mercoledì 17 settembre 2025

Il Corpo in Cerchio: Il Tai Chi Chuan e la traccia del Movimento


Esperienze di verticalità nel cerchio
Il Tai Chi Chuan danza cerchi, cerchi dentro cerchi, come onde che si rincorrono senza mai toccare il bordo.

Dov’è la linea retta? Dov’è l’allineamento? Si nascondono nell’arte sottile di non smarrire il centro, mentre il mondo gira intorno.

Il corpo è un archivio muto: Una mappa di gesti passati e una predizione di movimenti futuri. Ogni postura è un’eco che rimbalza, ogni inclinazione, un presentimento.

Noi Spirito Ribelle pratichiamo Tai Chi Chuan, Pa Kwa / Hakkeshou, Taiki Ken, nei cerchi come in un labirinto di vento, attenti a non perdere l’orientamento, affidandoci all’intuizione.

Ogni gesto non è mai solo presente, è memoria viva, è aspettazione che vibra, è spirale che coniuga ciò che è stato a ciò che sarà.

E così il corpo marziale danza, non per imitare, non per arrivare, ma per rammentare e anticipare il cerchio che verrà.

Perché nel cuore di ogni Arte Marziale autenticamente interpretata, dunque che si muove come una danza dolce e consapevole, si nasconde un paradosso affascinante: “Il Tai Chi è fatto di cerchi, cerchi dentro altri cerchi. Quindi dov'è l'allineamento, la linea retta? Bene, è questa l'arte! Come muoversi attraverso i cerchi senza perdere il senso dell'orientamento e l'obiettivo finale” (così scrive Laurie Anderson nella prefazione a ‘Il mio Tai Chi. L’arte dell’allineamento’ di Lou Reed, che mi permetto di consigliare). Il praticante si immerge in una geometria fluida, dove ogni gesto è una spirale che si apre e si richiude, un moto che non ha inizio né fine, ma che procede verso una direzione apparentemente invisibile, un asse interiore.

Questa danza circolare non è mai casuale. Ogni posizione del corpo, ogni inclinazione del busto o flessione del ginocchio, è l’effetto di ciò che è appena accaduto o di ciò che è lì per accadere. Rudolf Laban, coreografo e teorico del movimento, lo esprime così: “La posizione del corpo è sempre il risultato di movimenti precedenti o l'anticipazione di movimenti futuri, che lasciano la loro impronta nel portamento corporeo o la fanno presagire.” (R. Laban ‘L’arte del movimento’).

Alternanza di spinta e trazione nella densità di corpo in movimento


Il corpo, dunque, è un immane libro vivente, una memoria in movimento in grado di scrivere sempre nuove pagine.

Questa memoria si manifesta nei cerchi. Ogni gesto è un’eco del precedente e un’anticipazione del susseguente. Il praticante non si muove mai da un punto ad un altro in linea retta, ma propone gesti e percorre traiettorie che aggomitolano lo spazio, come se il tempo stesso fosse materia fluida da attraversare. Eppure, in questa apparente assenza di linearità, si nasconde una profonda coerenza: L’allineamento non è geometrico, ma intuitivo. È la capacità di mantenere la rotta interiore mentre il corpo disegna arabeschi nello spazio.

Se Laban, e la sua pratica lo testimonia, ci invita a interpretare il corpo come una scrittura: Ogni gesto lascia una traccia, ogni postura è una parola che narra il passato e anticipa il futuro, Laurie Anderson e Lou Reed ci mostrano come, nelle Arti Marziali Neijia / Naido, questa scrittura si fa cerchio e il cerchio esprime l’intuizione. Il corpo non è mai fermo e statico, ma, anche nelle posture apparentemente ‘immobili’, sempre in transizione, in equilibrio tra ciò che è stato e ciò che sarà.

In questa prospettiva, le Arti Neijia / Naido non sono semplicemente un’arte di combattimento né una pratica salutistica, quanto una filosofia del movimento, filosofia incarnata. È l’arte di vivere l’inevitabile scorrere del tempo attraverso lo spazio, di muoversi nei cerchi senza perdere il centro. È la relazione incessante tra memoria e anticipazione, tra forma e flusso, tra la linea invisibile che guida e il cerchio che avvolge.

 

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