martedì 3 giugno 2025

Peng Lu Ji Han: L’Essenza del Tai Chi Chuan in Quattro Movimenti

 



Il Tai Chi Chuan è arte fluida e introspettiva che amalgama equilibrio, energia interna e consapevolezza.

Tra le sue fondamenta si trova la sequenza Peng Lu Ji Han, quattro principi essenziali che incarnano la logica Neijia / Naido (interna) e combattente del Tai Chi Chuan.

Peng, che è espansione, apertura.  Potremmo assimilarla ad un airbag che si gonfia, alla capacità di un pallone di assorbire e rinviare gli urti; potremmo riferirci ad una superficie colpita da un chiodo: Più la superficie è elasticamente densa ed estesa, minore penetrazione avrà il chiodo. Il principio della fisica che spiega come una superficie più ampia riduca la penetrazione di un corpo estraneo è il principio di pressione. Questi spiega che la pressione è direttamente proporzionale alla forza applicata su una superficie e inversamente proporzionale alla superficie stessa: Più la superficie è ampia, minore sarà la pressione esercitata per ogni unità di area e quindi minore sarà la tendenza del corpo estraneo a penetrare.

Dunque non sono solo e tanto le braccia ad aprirsi formando un cerchio, è il corpo tutto che si espande: torace, braccia, gambe ecc. si ampliano ed addensano. Ad alcuni parrà improbabile, ma si può fare.

Peng come concetto di espansione è in stretta relazione con Song / Sung o rilasciare (1), che permette di essere reattivi esprimendo una tensione adeguata a mantenere la nostra struttura fisica quando il nostro corpo viene premuto o spinto. Peng si espande verso l'esterno e muove la nostra energia aderendo a quella dell’opponente, è come una tensostruttura la cui elasticità tanto la sostiene quanto le permette di reggere gli urti che vengano dall’esterno.





Lu, che è tanto arretrare quanto tirare a sé l’opponente. Qui è necessario un movimento fondamentale nel Taiki Ken ed in alcune “vecchie” Scuole di Tai Chi Chuan e Pa Kwa, completamente perso invece, nella stragrande maggioranza dei Kwoon / Dojo. SI tratta ci creare un movimento di opposizione, di direzioni opposte e contrarie tra il bacino e le braccia: Il bacino arretra lanciando le braccia avanti, per poi avanzare nel mentre che tira a sé le braccia. Senza questa “opposizione”, le movenze perdono di efficacia ed efficienza. E’ anche possibile interpretare Lu come l’intercettare un attacco diretto contro il nostro centro e noi vi aderiamo deviandolo contemporaneamente da un lato e quindi nel vuoto, sorta di Mukaete. (2)  




Ji, che è premere o anche colpire. Possiamo immaginare di usare uno scudo per sfondare la difesa dell’opponente, oppure di colpirlo indirizzando la penetrazione in una piccola zona, sì da aumentare la forza di penetrazione. Il movimento sarà composto da un’onda cinetica dall’alto al basso indirizzata a comprimere, a schiacciare.

 

Han, che è deflettere, proteggersi e poi sbattere a suolo l’opponente. Se, a mio sapere, tutte le Scuole convergono sull’essere Han un movimento in cui la forza diretta in arrivo viene prima assorbita e poi diretta per sollevare e allontanare l'opponente, non ho ancora trovato chi la pratichi al meglio. Mi spiego: Usano una spinta verso il basso.

Guardiamo bene. L’ideogramma contiene un individuo in ginocchio e come si fa a squilibrare un opponente, a portarlo a terra? Si può provare a spingerlo in avanti e verso il basso, ma facilmente questi porterà una gamba indietro a recuperare l’equilibrio. Ecco perché un Han efficace ed efficiente DEVE assolutamente esprimersi con un movimento, per noi Spirito Ribelle l’onda, a salire, a togliergli il sostegno della base, dei piedi, ovvero un gesto del tutto opposto a Ji. Chiunque abbia un mino di esperienza, non di combattimento reale, di strada (sarebbe pretendere troppo da tanti nomi di fama come sconosciuti del mondo Tai Chi Chuan) ma anche solo di “combattimento” da palestra o, quantomeno, di Push Hands,  deve aver sperimentato per forza la situazione di pressione e spinta su un compagno che riesce a ridurre il danno portando una gamba indietro. A meno che la pressione e spinta sia portata in direzione obliqua costringendo il partner ad un “intreccio” di gambe per lui davvero problematico, ma non è questa la direzione in cui si esprime Han.

Dunque Han si concretizza al meglio attraverso un’onda cinetica dal basso verso l’alto. Tra l’altro, il movimento in questa direzione mette subito sotto attacco i piedi dell’opponente, quei piedi che, in una lettura fisicoemotiva, richiamano l’aderenza alla realtà, ad essere basi d’appoggio, in cui, anche nel quotidiano, i piedi saldamente piantati al suolo esprimono sicurezza quando non possesso: La sicurezza necessaria per direzionare la volontà.

Attaccare e destabilizzare la base costituisce un ottimo inizio per poi completare lo squilibrio dell’opponente. In fin dei conti, persino nel gioco degli scacchi un’ottima apertura pone le basi per uno svolgimento a proprio favore della partita e un’ottima apertura è fondamentale per condurre un proficuo incontro di Arti Marziali. Se negli scacchi l’apertura è debole e non sa occupare il centro della scacchiera, la partita si metterà subito in salita. Se nelle Arti Marziali l’apertura, il cosiddetto “riscaldamento”, sarà puramente ginnico, sarà un protocollo uguale e ripetuto, diverrà ben arduo coinvolgere i partecipanti in una pratica artistica lasciandoli invece sull’asfittico terreno della meccanica dei gesti.

 


 

1. Il rilassamento è una condizione di passività, di riposo, di torpore, di corpo Lib, secondo la lettura del Laban Movement Analysis, che possiamo tradurre con “collassato”. Dunque corpo non immediatamente pronto ad agire, in cui l’assenza di consapevolezza rallenta la stimolazione nervosa e il successivo mettersi in moto. Il rilasciamento invece è una condizione di attiva vigilanza, che contiene in sé un’attenta presenza e prontezza all’agire. Personalmente, trovo in Tanshu, la danza animalesca del Taiki Ken, con la formazione ad uno stato di rilasciamento anche il gusto della caccia, della predazione, dell’attivazione del cervello rettile, del piacere di danzare la vita. Attenzione, se è eccessivo, dogmatico, affermare che “Le parole creano cose”, è però vero che le influenzano: Se tu Maestro o Sifu continui ad invitare l’allievo a stare rilassato, questi inevitabilmente abbinerà lo stare rilassato alle sensazioni ed emozioni collegate al rilassamento nel suo vivere quotidiano e ti troverai o un praticante lento e tardo nell’agire perché ben rilassato o stressato ed agitato perché in lui lo stare rilassato cozza violentemente con la necessità impostagli di agire rapidamente.

2. “Questo metodo è chiamato mukae-te (mano che incontra) perché, quando un avversario attacca, le braccia si muovono in avanti, entro i limiti di difesa del soggetto, per affrontare l'attacco. Il termine mukae-te viene usato anche per descrivere metodi per parare l'attacco dell'avversario. Il pregio caratteristico del mukae-te è la riduzione della forza massima del colpo dell'avversario.”

(https://taikiken.org/taikiken-neri-kneading-mukae-te-training.html)

 



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