamano
l’aderenza alla realtà, ad essere basi d’appoggio, in cui, anche nel
quotidiano, i piedi saldamente piantati al suolo esprimono sicurezza quando non
possesso: La sicurezza necessaria per direzionare la volontà.
Attaccare e destabilizzare la base costituisce un ottimo
inizio per poi completare lo squilibrio dell’opponente. In fin dei conti,
persino nel gioco degli scacchi un’ottima apertura pone le basi per uno
svolgimento a proprio favore della partita e un’ottima apertura è fondamentale
per condurre un proficuo incontro di Arti Marziali. Se negli scacchi l’apertura
è debole e non sa occupare il centro della scacchiera, la partita si metterà
subito in salita. Se nelle Arti Marziali l’apertura, il cosiddetto
“riscaldamento”, sarà puramente ginnico, sarà un protocollo uguale e ripetuto, diverrà
ben arduo coinvolgere i partecipanti in una pratica artistica lasciandoli
invece sull’asfittico terreno della meccanica dei gesti.
1. Il rilassamento è una condizione di passività, di riposo,
di torpore, di corpo Lib, secondo la lettura del Laban
Movement Analysis, che possiamo tradurre con “collassato”. Dunque corpo
non immediatamente pronto ad agire, in cui l’assenza di consapevolezza rallenta
la stimolazione nervosa e il successivo mettersi in moto. Il rilasciamento
invece è una condizione di attiva vigilanza, che contiene in sé un’attenta
presenza e prontezza all’agire. Personalmente, trovo in Tanshu,
la danza animalesca del Taiki Ken, con la formazione ad uno stato
di rilasciamento anche il gusto della caccia, della predazione,
dell’attivazione del cervello rettile, del piacere di danzare la vita. Attenzione,
se è eccessivo, dogmatico, affermare che “Le parole creano cose”,
è però vero che le influenzano: Se tu Maestro o Sifu continui ad
invitare l’allievo a stare rilassato, questi inevitabilmente abbinerà lo stare
rilassato alle sensazioni ed emozioni collegate al rilassamento nel suo vivere
quotidiano e ti troverai o un praticante lento e tardo nell’agire perché ben
rilassato o stressato ed agitato perché in lui lo stare rilassato cozza
violentemente con la necessità impostagli di agire rapidamente.
2. “Questo metodo è chiamato mukae-te
(mano che incontra) perché, quando un avversario attacca, le braccia si muovono
in avanti, entro i limiti di difesa del soggetto, per affrontare l'attacco. Il
termine mukae-te viene usato anche per descrivere metodi per
parare l'attacco dell'avversario. Il pregio caratteristico del mukae-te
è la riduzione della forza massima del colpo dell'avversario.”
(https://taikiken.org/taikiken-neri-kneading-mukae-te-training.html)
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