lunedì 29 settembre 2025

Nel segno del serpente, tra contorsioni e volo

 

Nel segno del serpente, tra contorsioni e volo

Nel ventre del tempo, il corpo si snoda, memoria ambiziosa che mai si sgretola. La spina dorsale, in un cupo silenzio, rammenta il serpente che strisciava il mondo. Praticanti Spirito Ribelle, moderni ricercatori, moderni guerrieri apotropaici.


Onde chock, compiute o accettate, destano l’eco sepolta, vibrazioni che scuotono il gesto raccolto. Non è semplice lotta, ma sogno incarnato, il passo del rettile, nel cielo tracciato.

Spirali che danzano, come ali nel vento, trasformano il peso in sottile movimento. L’uomo, nel sogno, si fa volatile, soggioga il basso, volteggia nel bello.

Ma nell’immaginare contorto, la carne si addensa, la vertebra antica si torce, si lega. Ed è l’immaginare, la reverie bachelardiana a farsi realtà, a farsi serpente che chiama, nella gestualità marziale, la terra reclama.Non fuga, non scontro, ma alchimia sottile, dove il corpo si fa spirale gentile. Il serpente immagina, l’uccello ricorda, la marzialità è soglia, non corda.

È sogno ad occhi aperti e corpo in azione che vibra, è gesto che disegna, è onda che freme, è forma che si fa trans – forma ed affascina. Nel volo onirico, il marzialista si fa relazione tra il rampare del basso e il cielo di fronte.

Nel vociare indistinto del dojo a cielo aperto, qui ai giardini Marcello Candia di Milano o alla Rotonda della Besana, il corpo si fa eco di memorie antiche. Ogni gesto, ogni onda che attraversa la colonna vertebrale, è un bisbiglio del tempo in cui eravamo rettili. Gaston Bachelard , filosofo di immaginazioni che si fanno realtà, ci ricorda che “gli uccelli derivano dai rettili; diversi voli d’uccello sono la continuazione dei passi rampanti dei rettili”. E così, anche l’arte marziale, nel suo fluire spiraloide, non è altro che una danza tra l’origine e il sogno ad occhi aperti.

La memoria serpentina del corpo

Nel movimento a spirale, il praticante non combatte: Rammenta. La spina dorsale si snoda come un serpente antico, risvegliando la memoria biologica del rampare. Le onde chock, ovvero quelle vibrazioni che attraversano il corpo come scosse, non sono semplice violenza, ma risveglio guerriero. Sono il linguaggio primordiale del corpo che si ricorda di essere stato Terra, ventre, rettile.



Ogni spirale è una preghiera alla gravità, un omaggio alla natura rampante. Ma è anche una sfida: L’uomo, scrive Bachelard, “con il suo volo onirico, trionfa sulla natura rampante”. Ecco allora che la pratica marziale diventa sogno incarnato, volo senza ali, meditazione attraverso la disciplina.


Il sogno che si fa gesto

In ogni gesto marziale, l’uomo non si contrappone alla Natura: la trasfigura. Le spirali non sono solo arida biomeccanica, ma metafisica. Sono il ponte tra il serpente e l’uccello, tra il rampare e il volare. Il corpo, attraversato da onde, si fa sogno incarnato. E nei sogni, avverte Bachelard, “la spina dorsale si ricorda talvolta di essere stata serpente”. È dentro quel ricordo che nasce la potenza immane del gesto: Non come forza, ma come risonanza.



Le Arti Marziali come alchimia

La pratica marziale delle onde e delle spirali è un’alchimia del corpo. Trasforma il peso in leggerezza, la tensione in vibrazione, la difesa indanza per poi capovolgere il tutto È il luogo dove il serpente immagina di volare, e l’uccello si ricorda di strisciare. Dove l’uomo, nel suo volo onirico, non fugge dalla madre Terra, ma la sublima. Esse sono la Via.








N.B.) Le citazioni qui riportate sono contenute in ‘Psicanalisi dell’aria di G. Bachelard.














by ricometzen 123
























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